Il dibattito sulle questioni di genere si è fatto stringente. In un editoriale per il quotidiano “L’Adige” Cosimo Colazzo discute una prospettiva ecologica (Bateson) che anche in questo campo, dove vengono a confronto il privilegio maschile, antiche e nuove subalternità e minoranze, sappia generare una prospettiva dialogica basata sul carattere profondamente culturale delle distinzioni di genere (Goffman).

Il dibattito sui nuovi generi si è fatto stringente, invade società e politica creando reazioni, spinte e controspinte. Cosimo Colazzo interviene con un suo editoriale per il quotidiano “L’Adige”, pubblicato venerdì 7 maggio 2021. L’autore discute l’idea che i nuovi generi, quelli delle minoranze LGBTQ+ che chiedono riconoscimento e tutele legali, corrispondano – come taluno afferma, anche da ambiti progressisti – a una spinta eccessiva che rifiuta la radice biologico-naturale delle differenze di genere. Si tratta di assumere, invece, la condizione integralmente culturale di tutte le differenze di genere, anche di quella che taglia dicotomicamente maschile e femminile e che ha strutturato funzionalmente e in senso complementare le nostre società con i rapporti di potere prevalenti (Goffman). Una prospettiva ecologica alla Bateson, che è quella invocata da Colazzo, spinge per considerare le differenze di genere, di tutti i generi, senza pregiudizi, come articolazioni e segmentazioni dentro un sostanziale continuum che richiede soprattutto una radicale tolleranza

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