Franco Nicolis (direttore Ufficio Beni Archeologici, Soprintendenza per i Beni Culturali Provincia autonoma di Trento). Carlo Belli tra storia, archeologia e immaginazione poetica
Maria Costanza Lentini (direttrice Polo Regionale di Catania per i Siti Culturali Parchi Archeologici). Carlo Belli, Paolo Orsi e la Sicilia
Aldo Siciliano (professore ordinario Numismatica Greca, Università del Salento). Carlo Belli a Taranto
Giuliana Adamo (docente di Italianistica, Trinity College, Dublin). Passeggiate nella Magna Grecia. Una rilettura odierna dell’opera di Carlo Belli
Eleonora Zen (Responsabile sito, Fondazione Museo Civico Rovereto). Carlo Belli e il mondo del web: un sito internet per lo studio e la conservazione dell’archivio
Giovedì 11 Ottobre, alle ore 10.00, nella “Sala Belli” del Palazzo Alberti Poja a Rovereto, si apre una manifestazione organizzata dall’Associazione culturale Piazza del Mondo dal titolo Mondi pluriversi: musica e cultura in Carlo Belli, roveretano in Magna Grecia. Giornate di studio e concerti. 11-12-13 ottobre 2018. L’iniziativa – volta a celebrare la mente rinascimentale del grande intellettuale roveretano del ‘900, la sua attività in riferimento a varie arti (musica, architettura, arti visive, archeologia) e la sua eredità culturale -, è stata resa possibile grazie a: la collaborazione con Comune di Rovereto, Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), Fondazione Museo Civico Rovereto, Associazione Filarmonica Rovereto, Associazione culturale MotoContrario; il sostegno di Provincia autonoma di Trento, Regione autonoma Trentino Alto Adige, Comune di Rovereto, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; e il patrocinio dell’ Università della Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici. Aprono l’incontro i saluti di Maurizio Tomazzoni, assessore alla cultura, e di Alessandra Cattoi, direttrice del Museo Civico. A seguire il benvenuto di Giuliana Adamo, Presidente di Piazza del Mondo. Le due giornate di studio, intitolate, rispettivamente, Paesaggi dell’antichità (modera Sergio Poggianella) e Il futuro delle arti (modera Ugo Morelli), prevedono gli interventi di esperti e cultori delle arti amate e/o praticate dal Belli: studiosi, archeologi, architetti, mucisisti, numismatici, critici letterari archivisti, direttori di musei etc. si alterneranno in un dialogo plurivoco che evochi e possa rendere la complessità e l’attualità dell’universo belliano. Saranno presenti, nella prima sessione di giovedì 11 ottobre: Franco Nicolis (Soprintendenza per i Beni Culturali Provincia autonoma di Trento), Maria Costanza Lentini (Polo Regionale di Catania per i Siti Culturali Parchi Archeologici), Aldo Siciliano (Università del Salento), Giuliana Adamo (Trinity College Dublino), Eleonora Zen (Museo Civico Rovereto). Nella seconda sessione di venerdì 12 ottobre: Paola Pizzamano (Museo Civico di Rovereto), Mauro De Luca (Università di Camerino), Cosimo Colazzo (Conservatorio di musica di Trento), Nicoletta Boschiero (Mart) Paola Pettenella (Archivi storici, Mart).
Le giornate prevedono due concerti serali. Il primo – giovedì 11 ottobre, alle 20.45, alla Sala Filarmonica di Rovereto -, Il mondo musicale di Carlo Belli. Sax e pianoforte, con Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), musiche di Carlo Belli, Alfredo Casella, Igor Stavinskij, Alexandre Tcherepnine, Ervin Schulhoff, Darius Milhaud. Il secondo, sabato 13 ottobre 2018 alle 17.30, alla Biblioteca Civica di Rovereto, Palazzo dell’Annona,Il mondo musicale di Carlo Belli. Voce e pianoforte, con Roberto Abbondanza (baritono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), musiche di Francis Poulenc, Maurice Ravel, Goffredo Petrassi, Cosimo Colazzo.
Si tratta di un’opportunità di grande arricchimento culturale e musicale in nome di un grande roveretano capace di far dialogare fra loro le arti e il mondo, il Nord e il Sud in nome della misura e della bellezza. Notizie anche sul sito dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”: www.piazzadelmondo.it. In particolare alla pagina: http://www.piazzadelmondo.it/wp/mondi-pluriversi.
MONDI PLURIVERSI. MUSICA E CULTURA IN CARLO BELLI, ROVERETANO IN MAGNA GRECIA
GIORNATE DI STUDIO E CONCERTI – Rovereto 11-12-13 ottobre 2018
Giovedì 12 ottobre 2018 ore 10 – Rovereto, Sala Belli, Palazzo Alberti Poja
Giornate di studio. Seconda sessione. Il futuro delle arti
Modera Ugo Morelli (Università di Bergamo)
Paola Pizzamano (responsabile Sezione Arte, Fondazione Museo Civico di Rovereto). Lo scultore Carlo Fait e il nipote Carlo Belli, due generazioni a confronto
Mauro De Luca (professore Emerito, Facoltà di Architettura e Design, Università di Camerino, sede di Ascoli Piceno). Carlo Belli e l’architettura del XX secolo
Cosimo Colazzo (docente di Composizione, Conservatorio di musica di Trento). Carlo Belli, la musica, la composizione
Nicoletta Boschiero (responsabile Casa d’Arte Futurista Depero, Mart). Fuori dal Novecento. Carlo Belli tra astrazione e primitivismo
Paola Pettenella (responsabile Archivi storici, Mart). “Migliaia di lettere a me indirizzate”. Carlo Belli costruttore del suo archivio
E’ recente la pubblicazione di un saggio che Cosimo Colazzo ha dedicato all’analisi musicale dell’opera di Federico Mompou, dal titolo La otredad esperada: reducción del sujeto y del acto compositivo, apertura al silencio y a la resonancia en la música de Federico Mompou. Il saggio è compreso in un volume collettaneo, che raccoglie vari saggi sul tema dell’alterità per come si sviluppa e si individua nei contesti culturali ispanici, nel ‘900 e anche nel mondo contemporaneo, a cura di Teresa Fernández Ulloa, dal titolo Otherness in Hispanic culture, appena pubblicato dalla casa editrice inglese Cambridge Scholars Publishing (pp. 603, £ 69). Il libro è acquistabile sul sito della casa editrice (http://www.cambridgescholars.com/) e presso Amazon USA e Amazon UK.
Il tema dell’alterità, nel volume, è indagato in riferimento all’opera poetica, al linguaggio cinematografico, alla musica, alla letteratura, ed è osservato in rapporto alle questioni di genere e del femminile. Un ampio affresco, un panorama articolatato che osserva la Spagna nella sua produzione culturale, in varie fasi della storia recente, dalla lunga ombra della dittatura franchista, al passaggio verso la democrazia e alle evoluzioni di essa.
Federico Mompou (1893-1987), autore catalano del ’900, è stato fatto oggetto di studio, in diverse occasioni, da parte di Cosimo Colazzo, compositore, docente al Conservatorio “Bonporti” di Trento. La ricerca di Colazzo si è portata soprattutto agli aspetti del linguaggio compositivo di Mompou, che si individua sulla base di alcuni criteri prediletti, che costituiscono una sorta di metodo nella composizione. Tutto questo ha riferimento in precise scelte di poetica musicale, e si riflette anche sul piano dell’interpretazione musicale, rispetto a cui Mompou ha impegnato alcune personali considerazioni.
Mompou appare, secondo il saggio di Colazzo, come un autore particolarmente votato alla ricerca sul suono, che è colto in dimensioni sottili di ascolto, apprezzato negli aspetti trasformativi della dinamica e di un’agogica flessibile ed elastica. Non è un’entità puntuale, è composto di silenzio e di risonanza. Per questo è compromesso costitutivamente con il tempo.
Mompou vive in una dimensione sua propria, come di fuga della realtà, votato a una missione di cura per il suono. Scrive poche partiture, in cui distilla una sensibilità che vuole rendersi molto affinata e non si contenta di semplicemente produrre. Deve pervenire a un risultato originale, frutto di un filtro costante dell’ascolto.
Contro la realtà, anche di oppressione, che la Spagna vive con il franchismo, opta, di fatto, per l’esilio interiore. Le sue scelte di vita sono state come di un evitamento del conflitto, di una sospensione della realtà, dell’assunzione del quotidiano in una dimensione sospesa e atemporale, fatta di frammenti, e questi come silenti e irrelati.
Una dimensione della sospensione, del differimento della scelta, dell’attesa, che si riverbera nelle dimensioni, probabilmente, del politico come dell’arte. E’ qui, nella sua musica, così personale, che troviamo il senso di un esistenzialismo, che può dirsi cifra del sonoro ricercato e dell’organizzazione compositiva.
C’è il senso che l’intervento compositivo non può corrispondere a piani preordinati, a una presa forte e ordinante del soggetto che sceglie e organizza. C’è l’idea che la composizione deve integrarsi radicalmente con la dimensione dell’ascolto, la scrittura deve confrontarsi con l’oralità, con l’attesa di una suggestione ricercata anche in una dimensione di passività. Mompou non sviluppa, piuttosto ripete, o traspone.
Esiste un metodo compositivo, che è proprio della musica di Mompou, e che lo studio di Colazzo indaga e rileva, individuandolo negli aspetti più pregnanti. L’analisi musicale svolta si concentra intorno ai quattro quaderni di Musica callada. Rileva alcuni criteri maggiormente attivi. Innanzitutto Mompou agisce molto nel segno della ripetizione e della traslazione. Evita un processo compositivo che si fondi sull’idea di sviluppo. Per lui gli eventi devono stare in una condizione di abbandono risonante, perciò è da prediligere la scelta della ripetizione e della trasposizione, in senso anti-evolutivo. Mompou predilige le figure della semplicità, e opera per sottrazione, piuttosto che per stratificazione e addizione di elementi. Può adottare vari sistemi sonori, da quello della modalità, alla tonalità allargata, a escursioni verso l’atonalità. Si rileva la disponibilità a scarti laterali inattesi, ma di grande suggestione espressiva e timbrica, da un sistema all’altro, in alcuni brani. Lo studio di Colazzo, inoltre, si sofferma sulle considerazioni che Mompou svolge in riferimento all’interpretazione della propria opera, che risultano fortemente coerenti, rispetto al piano del metodo compositivo come della poetica musicale espressa.
L’ideale di Mompou è quello dell’attesa e del silenzio, della solitudine, del margine. Tutto si svolge come su una soglia porosa, che può far trapassare ciò che invece è tenuto distinto e separato. L’alterità può rendersi presente. Mompou si propone come in attesa dell’alterità, che lo raggiunga, come in una relazione medianica. Bisogna che l’io riduca il suo spessore, si faccia trasparente, verso l’alterità, verso l’oltre del suono-nota, verso la risonanza che galleggia nel silenzio.
Il suono non è funzione, è esperienza. Qualcosa che vive in se stesso il senso di un universo mobile e in trasformazione. Il suono di Mompou è così affinato, così ricercato, che si è reso trasparente al silenzio. La sua forma non ha nulla degli archi narrativi ampi e dialettici. E’ fatta dei confini del dilagare di un suono e di una risonanza. Si svolgelenta perché ha bisogno che il suono riveli tutta la sua dimensione intorno, le sue prospettive di fughe e lontananza. Anche le dinamiche si rivolgono al nulla, al quasi-niente. La soglia di suono e silenzio, di io e alterità, intende farsi incerta, confondersi, in una liquidità desiderante.
Dettagli bibliografici relativi al saggio di Cosimo Colazzo:
Cosimo Colazzo, La otredad esperada: reducción del sujeto y del acto compositivo, apertura al silencio y a la resonancia en la música de Federico Mompou, in Teresa Fernández Ulloa (ed.), Otherness in Hispanic Culture, Cambridge Scholars Publishing, Newcastle, 2014. pp. 580-603.
A questo collegamento si trovano informazioni su libri e saggi pubblicati da Cosimo Colazzo: http://www.cosimocolazzo.it/ricerca/libri. In alcuni casi è possibile effettuare download di testi o di estratti di testi.
Cosimo Colazzo visita gli Stati Uniti, come compositore e come docente, da alcuni anni. Tra i prossimi appuntamenti, giovedì prossimo 27 marzo, tiene un concerto alla Indiana University, a Bloomington, alle ore 19.00 presso la Ford-Crawford Hall della Music School, interamente dedicato alla propria musica. L’evento rientra nel contesto di un Simposio, che è organizzato dalla Indiana University, con il suo College Arts and Humanities e il Department of French and Italian diretto da Andrea Ciccarelli. Il Simposio, dal titolo “Aspect of Contemporary Italian Culture: Poetry, Non fiction-Prose, and Music”, si svolge nel giorni 26 e 27 marzo, e ruota intorno a tre figure di artisti e studiosi, di cui si approfondiranno opere e orientamenti di ricerca: per la poesia si tratta di Ernesto Livorni, poeta e studioso di letteratura italiana docente alla University of Wisconsin-Madison; per la saggistica di Antonio Nicaso, che ha scritto numerosi libri, alcuni dei veri e propri best-sellers internazionali, dedicati al tema della mafia, della ‘ndrangheta, in prospettiva storica, o rispetto alle condizioni attuali, nelle ramificazioni che possono riguardare la politica e la dimensione internazionale dei traffici e della finanza; per la musica, appunto, di Cosimo Colazzo, compositore, pianista, direttore d’orchestra, docente di Composizione al Conservatorio di Trento.
Cosimo Colazzo sarà protagonista, con la sua musica, in un concerto monografico, che darà l’opportunità di cogliere il senso di una ricerca artistica, che ha trovato alcune cifre di linguaggio molto personale. L’evento del concerto di giovedì 27 marzo è importante, per il contesto della Indiana University, che è una delle università statunitensi più rinomate e prestigiose, con docenti di grande reputazione e un’utenza internazionale, e per la struttura monografica del concerto, che consisterà di una serie di pezzi per pianoforte, che Colazzo ha composto dal 1997 sino al 2014. Si tratta di una campionatura importante e significativa della produzione compositiva di Cosimo Colazzo, colta nell’arco di quasi vent’anni, capace di disegnare un itinerario della ricerca artistica, nei suoi tratti di continuità, negli elementi di approfondimento e di sviluppo. Al pianoforte, per il concerto, sarà lo stesso compositore.
E’ da rilevare, inoltre, come in quest’occasione vengano presentate due nuove opere, scritte appositamente da Colazzo per quest’occasione di grande rilievo. Si tratterà di Sospeso nell’aria, che prevede anche l’intervento di alcuni momenti di poesia, insieme con il pianoforte, ripresi da versi di Ernesto Livorni (nel caso sarà lo stesso poeta a recitarli nei luoghi del brano che la stessa composizione indica), e di Le terre rosse e il mare obliquo. Le due opere saranno date, quindi, in prima assoluta.
Il concerto ha nel suo programma, inoltre, Stanze, opera del 1997, che è fatta soprattutto di strutture di accordi risonanti e implicite linearità, secondo una situazione sonora molto stabile e con colori crepuscolari. Viene presentata, inoltre, Disteso a Oriente, una vasta opera dello stesso anno, che sviluppa un pianismo esteso, ricco di colori e di possibilità timbriche, variegato nelle sue possibilità, dallo sfumato verso il più lontano piano e il silenzio risonante, a esplosioni sonore, macchie, grane brillanti. La piega il respiro, del 2013, è un’opera che si fa molto silente, che pratica il vuoto. Gli eventi sono trattenuti, l’ascolto viene introdotto come a una dimensione altra, di abbandono a un tempo che non è quello ordinato e raccolto in proporzioni, ma il tempo degli eventi, di ciò che accade. Non diverso il clima sonoro e d’ascolto cui si accede con Sospeso nell’aria, una partitura poetica e evocativa, fatta di risonanze, di una temporalità sospesa e aperta, di eventi minimi che stanno dentro il tempo, lo abitano con le loro presenze e lo contemplano. L’ultima partitura in programma, Le terre rosse e il mare obliquo è partitura che presenta una certa forza sonora e ritmica. E’ più densa rispetto alla precedente, con un maggior tratto di articolazioni, e con ritmiche pronunciate nelle loro studiate asimmetrie. Ma è anche fatta di soste e di risonanze, di svuotamenti, di improvvisi stati stupefatti. Qui c’è il possibile anche nella forma dell’irrompere di gesti di forza.
Sempre alla Indiana University, il sabato successivo, 29 marzo, Cosimo Colazzo tiene una conferenza, che dedica al tema del rapporto, nella musica del ‘900 e di oggi, rispetto alla dimensione delle musiche etniche, dal titolo Musiche locali e globalizzate. Dal Novecento ad oggi tra marketing culturale, world music e nuove identità, all’interno di una Giornata di studi incentrata sul tema “Italian Pop Music and Lyrics” Il rapporto di attenzione che si è determinato, a vario livello, rispetto alla musica popolare è andato trasformandosi nel tempo. Dall’idea di unità culturali definite, da rispettare nella loro autonomia, e a cui i compositori hanno potuto riferirsi per sviluppare un discorso nuovo e di ricerca anche dal punto di vista artistico, si è arrivati alla condizione attuale, segnata da una sensibilità che possiamo dire postmoderna. Le identità si sono sfilacciate, mescolate, sfrangiate, così che le unità culturali vengono a corrispondere sempre più e semplicemente a delle etichette, quelle della world music. Non hanno una profondità vitale, in strutture comunitarie e sociali. Sono molto spesso frutto del marketing, e sono allestite per il consumo odierno, segnato dai mezzi tecnologici. Devono potersi mostrare diverse mentre corrispondono a standard accetti di confezionamento.
Il lunedì successivo, 31 marzo, Cosimo Colazzo si sposta a New York, dove, presso la Stony Brook University, altra importante e prestigiosa università, tiene una conferenza – alle ore 16.00 presso la “Melville Library” del “Center for Italian Studies” – dedicata alla musica italiana del ‘900. L’evento si colloca all’interno delle Spring 2014 Lecture Series, che l’Università organizza come eventi della “The Alfonse D’amato Chair in Italian and Italian American Studies”. Si tratta di un ciclo di conferenze, dedicate alla cultura italiana, anche negli aspetti di rapporto con gli Stati Uniti, che prevedono la presenza di importanti studiosi e di artisti. La conferenza di Colazzo traccia un panorama degli sviluppi della cultura musicale e compositiva in Italia, dalla Generazione dell’Ottanta, attraverso le figure e le esperienze di Goffredo Petrassi e Luigi Dallapiccola, sino agli esiti personali quanto profondi, nelle diverse sensibilità, di Luciano Berio e Luigi Nono.
Sul quotidiano “Trentino” del 27.01.14 è apparso un editoriale di Cosimo Colazzo, che tratta di musica e razzismo, musica, nazismo e fascismi. Si fa riferimento anche ad alcuni autori nel programma del concerto che Colazzo tiene, con il Motocontrario ensemble, al MUSE Museo delle Scienze di Trento, in ocasione della GIornata della Memoria, il 27 gennaio a partire dalle ore 20.00. Il concerto comprende musiche di Masu, di Lopes-Graça (resistente contro il Portogallo fascista di Salazar), Nicolau (esule in Italia contro il regime dei colonnelli in Grecia), Schulhoff (morto in un campo di concentramento nazista).
Pubblicati gli Atti del Congresso Internazionale “A música no espaço luso-brasileiro: um panorama histórico”, tenutosi a Lisbona dal 7 al 9 novembre 2013. Il volume, a cura di Alberto Pacheco, è pubblicato dal CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical della Universidade Nova di Lisbona e da Caravelas – Núcleo de Estudos da História da Música Luso-Brasileira attivo all’interno del CESEM (Lisbona, 2013. ISBN: 978-989-97732-4-0).
All’interno del volume, un saggio di Cosimo Colazzo dal titolo “Un Réquiem por las víctimas del fascismo. Sentido de lo sagrado, tradiciones campesinas, religión laica de la democracia. De Lopes-Graça hacia Brasil” (pp. 161-189).
Sul sito di “Caravelas – Núcleo de Estudos da História da Música Luso-Brasileira”, attivo all’interno del CESEM, è possibile consultare e scaricare il volume. In particolare a questo indirizzo: http://www.caravelas.com.pt/home.html.
Cosimo Colazzo, Un Réquiem por las víctimas del fascismo. Sentido de lo sagrado, tradiciones campesinas, religión laica de la democracia. De Lopes-Graça hacia Brasil. In Alberto José Vieira Pacheco (ed.), Atas do Congresso Internacional ‘A música no espaço luso-brasileiro: um panorama histórico’, CESEM, Lisboa, 2013. pp. 161-189.
CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa, Lisboa, 2013. pp. 922. ISBN: 978-989-97732-4-0
Nella Giornata della Memoria, lunedì 27 gennaio, al MUSE, Museo delle Scienze, a partire dalle ore 20.00, un incontro e un concerto, sul tema di musica, dittatura, fascismi e censura, tenuto dal Motocontrario ensemble, un collettivo di compositori e artisti, impegnato sulle letterature musicali del ‘900. Dalla musica di Schulhof (autore morto in un campo di concentramento nazista), presa nel gusto della dissonanza e del ritmo jazz, alla musica di Lopes-Graça (perseguitato nel Portogallo fascista, per un’intera vita), ricca di sensibilità nel suo gusto post-tonale e nel recupero del patrimonio etnico contadino, alla musica di Nicolau (fuggito dalla Grecia della dittatura dei colonnelli), anch’essa alimentata dell’idea di una Grecia diversa, in partiture che riprendono elementi del tessuto culturale profondo del Paese. Sino a un’opera nuova di Raul Masu, che riflette oggi, negli occhi di un giovane, sulla memoria dell’olocausto. I pianisti Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini, il sassofonista Emanuele Dalmaso, l’interprete all’elettronica Raul Masu, danno rappresentazione a un panorama intenso di valori poetici, artistici e di significato sociale. Come indica il titolo del concerto, sono “musiche per non dimenticare l’orrore del nazismo e dei fascismi in Europa”.
La musica, come altre espressioni della cultura, è fatta oggetto di censura sotto i regimi dittatoriali. Questi regimi hanno i loro codici, richiedono adesione a un’ideologia, agli orientamenti imposti. L’apparato stabilisce i linguaggi accetti per l’arte, che hanno a che fare con la propaganda. L’arte deve piegarsi a veicolare espressioni non problematiche e a fornire un’immagine positiva del potere.
Il nazismo ha pienamente incarnato una tale idea dell’arte, come ambito della propaganda, che deve respingere ogni spinta profondamente creativa, e restare alla superficie, riprodurre modelli noti e accetti al potere come alla società che lo sostiene. La musica d’avanguardia era arte degenerata, per il nazismo. Da rigettare, perché malata, lontana dalla sanità di valori della razza ariana.
Il nazismo ha sterminato quanti costituivano un intralcio al progetto folle di dare posto al nuovo uomo ariano. Lo sterminio degli ebrei, che in Germania costituivano una minoranza, ma nello stesso tempo un’ossatura fondamentale della cultura tedesca, ha costituito, per l’Europa , un atto criminale rivolto verso se stessa. Si pensi a quanti intellettuali, artisti, scienziati, nel pieno della loro creatività e capacità inventiva e di produzione artistica e intellettuale, sono stati ammazzati nei lager. Un capitale di cultura, saperi, potenzialità creative è stato incenerito.
Di questo, dei regimi dittatoriali e della musica, del nazismo e dei fascismi in Europa nel secolo scorso, si occupa, con opere significative, un concerto che si tiene al MUSE, Museo delle Scienze a Trento (Corso del Lavoro e della Scienza 3), lunedì 27 gennaio, in rapporto alla Giornata della Memoria. Il concerto è organizzato dal MUSE e da Motocontrario Ensemble, un collettivo di compositori e interpreti, impegnato su tematiche di ricerca musicale, sul Novecento e sulla musica contemporanea.
Alle ore 20.00, Cosimo Colazzo, pianista, compositore, direttore d’orchestra, docente al Conservatorio di Trento e negli Stati Uniti, membro dell’équipe di ricerca del CESEM (Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical) dell’Universidade Nova di Lisboa, tiene un breve incontro sui temi della censura e della musica, delle politiche ideologiche e dittatoriali e dei riflessi prodotti sui linguaggi compositivi degli artisti.
L’incontro costituisce anche un’introduzione al concerto che si tiene di seguito, alle ore 20.30. Il concerto propone musiche di Erwin Schulhoff, Fernando Lopes-Graça, Dmitri Nicolau, Raul Masu. Interpreti sono i pianisti Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini, il sassofonista Emanuele Dalmaso, l’interprete all’elettronica Raul Masu.
Erwin Schulhoff (1894-1942), di cui si propone Hot-Sonata (1929) per sassofono contralto e pianoforte (interpreti Dalmaso e Colazzo), è autore ebreo, di genitori tedeschi, vissuto in Cecoslovacchia. E’ un autore di straordinaria capacità creativa, che nella sua opera genera un contatto molto originale e personale verso il jazz, e questo già negli anni ’20. E’ autore di pezzi che sanno tenere insieme i linguaggi più avanzati, nel segno della dissonanza, con costruzioni ritmiche molto complesse, che ricava dal jazz. Alla fine degli anni ’30 aderisce al comunismo e assume la cittadinanza sovietica. Ma i nazisti, invasa la Cecoslovacchia, lo fanno prigioniero e lo internano in un campo di concentramento in Baviera, dove muore di tisi.
Fernando Lopes-Graça (1906-1994) è un autore portoghese, che ha sofferto la persecuzione da parte del regime fascista dell’Estado Novo, che ha oppresso il Portogallo dalla fine degli anni ’20 sino alla rivoluzione dei Garofani nel 1974. Lopes-Graça è impegnato politicamente contro il regime e viene estromesso dagli incarichi pubblici, tenuto in carcere. E’ autore di una musica che sa integrare, in soluzioni di grande qualità espressiva, le risorse di un linguaggio che è decisamente post-tonale, con il recupero di aspetti del patrimonio etnico contadino del Paese. Questo è parte consistente di un impegno politico, che si declina in ambito artistico e in contesti concreti di protesta e resistenza. Nel concerto sono interpretati alcuni dei Preludi (1950-55), eseguiti dalla pianista Maria Rosa Corbolini, Cinco Nocturnos (1959), interpretati da Cosimo Colazzo, e Melodias rusticas portuguesas per pianoforte a quattro mani (1979), nell’interpretazione di Corbolini e Colazzo.
Dimitri Nicolau (1946-2008) è fuggito dalla Grecia dei colonnelli, che è stata feroce contro gli artisti dissidenti. Anche nella sua opera risalta il rapporto con una dimensione popolare e etnica, che deve costituire tessuto di un discorso musicale nuovo, che sia in contatto con la cultura viva della critica e contro la cultura di morte del regime e della propaganda. Colazzo e Dalmaso propongono una delle ultime pagine prodotte, dal titolo Cantilena, del 2007, meditativa, riflessiva, malinconica.
Il brano di Raul Masu (1992), dal titolo Momenti d’inciampo (2013), per elettronica con sassofono baritono (interpreti Dalmaso e Masu), riflette sul concetto della memoria, dei segnali della memoria, che devono costituire inciampo, contro l’abbandono della vigilanza critica.
Per concludere alcune note su Motocontrario ensemble che realizza il concerto. Motocontrario ensemble è un collettivo di compositori e interpreti che concentra il proprio interesse artistico e di ricerca sulla musica del ‘900 e sulle musiche contemporanee. Realizza concerti in cui solleva interesse per queste letterature, portando, sul ‘900, uno sguardo critico, problematizzando le prospettive canoniche e ufficiali. Tiene in forte relazione e costante confronto le dimensioni artistiche e della ricerca. Accanto ai concerti, mira a realizzare laboratori, seminari aperti su tematiche importanti e stringenti nell’odierna complessità culturale. È interessato alle prospettive che emergono nel rapporto tra musica, arte, scienza, tecnologia, società e politica.
Attualmente sono partecipi del progetto, come musicisti, il compositore, pianista e direttore d’orchestra Cosimo Colazzo, la pianista Maria Rosa Corbolini, il compositore, violinista e violista Andrea Mattevi, la compositrice, contrabbassista e musicologa Valentina Massetti, il compositore e pianista Marco Longo, il compositore e interprete di musica elettronica Raul Masu, il sassofonista Emanuele Dalmaso, il trombista Riccardo Terrin. È un ensemble a geomatrie variabili e aperto a contributi plurali.
Di seguito alcune note sugli interpreti nel concerto per la Giornata della Memoria:
Cosimo Colazzo è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, del quale è stato direttore dal 2005 al 2011. Insegna anche alla Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical della Universidade Nova di Lisbona.
Maria Rosa Corbolini è docente di Pianoforte al Conservatorio di musica di Trento. È stata premiata in Concorsi pianistici e di musica da camera, nazionali e internazionali. Svolge attività nel campo della musica da camera, in varie formazioni, anche su repertori poco frequentati, tenendo concerti per importanti società e festival musicali italiani ed esteri.
Emanuele Dalmaso si è diplomato in Sassofono, con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore, nel 2013, al Conservatorio di musica di Trento, sotto la guida di Armando Ghidoni. Ha studiato anche con il sassofonista Pepito Ros, e ha seguito diversi corsi di perfezionamento con David Brutti. Insegna presso la Scuola Musicale “Il Diapason” di Trento.
Raul Masu studia Composizione, al Conservatorio di musica di Trento, sotto la guida di Cosimo Colazzo. Nello stesso Conservatorio studia Musica elettronica con Mauro Graziani. Collabora come musicista ricercatore con l’Experiential Music Lab dell’Università di Trento.
Cosimo Colazzo è a Lisbona, dove giovedì 7 novembre, alle ore 21,30, terrà un intervento di concerto, nell’ambito di un programma con musiche di autori portoghesi e brasiliani, a Palacio Foz. Colazzo eseguirà musiche di Fernando Lopes-Graça, un autore portoghese del ‘900, del quale va indagando approfonditamente l’opera, sia nel senso della ricerca musicologica che della produzione in forma di concerto.
Terrà, inoltre, il giorno successivo, venerdì 8 novembre, una conferenza all’Universidade Nova di Lisbona, su Lopes Graça, nell’ambito di un congresso dedicato ai rapporti tra Portogallo e Brasile, osservati nel punto di vista musicologico.
Lopes-Graça esprime la via di un impegno estetico, che guarda al rinnovamento del linguaggio musicale, in senso anti-retorico, nella prospettiva di costruzioni di tipo post-tonale. Nello stesso tempo trova essenziale l’apertura al patrimonio folclorico rurale e contadino. Lì si tesse una relazione strutturata tra i linguaggi post-tonali, su cui indaga, e il pensiero musicale arcaico contadino. Si danno risonanze forti che la musica di Lopes-Graça raccoglie. In questa prospettiva Lopes-Graça si propone come una traccia del massimo interesse per un gruppo di compositori brasiliani di talento (Guerra Peixe, Claudio Santoro, Camargo Guarnieri, e altri), che provengono da una formazione di tipo seriale e dodecafonico, ma che vogliono superare questa fase. Ci sono anche spinte di tipo ideologico, nel rifiuto del formalismo della tecnica dodecafonica, che agisce che si costituisce come un universo a sé, separato dal mondo. Comunque risulta chiaro quali prospettive apra il rapporto con Lopes-Graça, e il suo modo di attivare il rapporto con il patrimonio folclorico portoghese.
La relazione di Colazzo approfondisce tutti questi aspetti: di come si articoli la posizione estetica e la posizione politica di Lopes-Graça, e di come si attivi un interesse che riguarda il Brasile. E’ un interesse reciproco, che evidenzia alcuni temi, che diventano cruciali nel dibattito culturale e politico, nonché musicale, degli anni ’50.
Cosimo Colazzo tiene una conferenza nell’ambito di Mondi Sonori, festival di musica del ‘900 e contemporanea, e dello spazio dedicato a seminari e laboratori dal titolo “Conto aperto”, il tutto organizzato dal Conservatorio di musica di Trento. La conferenza è dedicata al tema di musica e censura, nella chiave di due autori: Fernando Lopes-Graça, resistente nei confronti della dittatura fascista di Salazar in Portogallo; e Galina Ustvolskaya, che introietta – questa un’ipotesi dello studio – nel suo linguaggio massimamente ridotto e compresso, il senso della censura staliniana.
In programma, giovedì 10 ottobre, alle ore 17.30, al Conservatorio di musica di Trento, Palazzo Consolati, V. S. Maria Maddalena 1.
Conferenza, L’arte che resiste. Esperienze compositive in contesti di censura e dittatura. Fernando Lopes-Graça. Galina Ustvolskaya.
Relatore: Cosimo Colazzo