Franco Nasi, studioso di letteratura, traduttore, è finissimo esploratore delle lingue. In un suo articolo, apparso sulla rivista “Doppiozero”, parla di linguaggio e scrittura, e di come le parole possano disancorarsi dall’uso e dal senso attesi, rimesse radicalmente in gioco.Nel suo scritto, tra altri, tratta del libro di Paolo Cherchi che abbiamo pubblicato con le edizioni Milella (Lecce, 2024), sul tema della citazione, del gioco linguistico, della parodia, del falso, della trascrizione, titolo “Le ‘meraviglie’ di eco”.Ecco il link per poter leggere il bellissimo saggio/articolo di Franco Nasi su “Doppiozero”, rivista online di letteratura e cultura: https://www.doppiozero.com/la-letteratura-tra-fisica-e…
La collana “Risonanze” delle edizioni Milella di Lecce, diretta da Cosimo Colazzo, dopo l’uscita inaugurale di un libro di Paolo Cherchi (“Le ‘meraviglie’ di Eco”) si arricchisce di un secondo volume dedicato allo scrittore Vincenzo Consolo.
Questi i riferimenti bibliografici del libro: Giuliana Adamo (cur.), “Ritrovare Vincenzo Consolo. Storia, memoria e attualità nella sua opera”, con una premessa di Giulio Ferroni, scritti di Giuliana Adamo, Sebastiano Burgaretta, Luigi Camarilla, Miguel Angel Cuevas, Rosalba Galvagno, Nicolò Messina, Dario Stazzone (Edizioni Milella, Lecce, 2024, 144 p., ISBN 9788833290515).
Il libro, pubblicato con il contributo del Ministero della Cultura, Direzione Generale Educazione Ricerca e Istituti Culturali del Ministero della Cultura, raccoglie gli interventi che si sono tenuti a Rovereto per una giornata di studi organizzata dall’Associazione Culturale Piazza del Mondo, dal titolo “Scrittura e impegno civile. Nel decennale della morte, Vincenzo Consolo e la sua eredità” (23-24 Novembre 2022. Biblioteca civica G. Tartarotti di Rovereto, Sala Multimediale).
Il volume si compone di scritti di accreditati studiosi dello scrittore siciliano e propone l’analisi dell’opera insieme, in alcuni casi, a testimonianze d’un rapporto di sodale amicizia.
Cosa emerge dal volume come nucleo qualificante di senso? La complessità della figura di scrittore di Vincenzo Consolo, che propone di vivere il mondo-linguaggio come una trama che bisogna sondare, guardare criticamente, disarticolare nel mentre si costruisce. Il mondo-linguaggio è segnato dal potere. E quindi bisogna saper entrarci, evitando di cedere alle illusorie certezze dell’evidenza, abitarlo con sensibilità, scoprire nella memoria il nascosto, nella storia il tacitato, e, guardando all’oggi, minando il senso comune e ogni imposizione. Un’attività di resistenza che non può essere semplicistico rifiuto, che deve ordinarsi alla logica della complessità. ‘Ritrovare Consolo’, allora, significa questo. Cercare, in un mondo che ha smarrito la capacità di osservare le cose criticamente e autonomamente, per performare secondo le attese, sempre più veloce e superficiale, il valore, invece, della scelta, della riflessione, della creatività autonoma.
Dal libro emerge l’importanza attuale di un’esperienza forse inattuale, ma essenziale proprio oggi, e che invita alla responsabilità verso arte, letteratura, scrittura e verso società e politica.
Cosimo Colazzo, dal 2024, dirige la collana “Risonanze” delle edizioni Milella, supportato da un comitato scientifico molto prestigioso – Giuliana Adamo (Trinity College Dublin), Zygmunt Barański (University of Notre Dame), Nadia Cannata (Università Sapienza, Roma), Andrea Caranti (Università di Trento), César Camarero (compositore, Sevilla), Paolo Cherchi (University of Chicago, Accademico Lincei), Ilaria Colazzo (University of Leeds), Nicolò Messina (Universitat de València), Corinna Salvadori Lonergan (Trinity College Dublin), Francesco Sardelli (University of Melbourne), Marco Sonzogni (Victoria University of Wellington), Mário Vieira de Carvalho (Universidade Nova de Lisboa), Luciano Zampese (Université de Genève).
Lo spirito della collana è fotografato nella descrizione che la riguarda nel risvolto di copertina: “Un tessuto di risonanze tra discipline. Punti di vista diversi: confronto tra metodi, attitudini e culture. Una collana polifonica: umanesimo, scienze, arti in contrappunto. Il singolo che modula se stesso nel rapporto con l’altro: dialoghi, interazioni, complementarietà, integrazioni. L’ascolto dell’altro richiede una sospensione di confini, un’azione per smarginarli e renderli campo di transiti e traduzioni.”
A inaugurare la collana, a ottobre 2024, un libro di straordinario interesse, come tutti i libri di Paolo Cherchi, che ne è l’autore: filologo coltissimo, capace di tessere relazioni con fini tessiture dentro i periodi storici e tra periodi storici diversi, esploratore unico dentro le pieghe della storia, capace di trovare in ombre e dettagli mondi pieni di rivelazioni. Ecco i dettagli bibliografici del volume: Paolo Cherchi, Le ‘meraviglie’ di Eco, Milella, Lecce, 2024, p. 268.
Emeritus della Chicago University e accademico dei Lincei, pubblica così un libro sul tema della scrittura che è costantemente eco d’altra scrittura, costitutivamente doppia e specchio, in alcuni casi ponendo a centro creativo, capace di liberare meraviglie, sorprese e inquietanti risonanze, proprio quest’aspetto.
Cherchi tratta del tema della eco, dello specchio, delle risonanze, del falso, della copia, della trascrizione, del plagio. Concetti che sono vivi nel contesto della cultura barocca, ma che non mancano di esserci vicini e parlanti.
Colazzo dice del libro di Cherchi: “Non potevamo chiedere di meglio per inaugurare la nostra nuova collana Risonanze, che trova un suo battesimo di grande valore nel libro che l’avvia. Per l’autore, filologo di prestigio internazionale, già docente alla Università di Chicago, ora Emeritus e accademico dei Lincei (e partecipe del Comitato scientifico della collana), e per il testo che propone, tessuto tra i meandri del labirinto dei richiami e delle risonanze testuali. Specchi, anamorfosi, echi da autore ad autore, da genere a genere, di contesto in contesto in un vasto, caleidoscopico circuito di rimandi che orchestra da grande maestro. Ci spiega così, nella sua maniera affabile, antiaccademica, ironica – ma quanto profonda di conoscenza e capacità di visioni e connessioni –, in fondo, come funzionano cultura e linguaggio, creatività, trasmissione e traduzione di saperi. Lo ringraziamo per il dono prezioso di questo libro, augurandogli di incontrare lettori e lettrici che vi si avventurino con curiosità e gioia. Un ringraziamento va anche alle edizioni Milella, che avviano con noi l’avventura di una nuova collana, in uno spirito di naviganti della cultura, come vorremmo essere.”
Paolo Cherchi, filologo romanzo, Emeritus Professor alla Chicago University, Accademico dei Lincei (socio straniero), è autore di un’importante bibliografia che spazia storicamente attraverso secoli, letterature, contesti. Ha scritto oltre 400 pubblicazioni scientifiche tra monografie, curatele, saggi, articoli e recensioni. Nel 2000 ha ricevuto il riconoscimento speciale della giuria del Premio Dessì.
Cosimo Colazzo è autore di un saggio, Webern e Goethe. Reti di relazioni, tra serie e urpflanze, pubblicato recentemente all’interno di un volume, a cura di Pier Alberto Porceddu Cilione, dal titolo Contributi a Interpretazione. Reti di relazioni generate da un’opera d’arte – Vol. III (Mimesis, Milano-Udine 2024, ISBN 9791222311845).
Il saggio di Colazzo tratta del pensiero compositivo di Anton Webern in relazione alla filosofia della natura di Johan Wolfgang Goethe, soprattutto nel riferimento al concetto/immagine dell’Urpflanze, più volte richiamato dal compositore quale metafora viva di ciò che è la creatività artistica e soprattutto la sua idea di composizione, di germinazione frutto di una logica formale che è contestualmente del vivente prodursi musicale.
Quest’asse di indagine conduce a porre in interazione le riflessioni del compositore con quanto può emergere all’analisi compositiva, così che quel riferimento si innesta in concreti aspetti del discorso musicale weberniamo.
Il saggio approfondisce opera e pensiero di Webern, nella cornice di un contesto culturale attivo nella prima parte del Novecento, dove un ruolo importante è svolto dal pensiero di Goethe. Webern è ispirato dal suo pensiero della natura e dell’arte, dalla sua idea di forma ricercata e definita in entrambi i domini in un gioco di rispecchiamenti capaci di essere generativi e creativi.
Se questa è la sensibilità che Webern va coltivando con le sue riflessioni, con la sua musica, con le sue letture, allora il Webern di cui si appropria lo sperimentalismo del secondo dopoguerra abbisogna di essere passato al vaglio di un webernismo critico.
Ricordiamo che il tema di Webern, della necessità di una rilettura critica di Webern, e del rapporto tra pensiero di Webern e Goethe, è stato al centro di un saggio di Cosimo Colazzo pubblicato molti anni fa dalla “Nuova Rivista Musicale Italiana”: Cosimo Colazzo, Le metamorfosi del tempo. Per un webernismo critico. La concezione musicale di Anton Webern in rapporto al pensiero di J. W. Goethe, in «Nuova Rivista Muiscale Italiana», n. 1, gennaio-marzo 1994, Nuova Eri edizioni, pp. 57-68.