Un articolo di Cosimo Colazzo, editoriale sul quotidiano “Alto Adige”, pubblicato venerdì 19 maggio 2023, con il titolo “Il ministro, l’etnia italiana e il paradosso dei ‘castrati'”.
A partire dalle affermazioni recenti del Ministro dell’Agricoltura sull’etnia italiana da difendere, una riflessione sul tema.
E’ appena uscito, per i tipi di LIM editore, il volume Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, che comprende diversi saggi sul tema, e un saggio di Cosimo Colazzo dedicato a Morton Feldman, Mark Rothko, il mecenatismo dei coniugi De Menil – Jean e Dominique – con un particolare riferimento all’opera di Feldman Rothko Chapel.
Emerge un contesto che fu congeniale al compositore, che coltivava un rapporto molto particolare e personale con la scrittura e con il suono, che si esprime come una ricerca di ascesi e di individuazione essenzialissima dello spirituale, che l’artista vive e rilancia nella sua composizione.
Il saggio di Colazzo reca titoloRothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita?, mentre il volume che lo comprende – Musica e architettura. Il punto di vista dei musicisti, LIM, Lucca, 2023, X+377 pp. X+377, ISBN: 9788855431941 – è curato da Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera,
Il libro in cui è compreso il saggio tratta dei rapporti musica-architettura attraverso vari punti di vista e rispetto a vari fronti tematici, spesso campi originali di ricerca.
Affronta ad esempio in termini problematici (Vasco Zara) il rapporto fra musica e architettura riesaminando la trattatistica musicale dal medioevo all’Ottocento, e mostra come la policoralità veneziana di fine ’500 si sia rapidamente diffusa a livello europeo (Helen Geyer), indaga su un personaggio come Antonio Niccolini (Marco Bizzarini), architetto di teatri e promotore di spettacoli musicali, e analizza la concezione dello spazio/tempo nella cultura giapponese (Christoph Hahn) e i paesaggi sonori del compositore turco contemporaneo Fazıl Say (Andreas Krause), ripercorre le ricerche sull’acustica ambientale di suoni registrati e riprodotti o teletrasmessi (Marco Russo) e si pone, anche se con molta ironia, interrogativi estetologici di ampia portata (Giovanni Guanti). Buona parte del volume è dedicata in particolare al rapporto fra le due arti nella musica contemporanea (fra XX e XXI secolo), attraverso nuove analisi di casi illustri o l’esposizione di poetiche più recenti: Iannis Xenakis è riconsiderato nel contesto artistico e filosofico dell’epoca (Séverine Bridoux-Michel), così come le musiche di Morton Feldman per la Rothko Chapel (Cosimo Colazzo), le sperimentazioni di Karlheinz Stockhausen sono inserite in un suo percorso di lungo periodo (Massimo Priori), un’opera di Giacinto Scelsi ne rivela la ricerca di omologie spazio-temporali profonde (Francesco Schweizer); Claudio Ambrosini racconta e spiega i suoi numerosi lavori basati sulla propagazione del suono nello spazio o su soggetti/oggetti architettonici, Jean-Luc Hervé descrive varie sue opere suggerite dalla topografia dei luoghi e dalla trasformazione dei suoni che li attraversano, Javier Torres Maldonado sottolinea la funzione formale che la componente spaziale assume nel definire l’estensione e la struttura di sue composizioni.
Ecco l’indice dettagliato del libro:
Franco Ballardini, Prefazione Vasco Zara, Musica e architettura: la prospettiva storica (1). La parola ai musici Helen Geyer, Musica dal “cielo”. La cappella celeste. Stimoli e relazioni tra la Serenissima e la Germania centrale Marco Bizzarini, Un architetto neoclassico all’opera: le idee di Antonio Niccolini per il Teatro San Carlo Christoph Hahn, Nel giardino del tempo. Corrispondenze tra architettura, natura e musica nella cultura del Giappone Andreas Krause, Città-paesaggi, architettura, cosmo-universo nella musica di Fazıl Say Marco Russo, Fletcher, Stokowski e la nascita della “prospettiva dell’ascolto” Séverine Bridoux-Michel, Architecture et musique: au-delà du “mythe Xenakis” Giovanni Guanti, Glosse interlocutorie sul tema architettura–musica Cosimo Colazzo, Rothko Chapel. Feldman, Rothko e i De Menil. Percorso di redenzione o loop senza uscita? Massimo Priori, Pole di Karlheinz Stockhausen e l’auditorium di Osaka. Musica, spazio e architettura: alle radici di un pensiero compositivo Francesco Schweizer, Spazio e tempo tra musica e architettura: la Suite IX “Ttai” di Giacinto Scelsi Claudio Ambrosini, Costruire piramidi, ponti, prospettive, stanze, labirinti, giochi, ring, trompe-l’oreille…
Musica e archiettura, a cura di Franco Ballardini, Massimo Priori, Francesco Schweizer, Anna Vildera, Musicografie 24, 17×24, pp. X+377, LIM, Lucca, 2023, ISBN 9788855431941, € 38,00
Cosimo Colazzo ha avuto frequentazione dell’arte di Maria Attanasio, di quella poetica e di quella narrativa, per alcuni suoi lavori compositivi: un brano per voce e pianoforte – Notte che oscilli al vento – e una vasta opera per soprano, baritono, voce recitante, un quartetto di sassofoni – Francisca – su libretto di Giuliana Adamo ispirato a un racconto di Maria Attanasio, Correva l’anno 1698 e nella città avvenne il fatto memorabile, uscito nel 1994 per i tipi di Sellerio, ora compreso in una raccolta di racconti di più recente pubblicazione, Lo splendore del niente e altre storie (Sellerio, 2020)
Nell’occasione di un convegno a Valencia, nell’ottobre 2022, Colazzo ha potuto approfondire il suo rapporto, da musicista e compositore, con i testi di Maria Attanasio. Quelle riflessioni hanno ora assunto la forma di un saggio, pubblicato nell’ambito di un volume monografico su Maria Attanasio (atti del convegno valenciano), pubblicato da Castelvecchi, per la cura di Giuliana Adamo e Miguel Ángel Cuevas, dal titolo Maria Attanasio. Quattro decadi di bifronte scrittura disobbediente (pp. 179, € 20,00).
Il saggio di Colazzo, dal titolo Composizioni musicali su testi di Maria Attanasio: Notte che oscilli al vento e l’opera Francisca, parla del rapporto tra musica e poesia, delle alleanze che si disegnano tra la musica di Colazzo, per come è concepita, e la poesia di Maria Attanasio, su crinali che valorizzano l’evento, il dubbio, l’apertura, il possibile. E spiega, toccando aspetti compositivi dei due linguaggi, dove sono, nelle declinazioni dei due autori, rispondenze e risonanze.
Francisca, per la sua parte, è l’emergere di un paradosso: paradossale il suo tentativo di farsi uomo per lavorare, sfidando di fatto il senso comune, che, infatti, le si rivolge contro; paradossale l’esito finale, di un’assoluzione, che infine viene decisa da parte dell’Inquisizione.
Questa storia emersa per lacerti da cronache ultra-locali d’inizio Settecento viene re-intrecciata da Maria Attanasio, che dà voce a quel margine che è Francisca, ricca del suo coraggio e della sua voglia di sopravvivere attraverso se stessa; per questo capace di sfidare l’Inquisitore, che vive, da parte sua, un crepuscolo e un tramonto, gli ultimi cascami di una cultura, quella dell’Inquisizione, autorità che chiede solo obbedienza, di fronte al sopravveniente illuminismo.
La musica di Colazzo racconta le dinamiche trasformative dei due personaggi e di due culture che si confrontano mescolando i loro apporti: l’individuazione del nuovo insieme con il vecchio che va dissolvendosi. Opera di incroci e incontri paradossali e impossibili, che tuttavia avvengono e provocano trasformazioni e metamorfosi. Musicalmente e vocalmente i due personaggi si confrontano all’inizio: la ritmica inesorabile, i motti duri e graffianti dell’Inquisitore; le poche articolazioni di lei, che non sa opporre molto contro un’autorità che le si propone con tutta la sua forza violenta. La voce recitante indica antefatti, tesse gli accadimenti, ragiona, commenta, approfondisce, accompagna i personaggi, a volte li sollecita, si fa attiva. Quando si ritrova sola e reclusa, dilaga la sofferenza di Francisca, emergono ricordi, la vita vissuta con il marito, il lavoro nei campi, la morte di lui, la necessità di sopravvivere travestendosi da maschio per essere ingaggiata come bracciante. Emerge un’identità che attenta le frontiere binarie del genere: Francisca e Francisco insieme. Si fa forte il senso di ingiustizia di fronte alla morte annunciata, la necessità di lenire il dolore, di attutire il colpo atteso. Per questo canta a un cento punto un canto assillante, ossessivo, sempre più macchiato di glissandi-lamenti, citazione di un moroloja in griko: canto di morte che accede ritualmente a un altro mondo dove diurno e notturno si mescolano, il binario diventa plurale. Ritualmente si appropria di sé disperdendosi, paradossalmente si ritrova. Dopo questo ulteriore “passaggio” Francisca sa sostenere le proprie ragioni, diventa più presente con il suo canto. Ed è l’Inquisitore che entra in una dinamica trasformativa, trova accenti di dubbio, avverte il valore della tolleranza. Arriva la risoluzione del conflitto, l’assoluzione alla fine, ma nulla di risolutivo, nessuna retorica del bel finale: l’opera si spegne verso i toni del grave, si annulla in lenta spirale in un silenzio buio. Quanti silenziati ancora, quanti nei margini non hanno diritto di parola!
Un’opera della durata di un’ora e mezza circa che racconta tutto questo musicalmente, grazie anche a un libretto che, ispirato a Maria Attanasio, attiva rami verso altri autori (Manzoni, Giordano Bruno…), arpiona tempi diversi, mette in contatto, in corto circuito l’antico e il contemporaneo.
Qui di seguito offriamo il video di un’esecuzione dell’opera Francisca, musica di Cosimo Colazzo, libretto di Giuliana Adamo (liberamente ispirato a Maria Attanasio), nella forma di un concerto-spettacolo con regia video e live editing di Francesco Casu, tenutosi il 18 marzo 2023 al Teatro Massimo di Cagliari.
Il saggio di Colazzo, nel volume pubblicato da Castelvecchi, ragiona su questi temi e costituisce una guida alla composizione di Francisca, accompagnata lungo le otto scene che costituiscono l’opera.
Sabato 22 aprile si parla di Orchestre Sociali in un importante convegno internazionale, organizzato dalla Fondazione Ghirardi presso Villa Contarini a Piazzola sul Brenta (Padova). Il Direttore della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto, nonché docente di Composizione presso il Conservatorio di Trento, Cosimo Colazzo, interviene con una relazione che illustra l’esperienza dell’Orchestra Sociale della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto, sorta nel 2021 nell’ambito dei Corsi estivi organizzati dalla Scuola.
Un’esperienza massimamente inclusiva, rivolta estesamente al territorio, mirata a coinvolgere ragazzi che volessero proporsi per un’esperienza sonoro-musicale da svolgere insieme, anche senza una particolare esperienza strumentale pregressa. Sono stati forniti gli strumenti e sono stati coinvolti studenti di tutte le età, dai 4 anni in su. Si è organizzato il lavoro per gruppi di età, integrato le forze, mirato a un esito finale di performance.
Il tutto sotto la guida esperta di Andrea Gargiulo, e con la partecipazione di nostri docenti che hanno affiancato e in parallelo sviluppato esperienze di vocalità, body percussion, conoscenza degli strumenti. Una festa intensa per suono e musica. Questa l’Orchestra sociale della Civica di Rovereto, esperienza sviluppata nell’ambito dei Corsi estivi del 2021, del 2022, e che viene riproposta in giugno 2023, sempre sotto la guida di Andrea Gargiulo e con la collaborazione di docenti della Civica Scuola Musicale.
Nell’ambito del Convegno Colazzo illustrerà quest’esperienza, che è educazione a suono e musica, ma anche educazione alla socialità e alla cittadinanza. Il significato di questa esperienza è nell’apertura, che è invito al dialogo e all’inclusione. Aprire le porte, immettersi nel concreto fare, nella prassi comunitaria, in una comunità che è educativa in un senso ampio, sviluppa esperienza e competenze sia specifiche che più latamente educative.
L’orchestra sociale educa all’orchestra e alla società, specchi che rinviano significati in alleanza tra loro. Cultura e società, scuola e società devono stare in osmosi. La scuola, aprendosi al mondo, si ritrova ricca di apporti quando ritorna a concentrarsi su aspetti suoi più specifici.
Di seguito il programma dettagliato del Convegno Internazionale dal titolo “Le Orchestre Sociali. Con La Musica Si può… FaRe”. Sabato 22 aprile 2023. Villa Contarini – Fondazione G. E Ghirardi. Piazzola sul Brenta (Padova). A cura di Fondazione G. E. Ghirardi Onlus. In collaborazione con Ministero dell’Istruzione e del Merito – Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della Musica per tutti gli studenti (CNAPM)
Programma:
9.00 Accoglienza relatori 9.30 Saluti Istituzionali Isabella Longo Fondazione G. E. Ghirardi Onlus Saluti delle Autorità 9.45 INTRODUZIONE ALLA GIORNATA Annalisa Spadolini – Ministero dell’Istruzione e del Merito, coordinatrice Comitato Nazionale per l’apprendimento pratico della musica per tutti gli studenti (CNAPM) 9.55 Proiezione del video Vivere un mondo migliore, regia di Paola Longo (sintesi del Convegno Orchestre Sociali 2022) SESSIONE 1 Modera Annalisa Spadolini 10.05 Da dove partiamo? – Gianni Nuti Università della Valle D’aosta. 10.10 “Vozes”: 18 anni di musica sociale. Come abbiamo iniziato? – Pablo Gonzàles Martinez – Direttore Orchestra sociale VOZES – Barcellona 10.25 Musica di tutti o musica per tutti? – Esperienza accidentale o sostanziale nella vita dell’uomo? Suoni, parole, gesti, forme, colori: frammentazione di un unico pensiero? – Giuseppe Mallozzi – Direttore “Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli “(OSQS) – Napoli 10.40 L’Orchestra Sociale della Civica Scuola Musicale “R. Zandonai” di Rovereto. Esperienza, prospettive, sviluppo – Cosimo Colazzo – Conservatorio di Musica “ F. A. Bonporti” di Trento 10.55 Pausa SESSIONE 2 Modera Andrea Gargiulo Direttore artistico “MusicaInGioco”, Conservatorio “N. Piccinni” di Bari 11.30 L’esperienza delle orchestre sociali nel lavoro sociale con i bambini e le famiglie in situazione di vulnerabilità – Paola Milani Università degli Studi di Padova – , Responsabile scientifica nazionale P.I.P.P.I 11.45 “Modello didattico Coro de Manos Blancas”. L’esperienza laboratoriale presso la Scuola Primaria P. Camerini- IC “L. Belludi” di Piazzola sul Brenta (PD) – Naybeth García López e Jhonny Gómez Torres Fondatori Coro de Manos Blancas (Venezuela) 12.00 Toccati dalla musica – Paolo Perezzani, compositore, membro di Musica e Società 12.15 DIBATTITO 12.30 Pausa pranzo SESSIONE 3 Modera Roberto Fantinel, SIO, Suono In Orchestra 14.00 L’Orchestra come una comunità che apprende – Gabrielangela Spaggiari, Direttrice e coordinatrice didattica delle orchestre giovanili del Conservatorio di Reggio Emilia e Castelnovo ne’Monti 14.15 Il Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova: 20 anni di formazione e di esperienze di didattica inclusiva – Luciano Borin – Conservatorio “Cesare Pollini” di Padova , direttore del Dipartimento di Didattica, Francesco Facchin – Conservatorio “C.Pollini” di Padova, consulente per la didattica musicale speciale 14.30 Tavola rotonda I requisiti per le orchestre sociali e le prospettive per il loro avviomodera Gianni Nuti partecipanti: Annalisa Spadolini, Andrea Gargiulo, Pablo Martinez Gonzales, Sabina Colonna Preti, Cosimo Colazzo, Giuseppe Mallozzi , Paolo Perezzani, Jhonny Gomez, Naybeth Garcia, Luciano Borin, Francesco Facchin 15.50 DIBATTITO CONCLUSIVO E FINE LAVORI 17.30 Dimostrazione dei risultati del Laboratorio Modello didattico dei Cori Manos Blancas Momento musicale con i bambini della classe 1a e 2a della Scuola Primaria Camerini- IC Belludi –Piazzola Sul Brenta (Patronato di Piazzola Sul Brenta)
Cosimo Colazzo dirige la OSC, Orchestra Sinfonica Conjunta di Università e Conservatorio Superior de Musica “M. Castillo” de Sevilla, nella formazione di Orchestra di Fiati, mercoledì 19 aprile alle 20 al Teatro Los Remedios. Il concerto è organizzato da CICUS, Centro di iniziative dell’Università di Siviglia e Conservatorio Superio de Musica di Siviglia. Si tratta del quinto concerto della XII Stagione di Concerti della OSC.
Un programma ricco di valori musicali, molto denso e interessante in questo concerto. Che si avvia con “Oriente-Occidente” di C. Saint Saëns, un’opera che intende trascorrere da atmosfere europee a suggestioni più esotiche, ma termina con una testura molto sofisticata e razionale, di un fugato di bella complessità e di grande resa musicale. Interessantissima la composizione di Grainger, “Lincolnshire Posy” (1937) che riprende materiale folclorico inglese e lo tratta in dimensioni di ricerca sonoro-timbrica, con un sofisticato e raffinato gioco di piani sonori, dove concorrono attentissimi dettagli delle dinamiche, e soluzioni timbriche innovative. Vale anche un’acuta uso di ritmo e metro a generare l’idea di un popolare che si tiene lontano dall’astratto ed è legato a terra e corpo. L’innesco di popolare e colto è ben calibrato: il pensiero compositivo di Grainger sa stare alle radici del popolare senza inquinarle e però le propone in innesto con lanci esplorativi avanguardisti (siamo negli anni ’40 del ‘900) che sono di estremo interesse e originali. Degli stessi anni la Sinfonia n. 19 (1942) per orchestra di fiati di Miaskovski, autore russo di grande capacità di scrittura, nella forma come nella testura contrappuntistica, capace di suggestioni impressioniste. Vive come tutti gli autori russi del periodo la necessità di stare dentro un ordine che non risulti troppo distante dal dettato delle politiche culturali del regime, ma si vede anche in quest’opera la volontà dell’artista di incidere originalmente le pieghe di un tale linguaggio che deve stare coperto.
Un concerto importante per Agorart ensemble, formazione che si occupa di musica contemporanea e del ‘900, ensemble in residence dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” di Rovereto, con all’attivo numerosi concerti, in Italia e all’estero, e soprattutto molte prime esecuzioni, anche per collaborazioni specifiche con compositori. Come il caso per questo concerto che tiene a Siviglia, sabato 15 aprile 2023, alle ore 20:30 all’Auditorium del CICUS (c/ Madre de Dios, 1), nell’ambito della Stagione di musica contemporanea organizzata da CICUS dell’Università di Siviglia, Zahir ensemble, Conservatorio Superior de Musica “M. Castillo” di Siviglia. Infatti viene eseguita un’opera scritta appositamente per Agorart ensemble da Francisco M. Quintero, compositore spagnolo tra i più noti e prestigiosi, vincitore del Premio Reina Sofia. Come prestigioso è l’altro compositore spagnolo in programma César Camarero, Premio Nazionale di Composizione, e autore di una musica molto originale, sofisticata, nell’attenzione a tempo, suono silenzio. In programma ci sono anche due opere di Cosimo Colazzo, recenti, “Le inquietudini intorno II” e “Tarolabyrinthe V”. Con queste, altre due composizioni, un’opera di Giorgio Colombo Taccani e un’opera di Connesson. Il programma si connota per le caratteristiche di una ricerca sonora frutto di meditazione e introflessione, in Camarero. Per una vasta apertura di orizzonti sonori in Quintero, dalle atmosfere intimo-riflessive a esplosioni eruttive, a sprofondamenti come abissali. Un gusto cross-over, ammiccante a muraglie sonore techno, in Connesson. Mentre in Colazzo troviamo un gusto per inneschi poliritmici molto complessi, e incrudelite sonorità (in “Le inquietudini intorno II); il senso di un gioco raffinato di trasparenze in intelaiature sempre poliritmiche (in “Tarolabyrinthe V”). Giorgio Colombo Taccani risalta per energia, forza, potenza sonora, esuberanza quasi improvvisativa. Un concerto che perciò trascorre molte atmosfere, volto a esaltare la bellezza sfolgorante del suono, sia quando si raccoglie in intima sottrazione, come quando si volge all’aperto ed esplode intorno.
Cosimo Colazzo partecipa al “III Encuentro internacional de compositores”, organizzato dal Conservatorio superior de musica “M. Castillo” di Siviglia, con due conferenze e l’esecuzione di una propria opera per quartetto di sassofoni. Si tratta di un Incontro che riunisce vari compositori per iniziativa del Conservatorio di Siviglia, nel contesto del programma Erasmus+.
Cosimo Colazzo interviene lunedì 27 marzo, al Conservatorio di Siviglia, alle ore 11, con una conferenza dal titolo “‘Francisca’. Composizione e drammaturgia musicale. Tra storia e presente, genere e diversità”, sull’opera Francisca, musica di Cosimo Colazzo, libretto di Giuliana Adamo liberamente ispirato a un racconto di Maria Attanasio. Un approfondimento diretto alla costruzione compositiva dell’opera che disegna un itinerario trasformativo del sé che riguarda i due personaggi – Francisca e l’inquisitore – che vivono un contesto storico – la fine del XVII secolo – anch’esso in un crepuscolo trasformativo. Sono in campo le questioni della comprensione del sé e dell’altro, specie quando portatore di un forte carico di differenza e diversità.
Mercoledì 29 marzo, alle ore 8:30, sempre al Conservatorio, un’altra conferenza, su un’altra opera di teatro musicale di Cosimo Colazzo, “La locandiera, Musicape e il giovin signore” (su libretto di Giuliana Adamo). La conferenza, dal titolo “Teatro musicale. ‘La locandiera, Musicape e il giovin signore’. Il comico come chiave di critica sociale e politica”, tratterà dell’opera di Colazzo con approfondimenti intorno a composizione e drammaturgia, onde evidenziare tutti gli aspetti, nel testo e nella costruzione musicale, capaci di provocare il riso grazie a giochi linguistici, spiazzamenti e paradossi. E come questo sappia esercitare una critica a un presente dove invalgono retoriche sovraniste che invocano forza e autorità, ordine, confini nazionali saldi, identità certe e inequivoche nel genere.
Colazzo terrà anche alcune lezioni di composizione per gli studenti del Conservatorio.
Inoltre, in un concerto, giovedì 30 marzo alle ore 20, al Conservatorio di Siviglia, Anykyam Sax Quartet esegue di Colazzo l’opera, per quartetto di sassofoni, La fine, l’inizio, il corpo di mezzo.
Un programma che propone opere molto recenti di autori come Colazzo, Colombo Taccani, Connesson, Quintero (di quest’ultimo un’opera scritta per Agorart ensemble, in prima esecuzione assoluta), nella chiave di una ricerca aperta al mondo, contaminata con i movimenti di storia e società, per questo ricca del senso del corpo, del suono materiale e di una ritmica vitale.
Testure di piani sonori diversi, plurali velocità di scorrimento, stratificazioni poliritmiche, e le messe a fuoco, i movimenti prensili della percezione.
Attraversamento dei generi, in alcuni casi, con un senso a volte parodico, e lo stare nei contesti per disfarli, metterli in movimento, ritesserli.
Programma
Cosimo Colazzo, Le inquietudini intorno II (2021) per flauto, clarinetto e pianoforte
Guillaume Connesson, Techno-Parade (2002) per flauto, clarinetto e pianoforte
Francisco Martín Quintero, Breathing(2023) per flauto, sax contralto e pianoforte – prima esecuzione assoluta
Giorgio Colombo Taccani, Il racconto dell’assalto (2016) per flauto, sax contralto e pianoforte
Cosimo Colazzo, Tarolabyrinthe V (2016-2021) per flauto, sax contralto e pianoforte
Agorart ensemble è un ensemble dedito alla musica contemporanea sorto nell’incubatore/aggregatore Associazione Culturale “Piazza del Mondo”, che raccoglie musicisti con rilevanti esperienze nel campo, distinti inoltre da versatilità, flessibilità, interlocuzione con sperimentazioni aperte e sfidanti.
Numerose sono le prime esecuzioni assolute presentate in pubblico, di nuove opere di compositori che hanno scritto lavori appositamente per l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” e per l’ensemble, quali Agostini, Aralla, Bombardelli, Bosco, Camarero, Colazzo, Colombo Taccani, De Sanctis De Benedictis, Quintero, Rolli, e diversi altri. Ha tenuto concerti in Italia e in Spagna collaborando con il festival Encuentros Sonoros di Siviglia e con l’ensemble Taller Sonoro.
Agorart Ensemble è interprete di nuove opere in relazione a diverse Call internazionali promosse, a partire dal 2021, dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”. Inoltre, dal 2019, è interprete delle opere che giovani compositori scrivono nell’ambito del progetto “Agorà Forum & Sounds”.
L’Associazione Culturale Piazza del Mondo, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare tra gli ambiti umanistico, scientifico, artistico; la relazione tra territori diversi; il dialogo delle alterità.
Dalla sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds, Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e comunità.
Incubatore di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto tasso di innovazione. Al suo interno agisce Agorart ensemble, un gruppo di musicisti dedito alle musiche del Novecento e contemporanee.
Realizza pubblicazioni in collaborazione con gli editori Armando e Castelvecchi.
Il 18
Marzo 2023 al Teatro Massimo di Cagliari, Sala M2, h. 17.300-19.30, ritorna
l’associazione culturale non profit Piazza
del mondo all’interno del suo
progetto Tessere voci, finanziato dalla Fondazione Sardegna, per
mettere in scena Francisca (durata 110
min.), opera seria del Mo Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana
Adamo. Colazzo, pugliese di origine, insegna composizione al Conservatorio
“Bonporti” di Trento ed è autore di una vasta produzione che spazia dalla
musica strumentale (da camera, per orchestra) al teatro musicale. Adamo, sarda
di origine, insegna al Trinity College di Dublino di cui è Fellow. L’opera,
ispirata a un fatto storico accaduto in Sicilia alla fine del 1600, si ispira
al racconto-documento di Maria Attanasio (Caltagirone, 1943; punta di diamante
della Sellerio) – presente in sala e alla sua prima volta in Sardegna –, intitolato
Correva l’anno 1698 quando nella città
avvenne il fatto memorabile (I. ed. 1994; II. ed. 2020 in Lo splendore del niente e altre storie). Periodo oscuro del dagli all’untore e
della caccia alle streghe. L’opera, attraverso lo scontro-incontro in tribunale
di Francisca, contadina giovane e povera, e di Don Bonaventura Cappello,
Inquisitore, mostra la strenua, eterna, sempre attuale lotta tra cecità e
ragione, calunnia e verità, fuoco distruttore e luce illuminante. Personaggi e
interpreti: Francisca: Patrizia Zanardi (soprano); Don Bonaventura Cappello
Inquisitore: Roberto Abbondanza (baritono); Voce recitante: Giuseppe Calliari.
Per la parte strumentale: MP Saxophone Quartet: Emanuele Dalmaso (sax soprano); Mattia Grott (sax
contralto), Filippo Corbolini (sax tenore); Simone Dalcastagnè (sax baritono).
Direttore: Cosimo Colazzo. Regia
video e live editing: Francesco Casu. Montaggio e postproduzione: Roberto
Putzu; Disegni originali: Sean Scaccia.
Si terrà un breve incontro con la scrittrice Maria Attanasio e la librettista Giuliana Adamo nel foyer del teatro per presentare l’opera un’ora prima del suo inizio, alle ore 16:30.
La serata accoglie la Salute-Donna Onlus da anni impegnata nella prevenzione e nella lotta contro il tumore mammario.
La locandiera, Musicape e il giovin signore, opera comica di Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana Adamo, approda a Cagliari, in un nuovo allestimento con l’apporto del multimedia artist Francesco Casu, che curerà, per lo spettacolo, regia video e live editing.
Appuntamento per l’opera, sabato 18 febbraio 2023, al Teatro Massimo di Cagliari, Sala M2 (v. De Magistris 12), ore 18:00.
Questa produzione si avvale del contributo di Fondazione di Sardegna, nell’ambito del progetto “Tessere voci. Mondi diversi” dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo“, oltre che di altri soggetti, e della collaborazione di varie associazioni, tra cui l’Associazione Culturale “Backstage” di Cagliari e l’Associazione “Salute donna”, sezione di Cagliari.
L’ingresso allo spettacolo è libero. Tuttavia è opportuno prenotarsi a quest’indirizzo mail: info@teatromassimocagliari.it.
L’opera, nei toni di una comicità esplosa per funambolici giochi di parole, associazioni spiazzanti e catene di citazioni, produce una satira graffiante quanto di estrema attualità su certo populismo-sovranismo urlato e machista invalso negli ultimi anni, amplificato dai social.
Il giovin signore può spopolare sui social con il suo fare sfrontato e le sue battute sempre malriuscite, ma la locandiera, che possiede lo spirito acuto dell’intelligenza popolare, gli tiene testa, lo asseconda per prendersene gioco. Musicape (nome che richiama volutamente un personaggio favolistico della pittrice Maria Lai, la sua sensibilità e il suo impegno sociale) è personaggio che ronza intorno alle azioni, le commenta attentissima a tutto, curiosa e pungente.
Giochi linguistici, nel testo e nella musica: associazioni, innesti, scivolamenti, finestre di citazioni. Il gusto dello spiazzamento, ma anche un gioco molto serio, di riflessione su un mondo che ci è prossimo e vicino.
Interpreti nell’opera sono Patrizia Zanardi, soprano (la locandiera), Paolo Leonardi, basso (il giovin signore), Giuseppe Calliari, voce recitante (Musicape), insieme con Agorart ensemble, qui composto da Emanuele Dalmaso (clarinetto), Tobia Revolti (clarinetto), Mirko Satto (accordeon), Mirko Pedrotti (percussioni), Andrea Gargiulo (pianoforte). La direzione musicale è di Cosimo Colazzo. Regia video e live editing di Francesco Casu, montaggio e postproduzione di Roberto Putzu, disegni originali di Sean Sciacca.
Costituirà sipario per lo spettacolo, un’opera di teatro musicale di K. Stockhausen, Tierkreis, eseguita da Agorart ensemble (nella formazione in trio con D. Baldo flauto, E. Dalmaso clarinetto, M. Grott sax), seguita dalla proiezione di un video di Francesco Casu che propone la fiaba di Maria Lai, Curiosape (opportunità resa possibile per gentile concessione dell’Archivio Maria Lai).
Grazie ai numerosi richiami proposti alla figura e all’opera della grande artista sarda, l’evento si propone anche come ricordo di Maria Lai nel decennale dalla scomparsa, alla sua arte così precisa, dettagliata e insieme aperta sul sociale, volta a tessere occasioni di relazione, confronto, memoria di sé, del territorio, di un’identità che deve, per lei, giocarsi sempre in termini aperti e inclusivi.
Gli
autori
Cosimo Colazzo, compositore, pianista, direttore
d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e
internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli
Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai.com.
Nel campo dell’opera e del teatro musicale, oltre a Francisca, è autore
delle opere comiche La Locandiera, Musicape e il Giovin Signore (libretto di
Giuliana Adamo), Il latifondo magico (libretto di Vito Riviello),
dell’opera-balletto Sotto i colpi del sole di ferro (testo di Salvatore
Colazzo), dei melologhi Les dés des ordres (con testi di Emilio Villa),
L’attesa (testo del compositore, da Simone Weil). È autore di saggi e volumi
pubblicati in Italia e all’estero.
Giuliana Adamo, docente di Lingua e Letteratura
italiana al Department of Italian del Trinity College di Dublino è autrice di
libri e saggi dedicati alla letteratura del ‘900 (Palazzeschi; il futurismo,
Vincenzo Consolo; Umberto Eco, Luigi Meneghello; Maria Attanasio; Antonella
Anedda gli autori studiati e analizzati), alla storia della resistenza (la
figura di Vittore Bocchetta), a questioni spinose dell’attualità (mafia e
‘ndrangheta), pubblicati da editori importanti tra cui Salerno, Manni, Longo,
Castelvecchi, Armando, Viella, CUEC.
Gli
interpreti
Patrizia Zanardi, soprano, interpreta ruoli
principali del grande repertorio operistico – Rossini, Bellini, Donizetti,
Verdi, Puccini – per il Teatro Massimo di Palermo, Teatro Regio di Parma, Verdi
di Trieste, Donizetti di Bergamo, Ponchielli di Cremona, Festival della Valle
d’Itria a Martina Franca, Taormina Arte Festival, Teatro Cervantes Malaga,
Concertgebouw di Amsterdam, Teatro La Monnaie Bruxelles, New York City Opera,
Minnesota Opera, Auditório Ibirapuera São Paulo do Brasil, Seoul Arts Center
Opera House, NHK Hall di Tokyo tra molti altri.
Paolo Leonardi, giovane basso-baritono diplomato
nel 2019 in musica vocale da camera sotto la guida di Roberto Abbondanza con il
massimo dei voti e la lode all’ISSM Giulio Briccialdi di Terni, prosegue gli
studi presso il Conservatorio Santa Cecilia di Roma dove si specializza con
Sara Mingardo in Canto rinascimentale e barocco. Accanto agli studi accademici,
completa la sua formazione seguendo corsi con Isabel Yi Man Chuan, Maria
Tomanova, Maria Chiara Pavone, Luciana Serra, Alda Caiello ed Elizabeth
Norberg-Schulz. Ha cantato come voce bianca solista ne L’opera da tre soldi, per poi debuttare i ruoli di Benoit e
Alcindoro ne La bohème e di Colas in Bastien und Bastienne.
Giuseppe Calliari, musicista, docente, scrittore,
poeta, divulgatore, è tra le figure intellettuali di rilievo nel panorama
culturale. Autore di testi e libretti per musica, ha pubblicato saggi
musicologici tra cui assumono rilievo una monografia dedicata all’opera di
Ferruccio Busoni, la curatela degli scritti di Andrea Mascagni.
Agorart Ensemble è un ensemble dedito alla musica
contemporanea sorto nell’incubatore/aggregatore Associazione Culturale “Piazza
del Mondo”, che raccoglie musicisti con rilevanti esperienze nel campo,
distinti inoltre da versatilità, flessibilità, interlocuzione con
sperimentazioni aperte e sfidanti.
Numerose sono le prime esecuzioni assolute presentate in pubblico, di
nuove opere di compositori che hanno scritto lavori appositamente per
l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” e per l’ensemble, quali Agostini,
Aralla, Bombardelli, Bosco, Camarero, Colazzo, Colombo Taccani, De Sanctis De
Benedictis, Gigante, Quintero, Rolli, e diversi altri. Ha tenuto concerti in
Italia e in Spagna collaborando con il festival Encuentros Sonoros di Siviglia
e con l’ensemble Taller Sonoro.
Agorart Ensemble è interprete di nuove opere in relazione a diverse Call internazionali promosse, a partire dal 2021, dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”. Inoltre, dal 2019, è interprete delle opere che giovani compositori scrivono nell’ambito del progetto “Agorà Forum & Sounds”.
Francesco Casu, progettista, regista, artista multimediale, conta tra le altre esperienze, installazioni video alla Galleria degli Uffizi, al MAXXI di Roma. Interlocutore privilegiato per quanto riguarda la trasmissione del mondo culturale sardo, ha curato e progettato le installazioni dei più importanti centri di cultura dell’isola, dal Museo sulla poesia improvvisata di Bitti al Museo delle Maschere di Mamoiada, dalla Stazione dell’Arte di Ulassai al parco Grazie Deledda e lo spazio dedicato a Salvatore Cambosu. La sua è un’esperienza che affonda nelle sperimentazioni degli anni ’80 di musica elettronica e video-arte, arrivando a ridisegnare nuove forme di esperienze, a dare forma alla realtà percettiva con le nuove tecnologie.
Produzione
L’Associazione
Culturale “Piazza del Mondo”, con sede a Rovereto (TN), nasce dall’intento
di fare cultura promuovendo il confronto interdisciplinare tra gli ambiti
umanistico, scientifico, artistico; la relazione tra territori diversi; il
dialogo delle alterità.
Dalla
sua nascita, nel 2016, ha realizzato numerose manifestazioni, tra cui, Sapere e
futuro, Prospettive dell’identità, Storie di genere, Agorà Forum & Sounds,
Mondi pluriversi, Come nasce un’opera, Resistenza e resilienza, Meditazione e
comunità.
Incubatore
di nuove creatività, supporta compositori e interpreti con iniziative ad alto
tasso di innovazione. Al suo interno agisce Agorart ensemble, un gruppo di
musicisti dedito alle musiche del Novecento e contemporanee.
Realizza pubblicazioni in collaborazione con gli
editori Armando e Castelvecchi.