Archivi categoria: Interpretazione, analisi, ricerca artistica

Cosimo Colazzo per Performa 2013 alla Universidade do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre, in Brasile

Performa è uno degli eventi più attesi, a livello internazionale, nell’ambito della ricerca intorno alle culture dell’interpretazione musicale. Vi convengono artisti, studiosi di varie discipline per confrontarsi sulle questioni di maggior rilievo, rispetto all’interpretazione musicale, nella relazione con le letterature storiche, come rispetto a oggi, dove la musica appare in una condizione costantemente interrogativa, anche rispetto ai rapporti tra composizione, interpretazione, pubblico, nuovi media.

Performa intende presentare prospettive innovative nella ricerca che riguarda la performance musicale, incentivando il dialogo interdisciplinare.  L’evento si svolge a cadenza biennale, e quest’anno si tiene in Brasile, ospite della Universidade Federal do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre,, dal 31 maggio al 2 giugno 2013. La edizione 2013 di Performa privilegia la tematica della ricerca artistica nella performance musicale.  Collaborano all’evento, oltre all’Università ospitante, la Associação Brasileira de Performance Musical (ABRAPEM), la Universidade de Aveiro, in Portogallo, e INET-MD (Instituto de Etnomusicologia – Centro de Estudos em Música e Dança).

Cosimo Colazzo, docente di composizione al Conservatorio di musica di Trento, nonché pianista, impegnato su repertori specifici del ‘900, è stato chiamato a partecipare a Performa 2013, con un recital e una conferenza dedicati alla musica di Federico Mompou, compositore catalano del ‘900, autore di un’opera non vasta, dove il pianoforte risulta privilegiato, che costituisce il distillato di una ricerca estremamente concentrata, rivolta ai valori del silenzio, della meditazione, dell’ascolto. Sono valori che Mompou esprime con un linguaggio molto sottile e sensibile, dove vale il senso del timbro, della risonanza, del suono ricercato. Non è tanto la macchina narrativa che interessa, la produzione dello sviluppo e della forma ampia e compiuta. L’inverso, invece, la presenza sonora risonante, il suono che si effonde nell’aperto, nell’aria, che ha una sua dinamica di definizione-individuazione e di estinzione, che va seguita in tutta questa vita mobile, diversa, flessibile e fluida. Il suono non è un’entità fissa e definita. E’ qualcosa che si compie, che si trova stando in una condizione di apertura e di ascolto. In questa condizione di flessibilità, che si nutre molto di passività, il suono non va elaborato, trattato dalla macchina narrativa. Va dato in una sua presenza abbandonata, in un tempo largo e dilatato. Non analizzato, non elaborato, ripetuto o trasposto

Lo studio di Colazzo precisa propriamente questo metodo della composizione in Mompou, che ritrova in costanti della costruzione, attraverso l’intera opera.

Su Mompou Colazzo ha svolto diversi studi, che approdano ora alla veste di pubblicazione, a livello internazionale. Tra le prossime pubblicazioni, un saggio in un volume della Cambridge Scholars Publishing, e un saggio per la rivista Lineas della Université de Pau in Francia.

Per Performa Colazzo interpreterà Musica callada, una vasta opera in quattro libri, scritta da Mompou nell’arco di circa dieci anni, tra il 1959 e il 1967. Un’opera che si ispira ai temi del  silenzio, come suggerisce lo stesso titolo, e di un rapporto diverso con il suono. Nel seminario che accompagna il concerto, Colazzo propone a confronto ciò che può precisarsi in un metodo della costruzione compositiva con questioni che riguardano l’interpretazione musicale. Nello studio di Colazzo, emergono, allora, da un lato, i rilievi su un linguaggio musicale e compositivo molto originale, che privilegia le dimensioni del silenzio, della risonanza, della sottrazione, della passività e dell’ascolto; mentre vengono ad evidenza, dall’altro, certe opzioni sull’interpretazione musicale e pianistica che sono esplicitate dallo stesso Mompou in suoi scritti. Né viene trascurato quanto si espone, in diretto rapporto, attraverso le interpretazioni pianistiche dello stesso Mompou, intorno a proprie opere.

Di seguito, l’abstract dell’intervento di Colazzo.

ABSTRACT

Cosimo COLAZZO

Transformar el tiempo musical. Interpretación y composición en Federico Mompou.

 Performa 2013 – Conference on Musical Performance Studies – Porto Alegre (Brasil), Universidade do Rio Grande do Sul – 30 de mayo – 1 de junio de 2013.

 Federico Mompou ha dejado algunos escritos, sus observaciones sobre la interpretación de su música, como también su directas interpretaciones pianísticas. En relación a las cuestiones de la  interpretación de una obra que se propone con caracteres de originalidad, como es la de Mompou, es de gran interés poner en relación las cuestiones y las soluciones propuestas por Mompou para la interpretación de su obra, y su método de composición, identificado a través de una  análisis de la obra, que pueda entender el significado de un camino que tiende a la simplificación y a la reducción del material, que valora la repetición y la traslación en vez de la elaboración evolutiva y del desarrollo , en contextos marcados por la agógica ralentizada, larga, tranquila, y una dinámica vuelta al piano,  fascinada por el sentido de la distancia y del alejamiento. ¿Cómo Mompou realiza el sentido de una música que se propone en un umbral, en un limen, y tiene en una liquida correlación  sonido y silencio, escritura y oralidad, composición y escucha? A nivel compositivo, proponiendo un método de la reducción, de la espera y de la pasividad. A nivel interpretativo, individuando una investigación que tiende a pensar y realizar la figura en su dinámica de trasformación, obtenida a través de la gestión del toque en muchas matices, y de la temporalidad, que se hace móvil junto con el definirse de la figura.

Este estudio, que se propone en la forma de una clase-concierto, entiende poner en evidencia el complejo de las cuestiones que emergen en la investigación compositiva y interpretativa  de la musica de Mompou, a través de sus obras pianísticas, la análisis compositiva de ellas,  y los legados que encontramos por sus interpretaciones y sus notas sobre la interpretación de su musica.

La análisis compositiva e la interpretación se centrará sobre todo en estas obras de Mompou: Cants Màgics (1917/19), Charmes (1920/21), Préludes (1927/60), Souvenirs de l’Exposition (1937), Musica Callada (1959/67), sin desatender aperturas  hacia otras importantes obras y lugares de ellas.

 

Pubblicato un saggio di Cosimo Colazzo, sulla musica di Fernando Lopes-Graça, in un volume della Université de Lorraine di Nancy

E’ stato pubblicato un saggio di Cosimo Colazzo, in un volume edito da Pun – Editions Universitaires de Lorraine di Nancy. Il saggio di Cosimo Colazzo, in francese, dal titolo Modernisme, avant-garde et traditions populaires. Recherches artistiques et musicales en Espagne e au Portugal : la synthèse militante de Fernando Lopes-Graça, è dedicato allamusica nella penisola iberica nel ‘900, con un particolare riferimento all’opera militante di Fernando Lopes-Graça.

Il volume che comprende il saggio di Colazzo raccoglie gli atti di un Convegno, tenutosi nel 2012, organizzato dalla Université de Lorraine in Francia. Reca il titolo Emprunts et transferts culturels : du monde luso-hispanophone vers l’Europe, è curato da Nicole Fourtané et Michèle Guiraud, docenti alla Université de Lorraine di Nancy, ed è dedicato ai flussi di rapporti culturali che si tessono storicamente tra penisola iberica e Europa, e inoltre tra i paesi ispanofoni e lusofoni fuori dall’Europa (dall’America Latina, all’Africa, all’Asia) e l’Europa, che, da questi punti di vista, risulta un panorama frastagliato, casa madre e parente, ma anche mondo altro.

Il tema generale è fertile di spunti, perché, appunto, consiste dimolte pieghe, di molte rifrazioni culturali, di una pluralità di percorsi dove si genera il senso della traduzione culturale. Il confronto, il dialogo soffrono l’ipoteca anche di un gesto originario, fatto di sopraffazione e violenza, come è stato quello coloniale. Ma anche in questo caso la relazione non è nell’ordine del tratto lineare, corrispondendo, invece, a un ordito complesso, dove l’altro è qualcosa di familiare ma anche di diverso, ciò che si vorrebbe respingere, ma anche ciò che attrae, in quanto fonte di una delle radici essenziali del sé. Il senso dell’identità e dell’alterità, della traduzione e del transito culturale sono concetti che riguardano in un senso essenziale l’analisi delle culture ispaniche e lusitane.

Cosimo Colazzo, nel suo saggio, tesse una mappa articolata di figure e posizioni che riguardano le ricerche musicali e artistiche che nel ‘900 hanno animato Spagna e Portogallo. La penisola iberica consiste di molte aree storico-culturali al suo interno, e inoltre va tenuto presente quanto si genera nel rapporto con le colonie o le ex colonie. Va osservato quanto si definisce in percorsi di influenza, in rapporti con il resto dell’Europa. Esiste una rete di influenze e transiti tra le varie aree, ma si danno anche storie locali e peculiari, e rapporti che interessano più in generale l’Europa. Spagna e Portogallo sono storicamente su una faglia critica, alle soglie tra l’Europa e l’altro mondo: l’Islam prima, ma poi anche il Nuovo Mondo, o ancora altri mondi lontani, l’Oriente o l’Africa. Sono la porta dell’Europa e il margine di questa. Periferia ma anche luogo essenziale di comunicazione, di estensione e apertura. E’ questo che le rende un universo particolare, ricco di spunti per l’esplorazione.

In Portogallo, nel ‘900, risulta importante la ricerca di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), autore di un complesso consistente di opere, nel suo lungo percorso creativo, e insieme di un itinerario coerente, segnato nel senso dell’approfondimento critico, come anche della sfida creativa. E’ in rapporto con le ricerche che animano e accendono l’Europa, verso la liberazione dei linguaggi, verso la dissonanza, l’apertura dei generi. Insieme è spinto verso l’attenzione al patrimonio folclorico, sede di un potenziale rinnovamento delle culture. Soprattutto il patrimonio delle terre contadine, ancora intatto, da portare a emersione, con il suo carico di diversità, di sfida al pensiero corrente. Tesoro creativo e anche di valori culturali e morali. L’atteggiamento di Lopes-Graça sa intrecciare le due dimensioni, delle risorse del linguaggio e del monito etico-politico. Ne risulta un’opera che è stata esemplare per valori artistici e per esempio di impegno culturale. Non a caso la dittatura fascista gli aveva inibito l’insegnamento e gli incarichi pubblici; lo aveva tenuto in carcere. Lo guardava con grande sospetto. Lopes-Graça non ha mai abbandonato il Portogallo. Ha coltivato la sua missione di ricerca artistica e culturale, dedicandosi integralmente alla composizione. La Rivoluzione dei Garofani nel 1974 lo avrebbe poi esaltato come uno dei padri storici del nuovo Portogallo.

A partire dal seguente link è possibile prendere visione del saggio di Cosimo Colazzo:

Cosimo Colazzo, Modernisme, avant-garde et traditions populaires. Recherches artistiques et musicales en Espagne et au Portugal : la synthèse militante de Fernando Lopes-Graça. In Nicole Fourtané et Michèle Guiraud (ed.), Emprunts et transferts culturels : du monde luso-hispanophone vers l’Europe », Atti Convegno « Emprunts et transferts culturels : du monde luso hispanophone vers l’Europe ».  31 mai et 1er juin 2012. Université de Lorraine – Nancy (France), Editions Universitaires de Lorrain – Presse Universitaires de Nancy, Nancy, 2012. pp. 13-25.

Due interventi di Cosimo Colazzo, sul linguaggio compositivo di Federico Mompou, alla Université de Pau et des Pays de l’Adour, in Francia, e alla California State University di Bakersfield

Cosimo Colazzo, compositore, docente al Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento,  interviene in due convegni internazionali, in Francia e negli Stati Uniti, con due studi dedicati all’opera e al linguaggio musicale e compositivo di Federico Mompou.

Federico Mompou (1893-1987),  autore catalano del ’900,  è al centro di due relazioni che Cosimo Colazzo, compositore, docente al Conservatorio “Bonporti” di Trento, tiene in due importanti convegni internazionali, dedicati alla cultura spagnolo del secolo XX. Il primo Convegno, che reca il titolo “El existencialismo en España y en los filósofos del exilio”.  si svolge alla Université di Pau et des Pays de L’Adour, in Francia, dove è attivo un importante centro di ricerca dedicato alla letteratura e alle culture di area ispanica, nei giorni 24 e 25 gennaio 2013. Il Convegno è dedicato al tema dell’esistenzialismo, che in molti intellettuali e artisti si è legato all’esigenza e alla volontà di produrre una resistenza contro il regime franchista instauratosi a partire dagli anni ’30. Questo ha procurato, in molti casi, una diaspora intellettuale, che ha coinvolto le figure più impegnate e artisti di grande levatura.

Ma c’è anche una dimensione non così visibile, di una opzione per l’esilio interiore, di cui troviamo espressione esemplare in un autore come Federico Mompou. Durante la guerra civile è in Francia. Con l’arrivo della seconda guerra mondiale ritorna nella sua Barcellona, e qui rimarrà in seguito, durante tutta la vita. Non assume posizione di contrasto rispetto al regime. Neanche ne è cantore, intellettuale e musicista ufficiale.

Le sue scelte di vita sono state come di un evitamento del conflitto, di una sospensione della realtà, dell’assunzione del quotidiano in una dimensione sospesa e atemporale, fatta di frammenti, e questi come silenti e irrelati.

Una dimensione della sospensione, del differimento della scelta, dell’attesa, che si riverbera nelle dimensioni, probabilmente, del politico come dell’arte. E’ qui, nella sua musica, così personale, che troviamo il senso di un esistenzialismo, che può dirsi cifra del sonoro ricercato e dell’organizzazione compositiva.

C’è il senso che l’intervento compositivo non può corrispondere a piani preordinati, a una presa forte e ordinante del soggetto che sceglie e organizza. C’è l’idea che la composizione deve integrarsi radicalmente con la dimensione dell’ascolto, la scrittura deve confrontarsi con l’oralità, con l’attesa di una suggestione ricercata anche in una dimensione di passività. Mompou non sviluppa, piuttosto ripete, o traspone.

Esiste un metodo compositivo, che è proprio della musica di Mompou, che lo studio di Colazzo, dal titolo Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou. indaga e rileva, individuandolo negli aspetti più pregnanti.

L’altro Convegno si tiene alla California State University di Bakersfield, secondo una modalità di svolgimento innovativa, vale a dire con partecipazione in termini virtuali da parte degli studiosi, nella forma di interventi video.  Quest’altro Convegno, dal titolo “Third International Symposium on ideology, politics and demands in Spanish language, literatur ande film. ‘Otherness in hispanic culture” si tiene nei giorni dal 24 al 26 gennaio ed è dedicato al tema dell’alterità, della “otredad” in Spagna.

Quello della “otredad” è un tema con risvolti d’attualità, nella condizione odierna dove sono rilevanti i tratti della multiculturalità, con poderosi flussi migratori, e diventa importante trattare i temi del pluralismo e del riconoscimento delle diversità religiose e di genere. La Spagna ha operato nella direzione di una società che ha voluto rendersi aperta e vivere integralmente il senso della democrazia, dopo i lunghi anni opachi del franchismo. Ma il tema attraversa anche storicamente la cultura spagnola. La poesia, la filosofia spagnola la letteratura, hanno riflettuto notevolmente sul tema della “otredad”.

E’ un tema che Colazzo tratta  nel suo studio, dal titolo La otredad esperada. Reducción del sujeto y del acto compositivo, abertura al silencio y a la resonancia, en la musica de Federico Mompou proponendolo in relazione con l’opera e alla poetica di Federico Mompou.

L’ideale di Mompou è quello dell’attesa e del silenzio, della solitudine, del margine. Tutto si svolge come su una soglia porosa, che può far trapassare ciò che invece è tenuto distinto e separato. L’alterità può rendersi presente. Mompou si propone come in attesa dell’alterità, che lo raggiunga, come in una relazione medianica.  Bisogna che l’io riduca il suo spessore, si faccia trasparente, verso l’alterità, verso l’oltre del suono-nota, verso la risonanza che galleggia nel silenzio.

Il suono non è funzione, è esperienza. Qualcosa che vive in se stesso il senso di un universo mobile e in trasformazione. Il suono di Mompou è così affinato, così ricercato, che si è reso trasparente al silenzio. La sua forma non ha nulla degli archi narrativi ampi e dialettici. E’ fatta dei confini del dilagare di un suono e di una risonanza. Si svolge lenta perché ha bisogno che il suono riveli tutta la sua dimensione intorno, le sue prospettive di fughe e lontananza. Anche le dinamiche si rivolgono al nulla, al quasi-niente. La soglia di suono e silenzio, di io e alterità,  intende farsi incerta, confondersi, in una liquidità desiderante.

Colazzo interviene in un convegno dedicato al tema della “otredad” in Spagna

24 Gennaio 2013a26 Gennaio 2013

Cosimo Colazzo interviene in un Convegno dedicato al tema dell’alterità, della “otredad” in Spagna. Il Convegno, “Third International Symposium on ideology, politics and demands in Spanish language, literatur and film. ‘Otherness in hispanic culture'”,  è organizzato con la collaborazione della California State University Bakersfield, il patrocinio di Universidad de Cantabria di Santander e Universidad del País Vasco. Il Congresso assume la formula innovativa del Convegno che si svolge integralmente sulla rete, attraverso contributi degli studiosi invitati, che si danno nella forma di documenti pubblicati nello spazio del Convegno, in genere a carattere multimediale.

Rispetto ai documenti pubblicati, sarà possibile attivare una discussione e un dibattito attraverso chat, che sarà attiva nei giorni di svolgimento del Convegno, fissati dal 24 al 26 gennaio. Nella settimana antecedente e in quella seguente resterà attivo uno spazio di forum di discussione, sempre intorno alle tematiche di rilievo che riguardano il Simposio.

Gli atti del Convegno saranno infine pubblicati in un volume edito da Cambridge Scholars Publishing.

Quello della “otredad” è un tema con risvolti d’attualità, nella condizione odierna dove sono rilevanti i tratti della multiculturalità, con poderosi flussi migratori, e diventa importante trattare i temi del pluralismo e del riconoscimento delle diversità religiose e di genere. La Spagna ha operato nella direzione di una società che ha voluto rendersi aperta e vivere integralmente il senso della democrazia, dopo i lunghi anni opachi del franchismo. Ma il tema attraversa anche storicamente la cultura spagnola. La poesia, la filosofia spagnola la letteratura, hanno riflettuto notevolmente sul tema della “otredad”.

Anche la musica. Lo troviamo in una figura originale, come quella di Federico Mompou, che consuona, in questo senso, con altre voci importanti della cultura spagnola del XX secolo. In epoca franchista molti intellettuali sono stati costretti all’esilio. E alcuni sono rimasti. Mompou è rimasto, ma si è calato come in una dimensione di esilio interiore, di allontanamento dai canoni rigidi dell’ufficialità. Il suo ideale è quello dell’attesa e del silenzio, della solitudine, del margine. Bisogna che l’io riduca il suo spessore, si faccia trasparente, verso l’alterità, verso l’oltre del suono-nota, verso la risonanza che galleggia nel silenzio. Il suono non è funzione, è esperienza. Qualcosa che vive in se stesso il senso di un universo mobile e in trasformazione. Il suono di Mompou è così affinato, così ricercato, che si è reso trasparente al silenzio. La sua forma non ha nulla degli archi narrativi ampi e dialettici. E’ fatta dei confini del dilagare di un suono e di una risonanza. Si svolge lenta perché ha bisogno che il suono riveli tutta la sua dimensione intorno, le sue prospettive di fughe e lontananza. Anche le dinamiche si rivolgono al nulla, al quasi-niente. La soglia di suono e silenzio, di io e alterità,  intende farsi incerta, confondersi, in una liquidità desiderante.

Cosimo Colazzo indaga questi temi, nel suo testo, che viene ospitato nel Convegno, dal titolo “La otredad esperada. Reducción del sujeto y del acto compositivo, abertura al silencio y a la resonancia, en la musica de Federico Mompou”. Nel suo intervento Colazzo indaga analiticamente il testo di “Musica callada”  (opera in quattro quaderni, scritta nell’arco di circa un decennio, a partire dal 1959), per individuare il senso dell’esperienza di Mompou, come si rivela nelle scelte compositive effettuate, che sono sempre nell’ordine della sottrazione, della riduzione, dello svuotamento, dell’apertura di spazio al silenzio e alla risonanza.

Di seguito diamo l’abstract che riguarda l’intervento di Colazzo al Convegno.

ABSTRACT

COSIMO COLAZZO – La otredad esperada. Reducción del sujeto y del acto compositivo, abertura al silencio y a la resonancia, en la musica de Federico Mompou.

Federico Mompou (1893-1987), compositor catalán, autor de un catálogo muy concentrado y reducido, que se refiere sobre todo a obras para piano, pone en crisis, con su musica, la lógica de la argumentación y de las conexiones, de las grandes narraciones, de la gran forma, para llegar a una visión diferente del sujeto, que no tiene lugar, que está en un limen, en un umbral, en una espera. Mompou investiga los pliegues de la realidad del sonido y de la resonancia, investiga el silencio.

Su música está  intencionadamente en un umbral, casi no tiene acceso a la dimensión compositiva: hecha de pocos elementos mínimos, que el compositor organiza con una mano sensible, no imperativa. Así debe tomar la existencia en su condición de temporalidad. Estamos hechos de tiempo, tocados, atravesados por el tiempo, por lo cual cambiantes: no realidad dura, sino resonancia.

Las configuraciones armónicas, más que expresadas en objetos específicos, se determinan como resonancias, están en situaciones como sin fronteras, dentro de campos de probabilidad. Las sonoridades y el tiempo se alargan, se relajan. Estamos dentro de una música del silencio, que requiere una escucha diferente. Es una música en la que el sujeto tiende a no estar presente, a no dirigir el resultado. En este sentido, pide una razón que pueda darse en la dimensión de la resonancia, del silencio, de la escucha, de la espera. De pasividad y divergencia. De la otredad.

Palabras Clave: Mompou – Otredad – Resonancia – Silencio – Sustracción del sujeto

Cosimo Colazzo alla Université de Pau in Francia

24 Gennaio 2013a25 Gennaio 2013

Cosimo Colazzo interviene con una sua relazione, dedicata alla musica di Federico Mompou, in un convegno organizzato dalla Université de Pau et des Pays de l’Adour, nel Sud della Francia, tra Atlantico e Pirenei. Il Convegno è organizzato dal Centro di studi e ricerche “Arc Atlantique”, interno all’Università, che indaga tematiche di interesse letterario, filosofico, artistico, riguardanti le culture di area atlantica, e in particolare dell’area francese e ispano-lusitana, nelle aperture e proiezioni che riguardano le Americhe come i Paesi caraibici.

Il Convegno è dedicato al tema dell’esistenzialismo in Spagna, che si disegna in combinato, anche, con una cultura della dissidenza, dell’esilio, perché investe molti intellettuali, di varia formazione, espatriati. L’intellettualità dell’esilio nel periodo del franchismo raggiunge vari paesi in Europa e in America.

Il Convegno reca significativamente il titolo “EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO”, a richiamare la condizione di un pensiero, come quello esistenzialista, che trova in Spagna un innesto, e diverse formulazioni e declinazioni, tra cui anche quella di una divergenza resistente, che si propone in contrasto con i codici convenzionali, con il conformismo e l’ubbidienza passiva pretesi dal regime.

L’esilio scelto o imposto riguarda anche molti musicisti. Si pensi, ad esempio, a Rodolfo Halffter, che ripara in Messico, o Nin-Culmell, negli Stati Uniti, o ancora Pablo Casals che sceglie infine Puerto Rico.

Ma c’è anche una dimensione non così visibile, di una opzione per l’esilio interiore, di cui troviamo espressione esemplare in un autore come Federico Mompou. Durante la guerra civile è in Francia. Con l’arrivo della seconda guerra mondiale ritorna nella sua Barcellona, e qui rimarrà in seguito, durante tutta la vita. Non assume posizione di contrasto rispetto al regime. Neanche ne è cantore, intellettuale e musicista ufficiale.

Le sue scelte di vita sono state come di un evitamento del conflitto, di una sospensione della realtà, dell’assunzione del quotidiano in una dimensione sospesa e atemporale, fatta di frammenti, e questi come silenti e irrelati.

Una dimensione della sospensione, del differimento della scelta, che si riverbera nelle dimensioni, probabilmente, del politico come dell’arte. E’ qui, nella sua musica, così personale, che troviamo il senso di un esistenzialismo, che può dirsi cifra del sonoro ricercato e dell’organizzazione compositiva.

C’è il senso che l’intervento compositivo non può corrispondere a piani preordinati, a una presa forte e ordinante del soggetto che sceglie e organizza. Ma deve corrispondere a un itinerario che è di segno inverso, nel senso dell’abbandono di ogni volontà ordinante e imperativa sul materiale, di ascolto del possibile. C’è un’idea che il senso è ai margini del soggetto, in un’alterità che va ascoltata, captata e quindi integrata nella musica, che assume quindi il senso non di un discorso forte, ma di una risonanza, di un’apertura, di una sfrangiatura, di una dispersione dei contorni netti. Questo è la musica di Mompou. Che in questo senso dialoga con il sacro.

Egli è un musicista che sente la religione, ma non in termini codificati, regolati, precettistici. La sua è una religiosità nel senso della sottrazione di una fiducia forte nel soggetto, nella storia. E’ una religiosità che nasce direttamente correlata alla perdita di senso del centro, e insieme con l’attenzione prestata alle pieghe, ai bordi. E’ qui, in questa dimensione della parola decentrata, del suono che si mescola al silenzio, che prende figura il rapporto con l’alterità, verso cui si vorrebbe muovere, da cui si ricevono i segnali che poi possono depositare nel flusso musicale.

Di questi temi parla Cosimo Colazzo nel suo studio, dal titolo Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou. Lo studio che Colazzo espone al convegno è dedicato alla musica di Mompou e al suo particolare modo di sentire il suono e la composizione, come si rivela in un testo musicale che abbisogna di un’analisi così orientata, che sappia entrare dentro le pieghe del segno, oltre la definizione puntuale e notale del suono, nelle sue rifrazioni, nelle tensioni, nelle risonanze.

La relazione parlerà anche del dialogo di Mompou, in rapporto a queste scelte particolari di approccio compositivo, con la religione e il sacro, che assume, anche in questo caso, le declinazioni del discorso esistenzialista.

Di seguito riportiamo l’abstract dell’intervento di Colazzo al Convegno, che richiama questi contenuti, e che troverà argomenti nella relazione.

Cosimo Colazzo, Esilio del soggetto, sottrazione dell’atto compositivo, scritture musicali e sonore dell’esistenza e del sacro in Federico Mompou

Relazione a Convegno di studi interdisciplinari EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Pau (Francia) 24.25 gennaio 2013.

ABSTRACT

Esiste una dimensione dell’esilio interiore, che non è stata molto indagata, e che riguarda chi è rimasto in patria. Non incluso nelle dinamiche del potere, non ha avuto la forza del gesto risolutivo, dell’allontanamento, della diaspora, del dissenso plateale. Una dimensione silenziosa, di sottrazione del sé dalla dimensione del conflitto, della dialettica, è quella che riguarda Federico Mompou (1893-1987), compositore catalano, autore di un catalogo molto concentrato e ridotto, che riguarda per lo più opere pianistiche.
Egli è coinvolto intimamente, per una opzione che investe anche la sua personalità, dentro il pensiero e un modo di sentire esistenzialista. Di un esistenzialismo che mette in crisi la logica dell’argomentazione e delle connessioni, delle grandi narrazioni, della grande forma, per approdare a una diversa visione del soggetto, che non prende posizione, che sta in una soglia, in un’attesa.
E’ qui che si apre una connessione, molto sentita, in Mompou, tra un’arte che deve indagare le pieghe della realtà del suono, e un sentimento esistenzialista della vita, sentita come un mistero, cui ci si può approcciare con un originale sentimento religioso.
Federico Mompou ha scritto, nell’arco di circa dieci anni, un’opera, articolata in quattro quaderni, “Música callada” (1959-1967), che costituisce un percorso di meditazione sonora e di individuazione di alcuni elementi nodali del sacro.
La sua musica miratamente si tiene su una soglia, quasi non ha accesso alla dimensione compositiva. E’ fatta di pochi, minimi elementi, che il compositore organizza con una mano sensibile ma non impositiva. Deve così cogliere l’esistenza, nella sua condizione di temporalità. Noi siamo fatti di tempo, attraversati dal tempo, perciò cangianti, non realtà dura, ma risonanza.
Così le configurazioni armoniche, più che espresse in oggetti precisi, si determinano come nelle risonanze, quindi si presentano dentro situazioni come senza margini, dentro campi di probabilità.
Le sonorità e il tempo sono allargati, distesi. Si è dentro una musica del silenzio, che richiede un ascolto diverso. E’ una musica in cui il soggetto tende a non rendersi presente, a non orientare il risultato. In questo senso chiama a un rapporto, che possa darsi nella dimensione della risonanza, del silenzio, dell’ascolto, dell’attesa.
Significativamente, con il titolo, Música callada, richiama San Juan de la Cruz, e i suoi versi che ci parlano di “música callada”, “soledad sonora”.
Ma il richiamo, più coevo, è anche alla poesia e alla filosofia di Maria Zambrano, alla sua idea di passività e di divergenza.
L’intervento richiamerà questi temi in prospettiva interdisciplinare e addentrandosi dentro l’analisi dei testi musicali, al fine di evidenziare come il piano delle tecniche, improntate nel segno prevalente della sottrazione, della sensibile riduzione dell’atto compositivo, significhi un rapporto con la dimensione religiosa, che Mompou ha sempre sentito molto.

Praole chiave: Esistenzialismo – Esilio – Risonanza – Silenzio – Attesa – Sacro. Existencialismo – Exilio – Resonancia – Silencio – Espera – Sacro

Cosimo Colazzo terrà la sua relazione in lingua spagnola. Di seguito diamo il testo dell’abstract in spagnolo.

Cosimo Colazzo, Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou

Jornadas de investigación interdisciplinaria EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Pau (France) 24 y 25 de enero de 2013.

RESUMEN

Abstract

Hay una dimensión del exilio interior, que no se ha explorado mucho, y que se refiere a los que se quedaron en patria. No incluidos en las dinámicas del poder, no tenían la fuerza para actuar resoluciones: la diáspora, la disidencia flagrante. Una dimensión silenciosa, de sustracción del yo de la dimensión del conflicto, de la dialéctica, concierne  Federico Mompou (1893-1987), compositor catalán, autor de un catálogo muy concentrado y reducido, que se refiere sobre todo a obras para piano.

Él está íntimamente involucrado, por una opción que también es de su personalidad, en el pensamiento y en una forma de sentimiento existencialista. De un existencialismo que pone en crisis la lógica de la argumentación y de las conexiones, de las grandes narraciones, de la gran forma, para llegar a una visión diferente del sujeto, que no tiene lugar, que está en un limen, en un umbral, en una espera.

Aquí se abre una conexión en Mompou, entre un arte que tiene que investigar los pliegues de la realidad del sonido y un sentimiento existencialista de la vida, sentida como un misterio, que podemos acercarnos con un original sentimiento religioso.

Federico Mompou escribió, en un período de diez años, una obra en cuatro libros, “Música callada” (1959-1967) para piano, que es un camino de meditación sonora y de detección de unos elementos nodales de lo sagrado y de la existencia.

Su música está  intencionadamente en un umbral, casi no tiene acceso a la dimensión compositiva: hecha de pocos elementos mínimos, que el compositor organiza con una mano sensible, no imperativa. Así debe tomar la existencia en su condición de temporalidad. Estamos hechos de tiempo, tocados, atravesados por el tiempo, por lo cual cambiantes: no realidad dura, sino resonancia.

Las configuraciones armónicas, más que expresadas en objetos específicos, se determinan como resonancias, están en situaciones como sin fronteras, dentro de campos de probabilidad. Las sonoridades y el tiempo se alargan, se relajan. Estamos dentro una música del silencio, que requiere una escucha diferente. Es una música en la que el sujeto tiende a no estar presente, a no dirigir el resultado. En este sentido, pide una razón que pueda darse en la dimensión de la resonancia, del silencio, de la escucha, de la espera.

Significativamente, con el título, Música callada, se refiere a San Juan de la Cruz, y a su versos che nos hablan de “música callada”, “soledad sonora”.

Pero la referencia, más contemporánea, es también a la poesía y a la filosofía de María Zambrano, a su idea de pasividad y de divergencia.

El estudio tratará estos temas en una perspectiva interdisciplinaria y a través de los textos musicales, con el fin de mostrar cómo el plano de una música que se propone con el signo de la sustracción, de la reducción significativa del acto compositivo, abre una fuerte relación con la experiencia existencialista, vivida en una clave religiosa.

Palabras Clave: Existencialismo – Exilio – Resonancia – Silencio – Espera – Sacro

Qui il programma dettagliato definitivo delle Giornate di studio.

Pubblicati sul sito file di ascolto MP3 di interpretazioni di Cosimo Colazzo

Sono pubblicati sul sito www.cosimocolazzo.it, alla pagina dedicata “MP3 interprete” (http://www.cosimocolazzo.it/mp3-interprete), file scaricabili, in formato MP3, delle interpretazioni di Cosimo Colazzo

Aggiornata la pagina su “Libri e saggi”, nel sito

E’ aggiornata la pagina dedicata alle pubblicazioni di Cosimo Colazzo, nella forma di libri, saggi in volumi collettanei, saggi in riviste, raggiungibile dal menù a sinistra del sito, sotto la voce “Libri e saggi”, nel sito www.cosimocolazzo.it, in particolare all’indirizzo http://www.cosimocolazzo.it/ricerca/libri. In molti casi è possibile scaricare le pubblicazioni, in formato PDF.

Cosimo Colazzo all’Universidade Nova de Lisboa. Per un convegno, con una relazione su Fernando Lopes-Graça, e, in parallelo, per un momento di concerto con i Cinco Nocturnos per pianoforte

19 Ottobre 2012a20 Ottobre 2012

All’Universidade Nova di Lisbona, Cosimo Colazzo presenta una relazione, sul linguaggio compositivo di Fernando Lopes-Graça, nell’ambito di un Convegno, che si svolge nei prossimi 19 e 20 ottobre. Accanto al Convegno, tiene, per l’Università, un concerto, con musiche di Lopes-Graça.

Cosimo Colazzo interviene, con una sua relazione, a un convegno organizzato dall’Unviersidade Nova di Lisbona, in particolare dalla Facoltà di Scienze Sociali e Umane, e dal CESEM, un centro studi, interno all’Università, che si occupa di sociologia ed estetica musicale. Il Convegno è dedicato a un’importante figura di intellettuale portoghese, che è stato molto attivo in campo culturale e musicale. Si tratta di João de Freitas Branco, musicologo e matematico, figlio, peraltro, del compositore Luís Freitas Branco, una figura storica, fondativa della nuova musica nel ‘900 in Portogallo.  João de Freitas Branco ha tenuto importanti, storiche trasmissioni radiofoniche (importante quella dal titolo ‘O gosto pela musica’, che si è sviluppata addirittura nell’arco di trent’anni, diventando un riferimento di apertura e dibattito culturale per il mondo musicale portoghese), ed è stato direttore artistico e sovrintendente dei più importanti teatri (come il Teatro Nacional de São Carlos a Lisbona).

Nel quadro degli approfondimenti che il Convegno porta sulla figura di João de Freitas Branco, si propone un intervento di Cosimo Colazzo sulla figura di Fernando Lopes-Graça, figura importante di musicista e compositore nel ‘900, probabilmente la figura di maggiore spessore nel secolo, autore di una vasta opera, dove l’innovazione si tiene unita a una sempre presente sensibilità musicale. Lopes-Graça ebbe rapporti con João de Freitas Branco, in quanto entrambi partecipavano di un comune sentire, che li portava a richiedere un movimento culturale di emancipazione dall’autarchia imposta, anche nello spazio delle politiche culturali, dal regime dell’Estado Novo.

Lopes-Graça, infatti, fu oppositore del regime fascista di Salazar. E’ stato per questo perseguitato dal regime, che gli ha impedito di ricoprire qualsiasi incarico pubblico e di insegnamento. Questo per svariati decenni. Lopes-Graça non si è mai piegato. Ha perseguito la sua dimensione artistica di compositore impegnato, che ha prodotto infine un catalogo molto vasto, reso pregnante da un’altissima qualità estetico-musicale, e poi da un percorso di massima coerenza nello sviluppo dei linguaggi.

Lopes-Graça è un compositore in linea con le ricerche più avanzate che nel ‘900 vanno formulandosi in Europa. Conosce approfonditamente l’opera dei compositori che vanno sperimentando e ricercando i nuovi linguaggi musicali: l’amatissimo Bartók, ma anche Hindemith, Stravinskij, i francesi, e così via.

Definisce un suo personale linguaggio, all’incrocio tra le ricerche etnomusicologiche che va conducendo sul canto popolare contadino portoghese, e gli sviluppi di una musica d’impronta fortemente post-tonale. Le risorse post-tonali convengono nella sua musica, adottate con un senso di massimo rigore, di predilezione per la struttura sorvegliata, essenziale. Diciamo della tonalità allargata e sospesa, dell’impiego che ritroviamo consistente, delle scale ottotoniche, della poliarmonia, della politonalità, della polimodalità. Sono possibilità che ritroviamo impiegate sempre con massimo senso del risultato, come delle coerenze interne delle strutture in campo. Anche laddove sistemi sonori diversi vengano a coesistere in uno stesso pezzo, c’è il senso del percorso di transito, passaggio e modulazione, dall’uno all’altro, da sorvegliare. E poi c’è il senso dell’esito sonoro di quanto la forma concorre a costruire. C’è una sensibilità vivissima per il risultato sonoro, che genera un’estrema duttilità musicale di quanto il compositore viene plasmando.

La relazione di Colazzo tratterà di questi aspetti. Di come viene a condursi l’innesto, nelle opere in cui ciò avvenga, di riprese da musiche popolari contadine, dentro contesti di ricerca post-tonale. Di come si realizzi un transito organico e un dialogo creativo tra i due mondi, con germinazioni e sviluppi. E’ anche in questo senso che una dimensione artistica ricca e organica, pienamente autonoma, dal punto di vista estetico, si veicola in messaggio politico: per la rivoluzione sociale e politica, che è aspirazione presente in Lopes-Graça.

Accanto al Convegno, Colazzo tiene un momento di concerto, per l’Universidade Nova di Lisbona (sabato 20 ottobre alle ore 18.30, all’Auditorium dell’Università), con l’esecuzione dei Cinco Nocturnos, un’opera profonda e visionaria di Lopes-Graça, dove il suono, anche fortemente dissonante, ma essenziale nelle sue strutture (che sono sempre sorvegliate, puntate verso il senso dello spoglio, della liberazione dalle ridondanze), si apre a dimensione timbrica, liberata, e con un alto senso poetico.

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Qui il manifesto del Convegno e il programma dettagliato.

Qui il comunicato stampa, sugli interventi di Colazzo.

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Info Evento:

Colóquio ‘O Gosto pela Música’, homenagem a João de Freitas Branco, no 90º aniversário do seu nascimento

Universidade Nova de Lisboa

19 -20 ottobre 2012

Organizzato da CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa Faculdade de Ciências Sociais e humanas, FCT Fundação para a Ciência e la Tecnologia.

Relazione Cosimo Colazzo (20 ottobre 2012, ore 10.30) – La investigación creativa de Fernando Lopes-Graça. Investigaciones sonoras, lenguajes y técnicas compositivas. Una manera de pensar la relación, el sujeto, la transferencia cultural

Concerto, con Cinco Nocturnos per pianoforte di Fernando Lopes-Graça, sabato 20 ottobre 2012, ore 18.30, Auditorium Universidade Nova de Lisboa, pianista Cosimo Colazzo.

La ricerca di Cosimo Colazzo su Fernando Lopes-Graça a due importanti convegni internazionali

14 Settembre 2012a16 Settembre 2012
19 Ottobre 2012a20 Ottobre 2012

Cosimo Colazzo, nell’ambito di una ricerca che conduce, sull’opera di Fernando Lopes-Graça, compositore portoghese del ‘900, interviene nel contesto di due importanti convegni internazionali, uno a Rimini, presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi”, in svolgimento nei prossimi 14-15-16 settembre, e uno a Lisbona, presso la Universidade Nova, in ottobre, nei giorni 19 e 20. Emerge una figura militante di artista, rivolta decisamente verso la sperimentazione dei linguaggi post-tonali, che è anche figura militante dal punto di vista politico, contro un regime, come quello dell’Estado Novo, che esprime una politica fascista, che crea e conserva blocchi di potere e blocchi sociali, che realizza politiche culturali restrittive, prescrivendo ciò che può circolare e reprimendo ogni voce di dissidenza. Come quella di Lopes-Graça, costantemente isolato dal regime, che gli ha impedito di ricoprire incarichi pubblici, di svolgere attività di insegnamento, che ne ha censurato l’opera, e lo ha anche tenuto in carcere.

Cosimo Colazzo sta conducendo una ricerca, a carattere musicologico e artistico, attraverso interventi di concerto, interventi in convegni, conferenze, pubblicazioni, intorno a un compositore del ‘900, Fernando Lopes-Graça, portoghese, che è autore di un’opera considerevole. Di là dai numeri, pure notevoli, delle opere in catalogo, è la qualità musicale dell’opera, che viene in risalto.

Nei prossimi giorni 14-15-16 settembre partecipa con una relazione su Lopes-Graça al IX Convegno internazionale di Analisi e Teoria Musicale, che si tiene a Rimini, presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi”, promosso dal GATM (Gruppo di analisi e teoria musicale), da Analitica, rivista online di studi musicali, e da altri soggetti, tra cui la Sagra Musicale Malatestiana.

La relazione su Lopes-Graça analizza i legami che la sua opera intrattiene con il folclore contadino, secondo un pensiero che subito ci rinvia a Béla Bartók. Lopes-Graça ha interessi etnomusicologici, si reca sul campo per registrare e trascrivere i canti contadini. E’ autore di adattamenti corali a cappella, sulle melodie raccolte. In questo caso le melodie sono riprese con scrupoloso rispetto. Inoltre gli adattamenti sono scritti per un coro amatoriale, il coro dell’Academia dos Amoderes de Musica, che egli dirige, che non è un coro professionale. Per questo devono essere relativamente prudenti, sorvegliati, circa le difficoltà esecutive e di linguaggio. Nondimeno Lopes-Graça tende ad agire su uno spettro ampio di possibilità, dal diatonico a un linguaggio anche decisamente cromatizzato. Ci sono poi le opere che non sono legate a una così stretta funzionalità, per cui può esprimere più liberamente il suo ideale estetico. Le melodie sono riprese, presentate abbastanza integre, con pochi interventi, ma il contesto disegnato è ricco di possibilità, e si va dal modalismo (di più inerente l’originale) al polimodalismo, dalla tonalità allargata a interventi più spinti, nel segno del cromatismo e della ricerca della dissonanza anche in funzione timbrico-materica.  La particolarità di una tale scrittura è la capacità di trovare una continuità di relazioni anche verso territori molto sviluppati dal punto di vista del linguaggio e del pensiero compositivo. L’originale arcaico e pre-tonale delle melodie rurali si lega agli ideali post-tonali, secondo percorsi di coerenza formale, che tessono il senso di un’integrazione molto organizzata e naturale.

Sono questi i temi che tocca la ricerca di Cosimo Colazzo, presentata al Convegno, insieme con rilievi che vengono a connettere una ricerca estetica così improntata, nell’attenzione verso il mondo musicale rurale e verso le ricerche compositive avanzate di segno post-tonale, con un percorso di impegno politico, che Lopes-Graça conduce con scelte di massima coerenza, contro il regime dell’Estado Novo.

Sempre intorno a Lopes-Graça, Colazzo sviluppa una relazione, che tiene a un convegno organizzato dall’Universidade Nova di Lisbona e dal CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical. Il convegno, dal titolo “O gosto pe la musica”  si terrà nei giorni 19-20 ottobre 2012 a Lisbona, presso la Universidade Nova. La relazione toccherà i temi del rapporto tra creatività e dato etnico-popolare in Lopes-Graça, come anche la dimensione del suo impegno politico, che lega fortemente il percorso artistico, volto verso l’innovazione, con un’opposizione, che egli ha costantemente attivato, in varie forme, contro la dittatura di Salazar. Indagherà i rapporti di musica e politica in Lopes-Graça, che si tessono in termini complessi, disegnando un itinerario personale, dove sono in rilievo le questioni della creatività, del dato popolare, dell’innovazione di linguaggio, della critica razionale, del proposito costruttivo.

Quest’anno la ricerca di Colazzo ha richiamato l’attenzione dell’Università di Nancy in Francia, che, nel maggio scorso, l’ha chiamato per portare un contributo di studio, nel contesto di un Convegno dedicato proprio alle questioni dell’interazione culturale, del confronto e del trasferimento culturale, nell’ampio e articolato universo delle culture ispano-lusitane. Quella del trasferimento culturale è una questione centrale in Lopes-Graça, che, infatti, realizza un’interfaccia particolare di rapporto tra culture, i cui contesti sono diversi, come succede per il mondo contadino e il mondo dell’elaborazione artistica. Essi possono trovare modi di rispecchiamento e di comune proiezione creativa e critica. Possono realizzare un interessante esperimento, che è insieme artistico, di confronto culturale e sociale, e politico.

La ricerca che Colazzo sta conducendo, con una tale proiezione di confronti internazionali, è legata anche a un progetto di ricerca promosso dal Conservatorio di musica di Trento, di durata biennale, che mira alla produzione di un volume di scritti critici su Lopes-Graça e alla produzione di un CD con musiche di Lopes-Graça. In questo contesto collabora con il Museu da Musica Portuguesa dove si ritrova l’archivio di tutti i materiali di Lopes-Graça, e con altri soggetti di rilievo internazionale.

A partire da questo link: Comunicato stampa

Pieghevole informativo Convegno di Rimini

INFO:
IX Convegno di analisi e teoria musicale

Istituto musicale pareggiato “Lettieri” Rimini

14-15-16 settembre 2012

Organizzato da GATM Gruppo di Analisi e Teoria Musicale, Analitica rivista online di studi musicali, Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi” Rimini, Sagra Musicale Malatestiana.

Relazione Cosimo Colazzo, sabato 15 settembre:

Innesti e transiti, stratificazioni, processi di ripresa e trasformazione, dal dato etnomusicale alla costruzione artistica. Il linguaggio compositivo di Fernando Lopes-Graça

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Colóquio ‘O Gosto pela Música’, homenagem a João de Freitas Branco, no 90º aniversário do seu nascimento

Universidade Nova de Lisboa

19 -20 ottobre 2012

Organizzato da CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa Faculdade de Ciências Sociais e humanas, FCT Fundação para a Ciência e la Tecnologia.

Relazione Cosimo Colazzo

La investigación creativa de Fernando Lopes-Graça. Investigaciones sonoras, lenguajes y técnicas compositivas. Una manera de pensar la relación, el sujeto, la transferencia cultural

Concerto in duo, violino e pianoforte, alla Concert Hall del Middlebury College, con una prima esecuzione

11 Agosto 2012
21:00a22:00

Nel corso di un soggiorno negli Stati Uniti, dove sta tenendo concerti e lezioni in varie Università, Cosimo Colazzo è al Middlebury College, dove, dopo un concerto per pianoforte solo, anche con musiche proprie, tiene ora un concerto in duo, con il violinista Franco Sciannameo, noto musicista e musicologo, docente alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. In programma anche una composizione, in prima americana, di Cosimo Colazzo, per violino e pianoforte, dal titolo “La lenta discesa”.

Cosimo Colazzo è impegnato in questo periodo, da un mese ormai, negli Stati Uniti, per tenere una serie di lezioni e di concerti. Attualmente insegna al Middlebury College, nel Vermont, dove tiene un corso insieme con Franco Sciannameo, sulle culture musicali del Mediterraneo. Sempre al Middlebury College, Cosimo Colazzo, che è docente di Composizione al Conservatorio di musica Bonporti (di cui è stato direttore dal 2005 al 2011), ha già tenuto un importante concerto pianistico, mercoledì 1 agosto, con musiche proprie e di Federico Mompou. Anche in questo caso un orizzonte su una sensibilità estetica che può dirsi, nel senso del tempo, del suono, e per una propensione molto contemplativa, risalente a una visione mediterranea sulle cose. Così in “Musica callada” del catalano Mompou, che agisce nelle pieghe tra suono e silenzio; e nell’opera di Colazzo “Disteso a Oriente”, dove il tessuto musicale è curvo, flessibile, aperto, molto acqueo. Il concerto ha raccolto un vero successo, per la suggestione del programma, per la rarità di un’esecuzione integrale di “Musica callada”, con il suo impegno rispetto a particolari qualità sonore, e al tema particolare e difficile del suono che tenta le soglie del poco, del sottratto, quasi metafora costante del silenzio e di un oltre che assume caratteri mistici.

Nel secondo concerto, che tiene sempre al Middlebury College, nella splendida cornice della Concert Hall, in programma sabato 11 agosto alle ore 21.00, Colazzo suona in duo con Franco Sciannameo. Quest’ultimo è musicista e musicologo di valore internazionale, docente alla prestigiosa Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Come violinista ha suonato in orchestre di prestigio internazionale, come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, e in formazioni da camera, quartetti e ensemble (Solisti di Roma; Quartetto di Nuova Musica), con cui ha inciso vari dischi, spesso rivolti ai repertori contemporanei.

Attualmente suona in duo con Cosimo Colazzo, concentrandosi sui repertori, soprattutto, del ‘900. Nel concerto al Middlebury College il duo esegue musiche di Bach-Schumann, dello stesso Colazzo, di Nino Rota e di Joaquin Turina. Di Bach viene eseguita la “Sonata IV”, in una versione per violino e pianoforte, per cui Robert Schumann ha scritto la realizzazione pianistica. Una versione molto particolare, poco frequentata, in cui ritroviamo un intervento, da parte di Schumann, sempre molto discreto e rispettoso dell’originale bachiano.

Di Cosimo Colazzo, in prima statunitense, verrà eseguito “La lenta discesa II” per violino e pianoforte. Un brano, come spesso nella musica di Colazzo, che è spaziato, respira secondo archi trasognati, in atmosfere sospese, come verso lontani punti di fuga.  Il pezzo apre spazi e territori al silenzio. E’ come se volesse aprire il tempo a una dimensione più ampia, a un respiro lento, che si compie nei territori prossimi, del vuoto, del silenzio.

Di Nino Rota, Colazzo e Sciannameo eseguono la Sonata per violino e pianoforte, del 1936. Un brano in cui Rota esprime i caratteri della sua musica: un controllo calligrafico dell’espressività e della forma, e certe emergenze cantabili, che si danno nella forma dell’incanto, del sogno lontano, forse anche remoto, infantile.

Di Joaquin Turina, il duo esegue “El poema de una Sanluqueña”, un’opera dove il colore mediterraneo, della Spagna, anzi della luce andalusa, è espresso da Turina con toni raffinati, con un timbrismo fatto di trasparenze, o di densità sospese e porose. Un brano ispirato e ricco di impressioni timbriche, che impegnano equilibri ricercati tra i due strumenti.

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Comunicato stampa

Programma del Concerto

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Info Concerto:

Sabato 11 agosto, ore 21.00, Concert Hall Middlebury College, Middlebury, Stati Uniti, Vermont

Franco Sciannameo – violino

Cosimo Colazzo – pianoforte

Musiche di Bach-Schumann, Colazzo, Rota, Turina.

 

www.cosimocolazzo.it

www.middlebury.edu

info@cosimocolazzo.it

ccolazzo@middlebury.edu