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File audio del concerto pianistico di Cosimo Colazzo a MCA Concert Hall Middlebury College, con musiche di Casella, Colazzo, Mompou, Lopes-Graça, Nin-Culmell

E’ disponibile sul sito www.cosimocolazzo.it la serie di file audio relativa al concerto pianistico tenuto da Cosimo Colazzo alla MCA Concert Hall del Middlebury College, Vermont, Stati Uniti. Il programma del concerto ha compreso vari brani di Cosimo Colazzo (Voiles englouties par Ondine; Stanze; La piega il respiro), A notte alta di Alfredo Casella, Preludi di Federoco Mompou, Cinco Nocturnos di Fernando Lopes-Graça e Tonadas di Joaquin Nin-Culmell.

Di seguito i file per l’ascolto.

  • Registrazione live Concerto Middlebury College – Italian School, MCA Concert Hall, Mercoledì 31 luglio 2013, ore 21.00. Mediterraneo notturno meridiano, Recital pianistico di Cosimo Colazzo. Musiche di Casella, Colazzo, Mompou, Lopes-Graça, Nin-Culmell

Alfredo Casella (1883-1947), A notte alta (1917) poema musicale per pianoforte op. 30 [File MP3] [23:39] 

Cosimo Colazzo (1964), Voiles englouties par Ondine (1988) per pianoforte [File MP3] [05:24] 

Federico Mompou (1893-1987)da Preludes (1928) pour piano (Dans le style romance – Energiquement – Lentement et très espressif – [4] – Moderato, pour la main gauche) [File MP3] [20:00] 

Cosimo Colazzo (1964)Stanze (1997) per pianoforte [File MP3] [o9:00] 

Fernando Lopes-Graça (1906-1994)Cinco nocturnos (1959) per pianoforte (Tranquilo – Misterioso – Lusingando – Sostenuto – Lamentoso) [File MP3] [14:34] 

Cosimo Colazzo (1964)La piega il respiro (2013) per pianoforte (prima esecuzione assoluta) [File MP3] [12:36] 

Joaquin Nin-Culmell (1908-2004)da Tonadas – Vol. I (1956) per pianoforte (Saratarra naizela  – Jota castellana – Cancion de labrador  – Arada de Salamanca – Diferencia sobre la arada de Salamanca  – Charrada de Salamanca  – Baile de Burgos) [File MP3] [09:39] 

Alla seguente pagina è possibile ascoltare altre interpretazioni pianistiche di Cosimo Colazzo: http://www.cosimocolazzo.it/interprete/mp3-interprete

Per ascoltare le composizioni di Cosimo Colazzo, a questa pagina: http://www.cosimocolazzo.it/compositore/mp3

A questo link il programma di sala del Concerto alla MCA Concert Hall del Middlebury College, del 31 luglio 2013.

Qui di seguito un commento ai brani nel programma del Concerto.

Un viaggio attraverso un’idea particolare di Mediterraneo, visto nella chiave delle immagini della notte, o del sole meridiano.

Nella notte è l’idea della figura che si sfalda in risonanza, in un colore scuro che dilaga. E’ paesaggio silente, che si anima di suoni inediti, legandosi a una coscienza incerta, fluida, aperta al possibile. Così in Alfredo Casella (1883-1947), autore nel 1917 di un poema musicale per pianoforte, A notte alta, dove emerge il Casella che sperimenta una timbrica profetica, rivolta verso la dimensione della macchia sonora, del rumore, insieme con un’idea di forma e di temporalità, molto innovativa, dove vale il senso della risonanza.

Ed è l’idea della notte che emerge anche in un’opera del 1959 di Fernando Lopes-Graça (1906-1994). Si tratta degli splendidi Cinco Nocturnos, con il loro senso profondo dello scavo, dell’essenzialità figurale, insieme con certi scarti improvvisativi, che costituiscono come una piegatura della forma, dentro una dimensione di molta concentrazione e rigore.

Contemplazione, senso della risonanza, apertura dei materiali a un tempo che si allarga e li induce a respirare, senso della piega, della linea curva, si ritrovano nelle composizioni di Cosimo Colazzo: da Voiles englouties par Ondine (1988), con un gioco tecnico molto sottile su certi richiami a Debussy, a Stanze (1997), ripiegato su sonorità in ombra e anche densamente risonanti, al più recente La piega il respiro (2013) che viene presentato in prima esecuzione assoluta nel concerto.

C’è poi la luce mediterranea di Federico Mompou (1893-1987), anch’egli autore di una musica che è risonanza e piegatura del tempo, apertura al notturno, ma anche a una luce meridiana, stupefatta e fissa, nella sua esposizione pura dell’angolo retto. Così nel ciclo dei Preludes (1928).

E poi l’Iberia sognata di Joaquín Nin-Culmell (1908-2004), che dalla Spagna si trasferì negli Stati Uniti, nel 1939, con la madre e la sorella scrittrice Anaïs Nin (per i cui celebri Diari ha scritto le prefazioni) -, insegnando dapprima proprio al Middlebury College, dove Colazzo tiene il concerto. Un omaggio particolare, quindi, anche per questo motivo, a quest’autore, con il concerto. Successivamente Nin-Culmell avrebbe insegnato la Composizione alla University of California di Berkeley. Nelle Tonadas (1956), troviamo una Spagna sognata nel ricordo di una bellezza che è fatta di pochi gesti, di sottili disegni che emergono dentro lo sfumato della memoria.

 

Cosimo Colazzo negli Stati Uniti per alcuni concerti. Docente alla Italian School del Middlebury College, in Vermont, Colazzo dedica un primo concerto pianistico a musiche del ‘900 e proprie, nel tema della mediterraneità. Notturni e atmosfere contemplative. Un viaggio attraverso il bacino del mare nostrum, la penisola iberica, la Francia, l’Italia.

31 Luglio 2013
21:00a23:00

Cosimo Colazzo, docente al Conservatorio di musica “Bonporti” di Trento, è compositore e interprete che indaga soprattutto il Novecento musicale. Dal 2012 è docente al Middlebury College, negli Stati Uniti, dove tiene corsi e laboratori sulla musica e la cultura italiana. Tra luglio e agosto terrà una serie di concerti, presso la splendida cornice dalla Concert Hall del Mahaney Center for the Arts del Middlebury College. Il primo è un concerto pianistico, che tiene mercoledì 31 luglio alle ore 21:00. Nel concerto, che reca il titolo “Mediterraneo notturno meridiano”, Colazzo propone un programma con musiche proprie e di autori del ‘900, quali Alfredo Casella, Federico Mompou, Fernando Lopes-Graça, Joaquin Nin-Culmell. E’ un viaggio attraverso un’idea particolare di Mediterraneo, visto nel chiave delle immagini della notte, o del sole meridiano.

Nella notte è l’idea della figura che si sfalda in risonanza, in un colore scuro che dilaga. E’ paesaggio silente, che si anima di suoni inediti, legandosi a una coscienza incerta, fluida, aperta al possibile. Così in Alfredo Casella (1883-1947), autore nel 1917 di un poema musicale per pianoforte, A notte alta, dove emerge il Casella che sperimenta una timbrica profetica, rivolta verso la dimensione della macchia sonora, del rumore, insieme con un’idea di forma e di temporalità, molto innovativa, dove vale il senso della risonanza.

Ed è l’idea della notte che emerge anche in un’opera del 1959 di Fernando Lopes-Graça (1906-1994) che viene presentata nel concerto. Si tratta degli splendidi Cinco Nocturnos, con il loro senso profondo dello scavo, dell’essenzialità figurale, insieme con certi scarti improvvisativi, che costituiscono come una piegatura della forma, dentro una dimensione di molta concentrazione e rigore.

Contemplazione, senso della risonanza, apertura dei materiali a un tempo che si allarga e li induce a respirare, senso della piega, della linea curva, si ritrovano nelle composizioni di Cosimo Colazzo: da Voiles englouties par Ondine (1988), con un gioco tecnico molto sottile su certi richiami a Debussy, a Stanze (1997), ripiegato su sonorità in ombra e anche densamente risonanti, al più recente La piega il respiro (2013) che, nella versione per pianoforte solo, viene presentato in prima esecuzione assoluta nel concerto.

C’è poi la luce mediterranea di Federico Mompou (1893-1987), anch’egli autore di una musica che è risonanza e piegatura del tempo, apertura al notturno, ma anche a una luce meridiana, stupefatta e fissa, nella sua esposizione pura dell’angolo retto. Così nel ciclo dei Preludes (1928), di cui Colazzo presenta i primi sei brani.

E poi l’Iberia sognata di Joaquin Nin-Culmell (1908-2004), che dalla Spagna si trasferì con la famiglia  – anche con la sorella scrittrice, Anaïs Nin (per i cui celebri Diari ha scritto le prefazioni) – negli Stati Uniti, nel 1939, insegnando dapprima proprio al Middlebury College, dove Colazzo tiene il concerto. Un omaggio particolare, quindi, anche per questo motivo, a quest’autore, con il concerto. Successivamente Nin-Culmell avrebbe insegnato la Composizione alla University of California di Berkeley. Nelle Tonadas, di cui Colazzo esegue sette brani dal primo volume (del 1956), troviamo una Spagna sognata nel ricordo di una bellezza che è fatta di pochi gesti, di sottili disegni che emergono dentro lo sfumato della memoria.

Qui il programma del concerto

Qui il sito del Middlebury College

Qui il sito del Mahaney Center for the Arts presso il Middlebury College.

Un’immagine della Concert Hall

Comunicato stampa

Cosimo Colazzo al Conservatorio di Como per un concerto e un seminario sulla musica ispano-lusitana del ‘900. Con un particolare riferimento alla musica del catalano Federico Mompou e del portoghese Fernando Lopes-Graça.

8 Marzo 2013a9 Marzo 2013

Nel contesto delle ricerche che Cosimo Colazzo, docente di Composizione al Conservatorio di Trento, conduce sulle letterature musicali del ‘900 di area ispano-lusitana, si inscrivono alcuni appuntamenti organizzati dal Conservatorio di musica di Como, che su questi temi ha voluto proporre un seminario e un concerto.

Colazzo tiene il seminario venerdì 8 marzo 2013, con il titolo “Musica ispano-lusitana del ‘900. Seminario di analisi musicale”, presso il Conservatorio di Como, a partire dalle ore 11.00.

Il seminario svilupperà il suo approfondimento intorno al Novecento musicale, che, in Spagna e in Portogallo, assume declinazioni particolari, anche nel rapporto con le particolari vicende storiche che hanno riguardato, nel secolo, la penisola iberica. Si pensi, in Spagna, al trauma della Guerra Civile, che comporta l’insorgere della dittatura franchista. La Guerra Civile coinvolge fortemente gli intellettuali, che in molti casi esprimono attivamente il proprio impegno politico. A seguito del consolidamento della dittatura si assisterà a una diaspora, secondo percorsi di esilio che potranno riguardare l’Europa o l’America latina. Si pensi, in campo musicale, a Roberto Gerhard, che ripara in Gran Bretagna, o a Rodolfo Halffter che raggiunge il Messico. Altri musicisti invece sono in patria. Alcuni in una posizione supina rispetto al regime, altri in una dimensione di ritiro ed esilio interiore, come, ad esempio, Federico Mompou.

Anche il Portogallo, nel ‘900, vive un percorso storico e politico particolare. Dagli anni ’30 emerge un regime autoritario, in cui riveste un ruolo chiave Antonio Oliveira Salazar, che instaura una dittatura (che durerà decenni, sino alla Rivoluzione dei Garofani del 1974), che comprime fortemente gli spazi di libertà, e censura tutti gli oppositori. Ci sono musicisti che tengono un rapporto collaborativo rispetto al regime: come Rui Coelho, ad esempio, un musicista di solida formazione, che aveva studiato in Germania, entrando in contatto anche con Schönberg. Mentre altri sviluppano una resistenza militante, che li porta allo scontro diretto con il potere. E’ il caso di Fernando Lopes-Graça, che presto viene individuato come un oppositore da reprimere e isolare. Verrà privato, durante la sua vita, infatti, della possibilità di insegnare, pur vincitore di una cattedra al Conservatorio di Lisbona. Lo raggiungerà, addirittura, un decreto che gli inibisce di insegnare anche presso strutture private. Viene anche incarcerato.

Il seminario oltre che delineare il panorama delle vicende culturali e musicali che riguardano la penisola iberica nel ‘900, si concentrerà sull’opera del catalano Federico Mompou (1893-1987) e del portoghese Fernando Lopes-Graça (1906-1994), enucleando i tratti dei rispettivi linguaggi compositivi. Si sviluppano percorsi di grande fascino, per due personalità artistiche di massimo rilievo, che hanno dato luogo a opere che in entrambi i casi espongono il senso dell’assoluta dedizione all’arte e alla ricerca artistica. E questo sempre con tratti personalissimi.

Accanto al seminario Cosimo Colazzo propone un concerto, sabato 9 marzo alle ore 17.30, all’Auditorium del Conservatorio di Como, in duo pianistico (quattro mani e due pianoforti) con Maria Rosa Corbolini (docente di Pianoforte al Conservatorio di Trento), in cui saranno rappresentate importanti opere di Mompou e Lopes-Graça, accanto a opere di Alfredo Casella e Colazzo.

Di Lopes-Graça saranno eseguiti il Terzo Quaderno delle Melodias Rústicas Portuguesas, del 1979, per pianoforte a quattro mani, Paris 1937 (1937-1968) per due pianoforti, Prelúdio, Cena e Dança  (1929-1973). In questi pezzi emerge, da una parte, l’interesse per il patrimonio folclorico contadino del Portogallo, che Lopes-Graça innesta in contesti di ricerca avanzati, post-tonali, e dall’altra l’interesse per i linguaggi dissonanti, per le figurazioni asciutte e geometriche, per l’esposizione in rilievo delle strutture ritmiche.

Di Mompou Cosimo Colazzo eseguirà il Quarto Quaderno di Música Callada(1967), per pianoforte. Qui siamo nella dimensione di una ricerca che tende a individuare il suono in una dimensione sorgiva, in rapporto di risonanza con il silenzio, mentre le forme sono concise e lontane da ogni retorica dello sviluppo.

Di seguito, a partire dai seguenti link, è possibile prendere visione dei materiali che riguardano il Seminario e il Concerto.

–          Il programma del Seminario

–          Il programma del Concerto

ULTIM’ORA

Maria Rosa Corbolini non è potuta intervenire per il concerto in duo pianistico, in quanto ammalata.

Il concerto in questa forma è stato sostituito, nello stesso giorno e orario, da un concerto per pianoforte solo, tenuto da Cosimo Colazzo come pianista solista, con musiche di Mompou e Lopes-Graça. In particolare, Cosimo Colazzo ha interpretato l’integrale di Musica callada di Mompou, che consta di quattro quaderni, e Cinco Nocturnos di Lopes-Graça.

Di seguito, a partire dal seguente link, il programma del Concerto

Cosimo Colazzo per Performa 2013 alla Universidade do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre, in Brasile

Performa è uno degli eventi più attesi, a livello internazionale, nell’ambito della ricerca intorno alle culture dell’interpretazione musicale. Vi convengono artisti, studiosi di varie discipline per confrontarsi sulle questioni di maggior rilievo, rispetto all’interpretazione musicale, nella relazione con le letterature storiche, come rispetto a oggi, dove la musica appare in una condizione costantemente interrogativa, anche rispetto ai rapporti tra composizione, interpretazione, pubblico, nuovi media.

Performa intende presentare prospettive innovative nella ricerca che riguarda la performance musicale, incentivando il dialogo interdisciplinare.  L’evento si svolge a cadenza biennale, e quest’anno si tiene in Brasile, ospite della Universidade Federal do Rio Grande do Sul, a Porto Alegre,, dal 31 maggio al 2 giugno 2013. La edizione 2013 di Performa privilegia la tematica della ricerca artistica nella performance musicale.  Collaborano all’evento, oltre all’Università ospitante, la Associação Brasileira de Performance Musical (ABRAPEM), la Universidade de Aveiro, in Portogallo, e INET-MD (Instituto de Etnomusicologia – Centro de Estudos em Música e Dança).

Cosimo Colazzo, docente di composizione al Conservatorio di musica di Trento, nonché pianista, impegnato su repertori specifici del ‘900, è stato chiamato a partecipare a Performa 2013, con un recital e una conferenza dedicati alla musica di Federico Mompou, compositore catalano del ‘900, autore di un’opera non vasta, dove il pianoforte risulta privilegiato, che costituisce il distillato di una ricerca estremamente concentrata, rivolta ai valori del silenzio, della meditazione, dell’ascolto. Sono valori che Mompou esprime con un linguaggio molto sottile e sensibile, dove vale il senso del timbro, della risonanza, del suono ricercato. Non è tanto la macchina narrativa che interessa, la produzione dello sviluppo e della forma ampia e compiuta. L’inverso, invece, la presenza sonora risonante, il suono che si effonde nell’aperto, nell’aria, che ha una sua dinamica di definizione-individuazione e di estinzione, che va seguita in tutta questa vita mobile, diversa, flessibile e fluida. Il suono non è un’entità fissa e definita. E’ qualcosa che si compie, che si trova stando in una condizione di apertura e di ascolto. In questa condizione di flessibilità, che si nutre molto di passività, il suono non va elaborato, trattato dalla macchina narrativa. Va dato in una sua presenza abbandonata, in un tempo largo e dilatato. Non analizzato, non elaborato, ripetuto o trasposto

Lo studio di Colazzo precisa propriamente questo metodo della composizione in Mompou, che ritrova in costanti della costruzione, attraverso l’intera opera.

Su Mompou Colazzo ha svolto diversi studi, che approdano ora alla veste di pubblicazione, a livello internazionale. Tra le prossime pubblicazioni, un saggio in un volume della Cambridge Scholars Publishing, e un saggio per la rivista Lineas della Université de Pau in Francia.

Per Performa Colazzo interpreterà Musica callada, una vasta opera in quattro libri, scritta da Mompou nell’arco di circa dieci anni, tra il 1959 e il 1967. Un’opera che si ispira ai temi del  silenzio, come suggerisce lo stesso titolo, e di un rapporto diverso con il suono. Nel seminario che accompagna il concerto, Colazzo propone a confronto ciò che può precisarsi in un metodo della costruzione compositiva con questioni che riguardano l’interpretazione musicale. Nello studio di Colazzo, emergono, allora, da un lato, i rilievi su un linguaggio musicale e compositivo molto originale, che privilegia le dimensioni del silenzio, della risonanza, della sottrazione, della passività e dell’ascolto; mentre vengono ad evidenza, dall’altro, certe opzioni sull’interpretazione musicale e pianistica che sono esplicitate dallo stesso Mompou in suoi scritti. Né viene trascurato quanto si espone, in diretto rapporto, attraverso le interpretazioni pianistiche dello stesso Mompou, intorno a proprie opere.

Di seguito, l’abstract dell’intervento di Colazzo.

ABSTRACT

Cosimo COLAZZO

Transformar el tiempo musical. Interpretación y composición en Federico Mompou.

 Performa 2013 – Conference on Musical Performance Studies – Porto Alegre (Brasil), Universidade do Rio Grande do Sul – 30 de mayo – 1 de junio de 2013.

 Federico Mompou ha dejado algunos escritos, sus observaciones sobre la interpretación de su música, como también su directas interpretaciones pianísticas. En relación a las cuestiones de la  interpretación de una obra que se propone con caracteres de originalidad, como es la de Mompou, es de gran interés poner en relación las cuestiones y las soluciones propuestas por Mompou para la interpretación de su obra, y su método de composición, identificado a través de una  análisis de la obra, que pueda entender el significado de un camino que tiende a la simplificación y a la reducción del material, que valora la repetición y la traslación en vez de la elaboración evolutiva y del desarrollo , en contextos marcados por la agógica ralentizada, larga, tranquila, y una dinámica vuelta al piano,  fascinada por el sentido de la distancia y del alejamiento. ¿Cómo Mompou realiza el sentido de una música que se propone en un umbral, en un limen, y tiene en una liquida correlación  sonido y silencio, escritura y oralidad, composición y escucha? A nivel compositivo, proponiendo un método de la reducción, de la espera y de la pasividad. A nivel interpretativo, individuando una investigación que tiende a pensar y realizar la figura en su dinámica de trasformación, obtenida a través de la gestión del toque en muchas matices, y de la temporalidad, que se hace móvil junto con el definirse de la figura.

Este estudio, que se propone en la forma de una clase-concierto, entiende poner en evidencia el complejo de las cuestiones que emergen en la investigación compositiva y interpretativa  de la musica de Mompou, a través de sus obras pianísticas, la análisis compositiva de ellas,  y los legados que encontramos por sus interpretaciones y sus notas sobre la interpretación de su musica.

La análisis compositiva e la interpretación se centrará sobre todo en estas obras de Mompou: Cants Màgics (1917/19), Charmes (1920/21), Préludes (1927/60), Souvenirs de l’Exposition (1937), Musica Callada (1959/67), sin desatender aperturas  hacia otras importantes obras y lugares de ellas.

 

Pubblicati sul sito file di ascolto MP3 di interpretazioni di Cosimo Colazzo

Sono pubblicati sul sito www.cosimocolazzo.it, alla pagina dedicata “MP3 interprete” (http://www.cosimocolazzo.it/mp3-interprete), file scaricabili, in formato MP3, delle interpretazioni di Cosimo Colazzo

Cosimo Colazzo all’Universidade Nova de Lisboa. Per un convegno, con una relazione su Fernando Lopes-Graça, e, in parallelo, per un momento di concerto con i Cinco Nocturnos per pianoforte

19 Ottobre 2012a20 Ottobre 2012

All’Universidade Nova di Lisbona, Cosimo Colazzo presenta una relazione, sul linguaggio compositivo di Fernando Lopes-Graça, nell’ambito di un Convegno, che si svolge nei prossimi 19 e 20 ottobre. Accanto al Convegno, tiene, per l’Università, un concerto, con musiche di Lopes-Graça.

Cosimo Colazzo interviene, con una sua relazione, a un convegno organizzato dall’Unviersidade Nova di Lisbona, in particolare dalla Facoltà di Scienze Sociali e Umane, e dal CESEM, un centro studi, interno all’Università, che si occupa di sociologia ed estetica musicale. Il Convegno è dedicato a un’importante figura di intellettuale portoghese, che è stato molto attivo in campo culturale e musicale. Si tratta di João de Freitas Branco, musicologo e matematico, figlio, peraltro, del compositore Luís Freitas Branco, una figura storica, fondativa della nuova musica nel ‘900 in Portogallo.  João de Freitas Branco ha tenuto importanti, storiche trasmissioni radiofoniche (importante quella dal titolo ‘O gosto pela musica’, che si è sviluppata addirittura nell’arco di trent’anni, diventando un riferimento di apertura e dibattito culturale per il mondo musicale portoghese), ed è stato direttore artistico e sovrintendente dei più importanti teatri (come il Teatro Nacional de São Carlos a Lisbona).

Nel quadro degli approfondimenti che il Convegno porta sulla figura di João de Freitas Branco, si propone un intervento di Cosimo Colazzo sulla figura di Fernando Lopes-Graça, figura importante di musicista e compositore nel ‘900, probabilmente la figura di maggiore spessore nel secolo, autore di una vasta opera, dove l’innovazione si tiene unita a una sempre presente sensibilità musicale. Lopes-Graça ebbe rapporti con João de Freitas Branco, in quanto entrambi partecipavano di un comune sentire, che li portava a richiedere un movimento culturale di emancipazione dall’autarchia imposta, anche nello spazio delle politiche culturali, dal regime dell’Estado Novo.

Lopes-Graça, infatti, fu oppositore del regime fascista di Salazar. E’ stato per questo perseguitato dal regime, che gli ha impedito di ricoprire qualsiasi incarico pubblico e di insegnamento. Questo per svariati decenni. Lopes-Graça non si è mai piegato. Ha perseguito la sua dimensione artistica di compositore impegnato, che ha prodotto infine un catalogo molto vasto, reso pregnante da un’altissima qualità estetico-musicale, e poi da un percorso di massima coerenza nello sviluppo dei linguaggi.

Lopes-Graça è un compositore in linea con le ricerche più avanzate che nel ‘900 vanno formulandosi in Europa. Conosce approfonditamente l’opera dei compositori che vanno sperimentando e ricercando i nuovi linguaggi musicali: l’amatissimo Bartók, ma anche Hindemith, Stravinskij, i francesi, e così via.

Definisce un suo personale linguaggio, all’incrocio tra le ricerche etnomusicologiche che va conducendo sul canto popolare contadino portoghese, e gli sviluppi di una musica d’impronta fortemente post-tonale. Le risorse post-tonali convengono nella sua musica, adottate con un senso di massimo rigore, di predilezione per la struttura sorvegliata, essenziale. Diciamo della tonalità allargata e sospesa, dell’impiego che ritroviamo consistente, delle scale ottotoniche, della poliarmonia, della politonalità, della polimodalità. Sono possibilità che ritroviamo impiegate sempre con massimo senso del risultato, come delle coerenze interne delle strutture in campo. Anche laddove sistemi sonori diversi vengano a coesistere in uno stesso pezzo, c’è il senso del percorso di transito, passaggio e modulazione, dall’uno all’altro, da sorvegliare. E poi c’è il senso dell’esito sonoro di quanto la forma concorre a costruire. C’è una sensibilità vivissima per il risultato sonoro, che genera un’estrema duttilità musicale di quanto il compositore viene plasmando.

La relazione di Colazzo tratterà di questi aspetti. Di come viene a condursi l’innesto, nelle opere in cui ciò avvenga, di riprese da musiche popolari contadine, dentro contesti di ricerca post-tonale. Di come si realizzi un transito organico e un dialogo creativo tra i due mondi, con germinazioni e sviluppi. E’ anche in questo senso che una dimensione artistica ricca e organica, pienamente autonoma, dal punto di vista estetico, si veicola in messaggio politico: per la rivoluzione sociale e politica, che è aspirazione presente in Lopes-Graça.

Accanto al Convegno, Colazzo tiene un momento di concerto, per l’Universidade Nova di Lisbona (sabato 20 ottobre alle ore 18.30, all’Auditorium dell’Università), con l’esecuzione dei Cinco Nocturnos, un’opera profonda e visionaria di Lopes-Graça, dove il suono, anche fortemente dissonante, ma essenziale nelle sue strutture (che sono sempre sorvegliate, puntate verso il senso dello spoglio, della liberazione dalle ridondanze), si apre a dimensione timbrica, liberata, e con un alto senso poetico.

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Qui il manifesto del Convegno e il programma dettagliato.

Qui il comunicato stampa, sugli interventi di Colazzo.

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Info Evento:

Colóquio ‘O Gosto pela Música’, homenagem a João de Freitas Branco, no 90º aniversário do seu nascimento

Universidade Nova de Lisboa

19 -20 ottobre 2012

Organizzato da CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa Faculdade de Ciências Sociais e humanas, FCT Fundação para a Ciência e la Tecnologia.

Relazione Cosimo Colazzo (20 ottobre 2012, ore 10.30) – La investigación creativa de Fernando Lopes-Graça. Investigaciones sonoras, lenguajes y técnicas compositivas. Una manera de pensar la relación, el sujeto, la transferencia cultural

Concerto, con Cinco Nocturnos per pianoforte di Fernando Lopes-Graça, sabato 20 ottobre 2012, ore 18.30, Auditorium Universidade Nova de Lisboa, pianista Cosimo Colazzo.

Concerto a Middlebury, con musiche di Mompou e Colazzo

1 Agosto 2012
21:00a23:00

Cosimo Colazzo sta tenendo un corso, insieme con Franco Sciannameo (docente alla Carnegie Mellon di Pittsburgh), al Middlebury College, negli Stati Uniti, nel Vermont, dedicato alle culture musicali mediterranee, nel riferimento particolare all’etnocultura del Salento, che è ricca di una storia molto complessa e stratificata, dove radici molto arcaiche, risalenti al mondo greco-pagano, si intrecciano con successive plasmazioni, proprie del cristianesimo e del cattolicesimo. Il mondo contadino si fa sede di una tale modalità evolutiva, strutturando una cultura che trova proprie definizioni rituali, proprie codificazioni, un pensiero e una socialità, rispetto a cui si propone anche il ruolo della musica e della danza. Diventa esemplare quanto ha riguardato il tarantismo, come istituto socialmente convenuto di gestione di situazioni critiche e di conflitto, che vede nella musica e nella danza, come anche in altri aspetti di una situazione che si fa rituale, il veicolo di una soluzione. La musica è guarigione. Produce la transe e orienta verso un livello risolutivo della crisi.

Il Middlebury College riveste molto prestigio, per gli studi che vi si conducono e per lo straordinario livello delle strutture, che è stupefacente. Al suo interno c’è una facoltà interamente dedicata agli studi di italianistica. Vi convergono studenti dagli Stati Uniti e dall’estero, per condurre i propri studi, sino al livello ultimo del dottorato.

Presso il Middlebury College Cosimo Colazzo è anche artist in residence, e in questa veste terrà due concerti. Il primo, in programma per mercoledì 1 agosto, sarà tenuto alla Concert Hall del Middlebury College, alle ore 21.00, con musiche di Mompou e Colazzo. Il secondo, in duo (violino e pianoforte) con Franco Sciannameo, nella stessa sede, sabato 11 agosto, con musiche di Bach, Colazzo, Rota, Turina.

Opportunamente il concerto di Colazzo dell’1 agosto, per pianoforte solo, è intitolato “Musica nel silenzio”. Federico Mompou è un autore molto originale, che ha scritto soprattutto per il pianoforte, creando dei brani che propongono una nuova e diversa visione dell’ascolto, del suono, del silenzio. Quest’ultimo non è un’alterità inerte, ma qualcosa che si rende presente insieme con il suono. I brani sono organizzati in cicli di pezzi brevi. Respirano, nel contempo, il senso di un tempo allargatosi, che non impone mai gesti imperiosi, ed è invece duttile, flessibile. Non è solido, si fa poroso del silenzio. In questo senso avverte il silenzio come partecipe intimamente della musica. Il linguaggio di Mompou è sempre molto depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura.

Tra le sue opere risalta Musica callada, che Colazzo esegue integralmente nel concerto dell’1 agosto, con i suoi quattro quaderni, scritti nell’arco di oltre un decennio.  costituisce un disegno ampio, che copre più di un decennio. Quest’opera richiede all’interprete un’indagine sensibile sul suono e sul silenzio. Anche l’ascoltatore si fa partecipe di un progetto visionario e introflesso insieme, che vuole introdursi come in una piega della realtà, dove traluce una dimensione ulteriore. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

La musica di Mompou indica il bisogno di fare vuoto intorno, di rallentare il tempo sin quasi a sospenderlo, di prolungare l’attimo nella forma di una risonanza, come l’ombra di un’azione. In questa forma il soggetto rende lassi i propri confini e si apre a una dimensione ampia e flessibile, vagante, uno spazio di risonanza e silente, che è un di là, rispetto a cui possiamo approcciarci non con la logica, non con l’intensificazione della presa ragionante sulle cose, ma con l’abbandono di ogni volontà di potenza e controllo, disarmando il segno attivo, muovendo sensibili nell’attesa.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, il concerto presenta un’opera di Cosimo Colazzo, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce nel brano un senso flessibile del tempo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, ma anche  con un senso del suono sospeso, sfumato, galleggiante. Il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno.

Comunicato stampa

Programma del concerto

Info Concerto: Mercoledì 1 agosto, ore 21.00, Concert Hall Middlebury College – Pianista Cosimo Colazzo – Musiche di Mompou, Colazzo – www.cosimocolazzo.it

www.middlebury.edu – info@cosimocolazzo.it – ccolazzo@middlebury.edu

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Il concerto è stato registrato. Qui di seguito i FILE AUDIO del Concerto. Registrazione “live”, Concerto, Middlebury College, Middlebury Language Schools, Italian School, MCA Concert Hall, Middlebury College, 1 agosto 2012, ore 21.00, Pianista Cosimo Colazzo, Musiche di Mompou e Colazzo.  

Federico MOMPOU (1893-1987)   – MUSICA CALLADA (1959-1974)

Quaderno I [File MP3] [17:47]

I. (Angelico) – II. (Lent) – III. (Placide) – IV – (Afflitto e penoso) – V.  – VI.  (Lento) – VII. (Lento) – VIII. (Semplice)

         Quaderno II [File MP3] [12:30]

IX. (Lento) – X. (Lento – cantabile) – XI. (Allegretto) – XII. (Lento) – XIII. (Tranquilo – très càlme) – XIV. (Severo – sérieux) – XV. (Lento – plaintif) – XVI (Calme)

Quaderno III [File MP3] [11:05]

XVII. (Lento) – XVIII. (Luminoso) – XIX. (Tranquillo) – XX. (Calme) – XXI. (Lento)

Quaderno IV [File MP3] [19:04]

XXII. (Molto lento e tranquilo) – XXIII. (Calme, avec clarté) – XXIV. (Moderato) – XXV. – XXVI. (Lento) – XXVII (Lento molto) – XXVIII (Lento)

 Cosimo COLAZZO (1964) – DISTESO A ORIENTE (1997) per pianoforte [File MP3] [18:04]

 Pianista Cosimo COLAZZO

 

 

 

Cosimo Colazzo tiene un concerto alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, con musiche proprie e di Mompou

20 Luglio 2012
19:30a21:30

Cosimo Colazzo, docente al Conservatorio di musica “Bonporti”, di cui è stato direttore dal 2005 al 2011, tiene una serie di concerti, lezioni e corsi negli Stati Uniti, nei mesi di luglio e di agosto. Venerdì 20 luglio alle ore 19.30, suona alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh (una delle università americane più prestigiose, sede di corsi avanzatissimi, con docenti di grande reputazione internazionale), per un concerto pianistico, con musiche di Federico Mompou e proprie.

Successivamente sarà al Middlebury College, in Vermont, sempre negli U.S.A., dove terrà un corso, come visiting professor e sarà anche artist in residence. In quest’ultima veste terrà vari concerti, pianistici e di musica da camera. Sempre anche con musiche proprie.

Colazzo è compositore, pianista, direttore d’orchestra. In quanto pianista è stato vincitore di diversi concorsi, e tiene concerti dedicati soprattutto ai repertori del ‘900 e a musiche nuove. Rispetto al ‘900, inoltre, propone certe linee particolari di ricerca: riconducibili a poetiche che sollevano le questioni del rapporto tra suono e silenzio, di una forma aperta e flessibile, come per le opere di Mompou, Feldman, Ustvolskaya; oppure il senso dell’innesto tra repertori popolari di area marginale, rurale-contadina, e innovazioni di linguaggio, in campo armonico e ritmico, come nel caso di un autore, che in particolare Colazzo tratta, e su cui sta contribuendo molto a un’attenzione di livello internazionale, e cioè il portoghese Fernando Lopes-Graça.

Per il concerto di Pittsburgh propone il fascinoso Musica callada, di Mompou, un’opera vasta, per quanto composta di pezzi per lo più brevi e quasi aforistici, articolata in quattro libri, e realizzata dall’autore nell’arco di oltre un decennio. Accanto a Mompou un’opera dello stesso Colazzo, Disteso a Oriente, del 1997.

Federico Mompou è un autore originale nel panorama creativo e musicale del ‘900. Sorprende quel suo linguaggio, semplificato e depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura. Musica callada tenta, attraverso l’indagine sensibile sul suono, sul timbro, sull’ascolto e sul silenzio, di introdursi come in una piega della realtà, dove traluce un oltre, una dimensione ulteriore. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, Colazzo presenta, nel concerto, una sua opera, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce, nel brano, un medesimo senso flessibile del tempo. Gli oggetti sonori ricercano una vita duttile e sensibile, nel rapporto, anche con ciò che abitualmente si penserebbe come diverso, alternativo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, e anche  sempre con questo aspetto, del suono sospeso, sfumato, galleggiante. Scrive Colazzo, intorno al suo pezzo: “… il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno”.

Qui il Comunicato stampa.

Qui il programma del concerto.

Info Concerto: Venerdì 20 luglio 2012 ore 19.30. Carnegie Mellon University Pittsburgh (U.S.A.). Pianista Cosimo Colazzo. Musiche di Federico Mompou e Cosimo Colazzo

Cosimo Colazzo faculty member e artist in residence al Middlebury College

26 Luglio 2012a17 Agosto 2012

Cosimo Colazzo terrà un corso per il Middlebury College, nel Vermont in Usa, dal 26 luglio al 17 agosto,  in collaborazione con Franco Sciannameo, docente della Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dedicano il loro corso ai temi della musica popolare di area mediterranea, e soprattutto alla etnocultura del Salento, fortemente improntata da un istituto particolare, specifico di essa, che è il tarantismo.

Cosimo Colazzo così presenta il lavoro che sarà svolto nell’ambito del corso.

“Nel tarantismo ha avuto un ruolo importante la musica. Il tarantismo è un istituto culturale che tende a gestire una situazione di crisi del soggetto, che si esprime nella forma della dispersione del sè,  rispetto a cui si attiva un processo di cura attraverso la musica e la danza. La crisi trova nella musica un elemento di liberazione in flusso e di scatenamento, ma anche di messa in ritmo, di definizione in rituali convenuti, in figure riconosciute, e infine di risoluzione. Ha a che fare con l’etnocultura del Salento, con il mondo rurale e contadino, che ancora resisteva, e tuttavia andava fortemente trasformandosi, alla fine degli anni ’50, quando il fenomento è stato studiato da Ernesto De Martino.

“Osservato in quanto fenomeno antropologico, nella sua lunga corrente storica, mostra origini che sono nella cultura greca dei riti dionisiaci, così diffusi e radicati nell’area della Magna Grecia. E’ un fenomeno che incontra un’evoluzione storica, in cui si realizza un incrocio articolato e denso di tensioni, tra la antica cultura greca e la successiva cristiana. Ciò si avverte dall’epoca medioevale, e poi lungo molti secoli. Importante quanto si determina in rapporto alla cultura illuministica, che inaugura un’idea del tarantismo come malattia, rendendo marginali gli aspetti di costruzione culturale. Senonché questi aspetti, che hanno a che fare con la costruzione del rito, sono importanti, il cuore di senso del fenomeno. Si tratta di un istituto culturale, che ha posseduto sue strutture, suoi motivi costruttivi, sue proprie declinazioni. In esso musica e danza sono elementi portanti. Tuttavia, lo scontro determinato dalla religione, che voleva ridurre il portato eversivo del fenomeno, e dalla cultura scientista, che ne elideva tutto ciò che non poteva rientrare nel criterio della malattia da trattare, hanno determinato la fine progressiva del fenomeno, ridotto a mero ultimo rottame quando De Martino lo ha potuto osservare, con il suo gruppo di studiosi e ricercatori. Alla fine degli anni ’50 il fenomeno è estenuato, mostra gli ultimi spasmi. Il mondo contadino, che è il suo proprio ambiente, sta trasformandosi con l’avanzare della modernità e dell’urbanismo.

“Oggi c’è una ripresa del senso identitario salentito in relazione, molto, a quest’istituto culturale. Disperso totalmente nella realtà rituale originaria, il fenomeno rivive nella musica, che viene ripresa, sottoposta a molte continuazioni, e inviata a significati di festa collettiva. In questo senso, le estati salentine che si animano di musica, balli, con migliaia di persone che convergono a seguire i concerti, e innanzitutto il concertone della Notte della Taranta, che si svolge ogni anno a Melpignano., sono uno strano e bizzarro rimbalzo di un fenomeno storicamente, per molti versi, conclusosi.

“Rispetto al tarantismo, alla musica popolare salentina, alla pizzica-tarantata salentina, converge oggi un’idea di rinascita culturale e economica, che riguarda il Salento, in quanto terra di grandi bellezze naturali e dotata di una storia millenaria. Questa storia si dà spesso nella versione di nodo critico, che si genera all’incrocio tra mondi diversi e in conflitto. Questa cultura, pregna del senso della soglia e del margine critico, ha raggiunto, per vie complesse, i nostri giorni. Qualcosa si traduce dell’antico mondo. Qualcosa si eredita dei suoi istituti culturali, delle sue musiche.

“Il Salento vicino, di oggi, reclamizzato dalla pubblicità, possiede qualcosa di magico e esotico, che richiama il turismo. E’ luogo dell’estate, della festa, della musica e del ballo. Il Salento è luogo magico di creatività, una sorta di Giamaica dentro l’Europa. E’ porta verso l’Oriente. La musica del tarantismo, rivissuta, rimixata, messa in rapporto con altre musiche del mondo, o rappata, come fanno i Sud Sound System, libera l’ascolto verso altre dimensioni. I nuovi tarantati sono giovani che amano concedersi totalmente alla musica e allo sballo determinato dai suoni e dal ritmo.

“Questi sono i dati di un neotarantismo, che sorge per vie abbastanza paradossali, e su cui è andato innestandosi un progetto di marketing culturale e del territorio, che mostra di funzionare. Il Salento oggi è di moda.

“Il tarantismo continua ad essere, in questo senso, un fenomeno da studiare, in tutti i nuovi aspetti in cui è andato esprimendosi, in un tramonto che ha preso il colore di questa strana rinascita”.

In quanto artist in residence, Cosimo Colazzo tiene due concerti al Middlebury College. Uno, per pianoforte solo, con musiche di Mompou e dello stesso Colazzo (Disteso a Oriente). L’altro, in duo, violino e pianoforte, con Franco Sciannameo al violino, per un programma che propone musiche di Rota, Turina e Colazzo (La lenta discesa II),  oltre a Bach e Paganini per violino solo.

Concerto a Pittsburgh, di Cosimo Colazzo, con musiche di Mompou e proprie

20 Luglio 2012
19:30a21:30

All’Auditorium della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, negli Stati Uniti, Cosimo Colazzo tiene un concerto pianistico, con musiche di Mompou e proprie, venerdì 20 luglio alle ore 19.30.

In particolare, di Mompou esegue l’intero ciclo, in quattro quaderni, di Musica Callada. Mentre, dal proprio catalogo, Colazzo interpreta Disteso a Oriente. Un programma di specifico interesse, rispetto ai temi dell’ascolto, del silenzio, della forma che tende ad aprirsi verso deviazioni, o punti altri e lontani di suggestione e interesse. Se Mompou predilige la forma breve, l’opera di Colazzo è invece larga, ampia, estesa, spinta anche verso un pianismo, in alcuni momenti, molto esposto, articolato, di rilievo virtuosistico. Ma comune è il senso di un tempo che deve seguire altre vie, oltre quelle continuo-lineari: più curvate, disponibili a creare anse, pieghe, e dentro di queste, quelle fessure che guardano come a un oltre. Che Mompou ha sentito anche religiosamente, con un certo senso quasi-mistico. “Musica callada” è espressione che riprende da San Juan de la Cruz. Per Colazzo è come lo stare sospesi, aperti a un possibile, che si dà sempre come interrogazione, vibratile e non concettuale, ma anche non risolta, se non in uno stato di attesa, anche di contemplazione, ma di qualcosa che si dà in quanto sfuggente, sottrazione fors’anche vuoto.

Di seguito le note al programma di sala:

Federico Mompou è un autore originale nel panorama creativo e musicale del ‘900. Sorprende quel suo linguaggio, semplificato e depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura.

Soprattutto dedicata al pianoforte, la sua produzione s’è presto organizzata come in cicli: pezzi brevi, ma un racconto più ampio, un percorso, un arco di esperienza.

Tra questi Musica callada costituisce un disegno ampio, che copre più di un decennio. Articolata in quattro quaderni, quest’opera si presenta quasi come un diario intimo, di ciò che l’autore ricerca, rispetto al suono, alle armonie che presto si sollevano a timbro. Dialoghi con l’intorno culturale, anche alcune ramificazioni di evoluzioni, prove, esperimenti. Ma soprattutto dialoghi con se stesso. E una ricerca che travalica la musica, che tenta attraverso l’indagine sensibile sul suono, attraverso l’ascolto e il silenzio, di introdursi come in una piega della realtà, dove traluce un oltre, una dimensione ulteriore, dove l’anima si comprende anche religiosamente. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

Mompou è autore tutto interiore, come fuori dalla linearità di sviluppo e progresso, che tanto ha inciso sulle ricerche musicali del ‘900. E’ in dialogo con un sé profondo, sottratto al tempo, nucleo fissato in un’esperienza originaria, che si dice attraverso il suono e la risonanza. Perciò bisogna fare vuoto intorno, rallentare il tempo sin quasi a sospenderlo, prolungare l’attimo nella forma di una risonanza, come l’ombra di un’azione. In questa forma il soggetto rende lassi i propri confini e si apre a una dimensione ampia e flessibile, vagante, uno spazio di risonanza e silente, che è un di là, rispetto a cui possiamo approcciarci non con la logica, non con l’intensificazione della presa ragionante sulle cose, ma con l’abbandono di ogni volontà di potenza e controllo, disarmando il segno attivo, muovendo sensibili nell’attesa.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, presento, nel concerto, una mia opera, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce, forse, nel brano un tale senso flessibile del tempo. Gli oggetti sonori ricercano una vita duttile e sensibile, nel rapporto, anche con ciò che abitualmente si penserebbe come diverso, alternativo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, e anche  sempre con questo aspetto, del suono sospeso, sfumato, galleggiante.

Disteso a Oriente contempla uno schema sonoro metamorfico, secondo strofici respiri, che sanciscono alcune trasformazioni, a volte molto sottili nell’articolazione intervallare e nelle costituzioni dei campi sonori di base. Queste trasformazioni, che sono come dei cedimenti nell’impianto fondamentale, anche impercettibili scosse di assestamento, ribaltate  nella concreta azione sonora, risultano amplificate, inducendo nuovi contesti e aprendo prospettive inaspettate.  S’ha come l’effetto di un’irradiazione stilistico-sonora a partire da un centro fisso: ogni arco strofico introduce a nuovi spazi, sfonda l’ultimo limite dato; e il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno.

Siamo traversati dal tempo, che non prendiamo, che ci prende, che tentiamo di tenere organizzato, che ci sfugge dalle mani, inappreso e incompreso. Dialogare con il tempo non può darsi nell’atto che comprime e rimuove, ma nell’atto che presta spazi all’ombra. Strategie di elusione del sé, ma non la dispersione del sé. Così emerge la scelta, sperando che ci visiti, che da noi parta, come un profumo.

[Cosimo Colazzo]

Programma di sala (formato PDF)