Esecuzione, all’interno del festival Contrasti che si sta svolgendo a Trento, organizzato dall’Associazione Motocontrario, domenica 18 settembre alle ore 11.00, alla Sala della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto in via Calepina, di “Le dispersioni felici”, opera per flauto solo di Cosimo Colazzo. Interprete Davide Baldo, flautista versatile, fantasioso, con esperienze di rilievo nel campo della musica contemporanea, con diverse prime esecuzioni.
Il brano costituisce un flusso continuo di articolazioni e strutture ritmiche definite sia per accenti che per durate, che si realizzano in forme stratificate e quindi complesse, mentre anche i campi armonici sono soggetti a fasi di cambi dati sempre per trasformazioni e passaggi. Si produce il senso di un fervore evolutivo che procede per ramificazioni, secondo logiche di orientamento contiguo, non prospettico e centrato. Secondo la logica del centro e dell’orientamento funzionale al centro questo può essere dispersivo. E’ invece la logica di una creatività fluido-aperta, che è ciò che il compositore ricerca.
E’ in libreria, appena pubblicato per i tipi di Castelvecchi editore, il volume “Come nasce un’opera. Viaggio nella mente creatrice”, a cura di Giuliana Adamo e Cosimo Colazzo, con scritti di Giuliana Adamo, Paolo Aralla, Maria Attanasio, Giuseppe Calliari, Andrea Caranti, Silvio Cattani, Giulia Clarkson, Cosimo Colazzo, Giorgio Colombo Taccani, Mauro De Luca, Maria Costanza Lentini, Paolo Perezzani, Lucia Rodler.
Un percorso attraverso varie discipline, arti, saperi, che intreccia riflessioni, autoriflessioni, approfondimenti, autoanalisi intorno al processo creativo che conduce alla produzione di un’opera, di un qualcosa di definito e concluso che, in questa forma, viene proposto alla comunicazione, a ulteriori processi interpretativi. Arti e saperi che hanno, ciascuno, proprie storie, propri stili analitici, interpretativi e creativi, e tuttavia propongono anche risonanze nella distanza. Come se la creatività si nutrisse di certe basi comuni, dove si mescolano o si alternano momenti di più fluida apertura e quindi soluzioni più concentrate. Disordinamenti e ordinamenti, visioni ravvicinate o più distanziate, insomma il processo creativo non è qualcosa di lineare, ma segue andamenti variati, curve e spezzature. E non è questioni di discipline più o meno artistiche. Per certi aspetti la matematica testimonia discontinuità o salti nel processo che porta alla nascita dell’idea che poi viene messa in forma, come può accadere per le arti visive, la musica o la letteratura.
Il libro parla di come si mettono in forma indizi e intuizioni, di come si leggono segni e li si coordinano in un organismo unitario, indagando vari campi, quelli detti, ma anche archeologia, architettura, musicologia. Raccoglie gli interventi di studiosi, artisti, scienziati che si sono tenuti nell’ambito della manifestazione “Come nasce un’opera. Giornate di studio e performance” che l’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” ha organizzato, svoltasi a Rovereto, Palazzo Fedrigotti, nei giorni 19 e 20 novembre 2019.
Ecco i riferimenti del volume, ora in libreria:
Giuliana Adamo, Cosimo Colazzo (cur.), Come nasce un’opera. Viaggio nella mente creatrice, Castelvecchi, Roma, 2022. ISBN 9788832908091. pp. 186.
Un editoriale di Cosimo Colazzo, apparso sull’Adige mercoledì 22 giugno 2022, riflette, a partire dalla recente vicenda dell’incontro tra la senatrice a vita Liliana Segre e la influencer Chiara Ferragni, sul mondo dei media e dei social, disposti a consumare tutto, ogni valore, ogni simbolo e la stessa memoria storica.
Cosimo Colazzo tiene una Masterclass di Composizione al Conservatorio di Lecce. Giuseppe Gigante, docente di Composizione al Conservatorio salentino, da sempre impegnato a formare una classe che si distingue per impegno e risultati, anche nelle successive fasi di perfezionamento condotte dagli studenti in altri contesti, ha voluto invitare Colazzo, per una masterclass in cui si lavorerà attraverso analisi di partiture, discussione delle partiture degli studenti e di alcuni lavori dello stesso docente. Un’esperienza intensiva di immersione nello studio compositivo, che si svolgerà nei giorni 21, 22, 23 maggio, al Conservatorio di Lecce.
Qui per leggere l’articolo: in formato PDF e in formato JPEG.
Cosimo Colazzo, in un articolo apparso su L’Adige di domenica 20 marzo 2022, tratta dell’arte di Segantini, del suo rapporto complesso e profondo che tesse tra natura e arte, e soprattutto tra l’alta montagna silente o risonante di echi, di un mondo sonoro altro, tramato anche di silenzi e vuoti, e la sua arte che tenta di comprenderla o di risolversi totalmente in essa. Il giovane Anton Webern incontra quest’arte e ne è altamente suggestionato. Dell’arte di Segantini, del rapporto con la natura, e del rapporto che si crea tra la musica di Webern e la pittura di Segantini, tratta Colazzo nell’articolo che riportiamo qui di seguito:
Il giorno 25 febbraio, presso il MUSE, Cosimo Colazzo interviene con una relazione incentrata sui rapporti tra Webern e Goethe. In che senso il serialismo weberniano, che reca tratti molto peculiari, si rapporta al pensiero di Goethe sulla forma, sulla natura, sulla creatività come formazione e metamorfosi? Questo il tema che sarà trattato. L’intervento avviene all’interno di un Convegno organizzato dal Conservatorio, dal titolo “Reti di relazioni generate da un’opera d’arte. Ereditare, ripetere innovare . Ereditare, innovare”, 22-25 febbraio 2022. Nell’ultimo giorno si è al MUSE a Trento a partire dalle ore 9. L’intervento di Colazzo è in programma alle ore 11.
Questo è il link per seguire online il Convegno, su piattaforma ZOOM.
Interpreti
un ensemble integrato italiano e spagnolo. Con le voci del soprano Patrizia
Zanardi, del basso Paolo Leonardi, la voce recitante del musicista e scrittore
trentino Giuseppe Calliari, e una collaborazione di Agorart ensemble (ensemble
in residence dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” di Rovereto) e
Taller Sonoro. Dirige lo stesso compositore.
Un progetto di collaborazione italo-spagnolo porta alla produzione e alla presentazione in Spagna, a Siviglia, di una nuova opera comica del compositore Cosimo Colazzo su libretto di Giuliana Adamo. Data in prima ad Ascoli nel 2020, quindi a Rovereto nel 2021, ora approda a Siviglia, per un progetto di integrazione degli ensemble Agorart (sorto all’interno dell’incubatore-aggregatore “Piazza del Mondo” di Rovereto) e Taller Sonoro (uno degli ensemble più prestigiosi in Spagna con un’esperienza pluriennale e internazionale).
L’opera comica, dal titolo La locandiera, Musicape e il giovin signore, presenta una satira di estrema attualità su certo populismo-sovranismo urlato e machista. La si potrà ascoltare, ridendo molto, venerdì 28 gennaio 2022 al Teatro della Sala Turina nel centro di Siviglia, alle ore 20, all’interno di “Encuentros Sonoros”, un festival che si tiene annualmente nella capitale andalusa, promosso da Ensemble Sonoro, Anjuntamento della città, con la collaborazione di Instituto de la Cultura y las Artes de Sevilla (ICAS), Instituto Nacional de las Artes Escénicas y la Música (INAEM), y de la Asociación de Intérpretes y Ejecutantes (AIE).
Interpreti, a
Siviglia, per la parte italiana il soprano Patrizia Zanardi (La locandiera), il
basso Paolo Leonardi (Il giovin signore), la voce recitante Giuseppe Calliari (Musicape),
il sassofonista Mattia Grott, mentre per la parte spagnola la presenza è di alcuni
musicisti di Taller Sonoro, e cioè la violoncellista María del Carmen Coronado,
il pianista Ignacio Torner,
l’acordeonista Ángel Luis Castaño, il percussionista Baldomero Lloréns.
L’opera è
concisa, rapida, scattante, piena di calembours,
battute, giochi e doppi sensi. Il giovin
signore può spopolare sui social
con il suo fare sfrontato e le sue battute sempre malriuscite, ma la locandiera che possiede lo spirito
acuto dell’intelligenza popolare, gli tiene testa, lo asseconda per prendersene
gioco. Musicape (nome che richiama
volutamente un personaggio favolistico della pittrice Maria Lai) è un’ape agile
e svolazzante, personaggio che ronza intorno alle azioni, le commenta attentissima
a tutto, curiosa e pungente.
Giochi
linguistici e sonori attraversano la musica, tra citazioni e inneschi di stili
e generi, sberleffi, onomatopee, provocazioni, un ritmo incessante e buffissime
soluzioni che accompagnano le continue gaffe
del giovin signore. C’è il gusto dello spiazzamento e il piacere di riso e
sorriso. Manche un gioco molto serio, di riflessione su un mondo che ci è
prossimo e vicino.
Lopes-Graça rappresenta una vicenda esemplare, protesa alla bellezza artistica e insieme a giustizia e democrazia, contro tutti i fascismi
Fernando Lopes-Graça. Compositore, resistente, antifascista.Concerto
Pianisti Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini. Con interventi critico-musicologici di Giuseppe Calliari
SALA FILARMONICA ROVERETO – GIOVEDI’ 18 NOVEMBRE 2021, ORE 21:00
Lopes-Graça è compositore di grande cultura e capacità di invenzione musicale. La straordinaria qualità della scrittura si unisce a un’intenzione viva di impegno sociale e politico, che, nel contesto in cui visse, il Portogallo di Salazar e la dittatura che nel Paese perdurò per più di quarant’anni, diviene lotta di resistenza antifascista.
Esempio di straordinaria resilienza fu in carcere in diverse occasione, esclusi dagli incarichi pubblici, a un certo punto escluso dalla possibilità di insegnare la musica anche privatamente, non abbandonò mai la composizione, come anche la lotta politica clandestina.
Musica, arte e politica in lui si integrano in un’esemplare vicenda che si rende messaggio potente e significativo, di bellezza artistica e di passione per giustizia e democrazia.
La sua opera trae linfa dai repertori della musica contadina per elaborare un linguaggio personale che amplia la modalità originaria verso innesti dissonantici, polimodalità, intermodalità.
Offre così una voce moderna e progressiva a quel popolo contadino che il regime fascista tacitava o rivestiva della sola voce della propaganda.
In programma:
Cinco Nocturnos (1959) para piano
Melodias Rústicas Portuguesas (1979) – 3° caderno para piano a quatro mãos
In memoriam Béla Bartók(1960-75) para piano
Prelúdios(1950-55) para piano
Viagens na minha terra (1953-54) para piano
Cosimo Colazzo, pianista, compositore e direttore d’orchestra, è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, di cui è stato direttore dal 2005 al 2011. Le sue composizioni sono eseguite in festival in Italia e all’estero da interpreti di prestigio, e sono pubblicate da RAI.com. E’ autore di una monografia di riferimento sull’opera di Fernando Lopes-Graça pubblicata dalle edizioni LIM (Lucca, 2019)
Maria Rosa Corbolini, pianista, già docente al Conservatorio di musica di Trento, si è affermata in importanti Concorsi ed è protagonista di concerti come solista e in formazioni cameristiche. Ha partecipato alla realizzazione di un doppio CD dedicato a Lopes-Graça, pubblicato da LIM editrice.
Giuseppe Calliari, musicista, docente, scrittore, poeta, divulgatore, è tra le figure intellettuali di rilievo nel panorama culturale. Autore di testi e libretti per musica, ha pubblicato saggi musicologici tra cui assumono rilievo una monografia dedicata all’opera di Ferruccio Busoni, la curatela degli scritti di Andrea Mascagni.
Ci sono compositori, nell’ambito della musica d’avanguardia, che dubitano di una razionalità volta soltanto ad analisi e progresso, e dichiarano, con le loro opere, l’esigenza di un diverso rapporto rispetto al suono, al silenzio, all’alterità spesso inconoscibile.
Di questo tratta un concerto – nell’ambito della manifestazione “Meditazione e comunità” organizzata dall’Associazione Culturale “Piazza del Mondo” – tenuto da Agorart ensemble (nella formazione con Davide Baldo a flauto e ottavino, Emanuele Dalmaso a sax e clarinetto, Cosimo Colazzo al pianoforte) alla Sala Filarmonica di Rovereto lunedì 22 novembre alle ore 21. Con musiche di Giacinto Scelsi, Morton Feldman e Karlheinz Stockhausen.
Il concerto – dal titolo significativo: “Meditazioni sonori, silenzi assordanti” – tratta di autori che, nel loro percorso creativo, hanno vivamente sentito il tema di una spiritualità che vuole estendere l’umano verso un suono più ampio e cosmico che tange la dimensione del silenzio assordante di Dio.
Così in Scelsi, per il quale il suono, vissuto di là dalle convenzioni abituali, è un campo di scoperta ed esplorazione. Non è nella proliferazione delle articolazioni che si rivela un senso, ma in un atto di riduzione che in questa forma apra mondi. Con segni evidenti già nelle opere degli anni ’50 del secolo scorso.
In Stockhausen l’invocazione all’oltre, all’eterno, a una temporalità che di tanto travalica l’uomo, cavalcando, invece, galassie e lontane costellazioni di stelle, attraversa una vita di sperimentazione che è fatta, da una parte, di meditazione, dall’altra di strappi dal sé, energia e volontà. L’ottavino, nel suo pezzo, è rovello, ossessiva domanda, urlo di invocazione, urto e dissonanza.
Feldman è la sottigliezza di un suono che è tutt’uno con una ricerca interiore, di una pura risoluzione nell’Altro, in Dio. Gesto rivolto verticalmente verso l’Alto, fuori da progetti e relazioni: punta estrema dell’anima che si dà come suono, quel suono ricercato intensamente, in massima concentrazione.
Francisca è donna, ma ha dovuto assumere sembianze virili per poter sopravvivere in un mondo che non annette possibilità a una giovane donna vedova. Lavora a giornata, come bracciante, ed è abilissima nei lavori di campagna. Ma presto si vocifera di lei, che non si sa dire se uomo o donna, e monta la riprovazione: potrebbe essere una strega. Finisce a giudizio dell’Inquisizione. Ma per una volta l’Inquisitore nella vittima individua il fattore umano. E la assolve. La benedice e la protegge.
Un’opera, questa di Colazzo – da una cronaca vera di fine ‘600, indagata minuziosamente dalla scrittrice Maria Attanasio per un suo racconto edito da Sellerio, quindi resa in libretto da Giuliana Adamo – che parla musicalmente delle questioni di genere e di come il pregiudizio pubblico possa far smarrire la ragione, sino al rituale sacrificio del capro espiatorio.
Il concerto scenico si terrà sabato 30 ottobre 2021, ore 20:30, al Teatro Zandonai di Rovereto. Interpreti saranno Roberto Abbondanza (L’inquisitore), Patrizia Zanardi (Francisca), Giuseppe Calliari (Voce recitante) e MP Saxophone Quartet (Emanuele Dalmaso sax soprano, Mattia Grott sax contralto, Sveva Azzolini sax tenore, Simone Dalcastagnè sax baritono).
INGRESSO GRATUITO SINO A ESAURIMENTO POSTI DISPONIBILI. GREEN PASS (OVER 12). Possibile prenotare a questo link su piattaforma eventbrite: