Articolo di Cosimo Colazzo, per L’Adige, dedicato a Valentina Pedicini, regista recentemente scomparsa, che ha elaborato una sua poetica del documentario, volta a cogliere la realtà dei margini attraverso le immagini di realtà al tramonto che, nel crepuscolo, testimoniano una cultura, un mondo che ha costruito vite, tessuto comunità

Cosimo Colazzo ha scritto un articolo-editoriale per l’Adige, dedicato a Valentina Pedicini, regista recentemente scomparsa, la cui filmografia si esprime soprattutto nel genere documentario cogliendo alcune realtà osservate e riprese in un crinale critico. Sono vite ai margini, disperatamente arroccate in un loro mondo che volge al tramonto, rese da immagini sensibili, prossime al silenzio. Parla dei margini delle società, dei persi al mondo: quelli che si sono chiusi in un proprio universo, come nel caso del racconto di una strana setta che coniuga religione e arti marziali; una periferia degradata a Brindisi, dolce e attonita, le famiglie che hanno un parente, figlio, marito finito in carcere, ciò che resta dell’economia del contrabbando di sigarette, ora sostituita da altri più spietati traffici; il lavoro nelle miniere del Sulcis, i suoi ultimi sussulti, le vite aggrappate a un mondo che ha plasmato generazioni e famiglie, elemento di identità che non si vuole perdere.

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