Una trasmissione della RAI, sede regionale del Trentino, di Daniele Torresan e Cosimo Colazzo, traccia un profilo storico del Conservatorio di musica di Trento e analizza gli sviluppi recenti delle attività. Un ciclo di tredici puntate, ogni martedì, su RAI RADIO DUE, a partire dalle ore 15,45.

16 Aprile 2013
15:45a16:15

La sede regionale Rai del Trentino Alto Adige ha avviato, da alcune settimane, una trasmissione radiofonica, di Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, dedicata al Conservatorio di musica di Trento, dal titolo: “Il cammino e l’evoluzione del Conservatorio di Musica di Trento”.

La trasmissione si articola in 13 puntate e va in onda su Rai Radio Due, ogni martedì a partire dalle ore 15,45. Nelle prime due puntate, che sono state trasmesse rispettivamente martedì 2 aprile e martedì 9 aprile, si è disegnato un itinerario storico, relativo alla costituzione del Conservatorio, che si definisce nel solco di una vicenda che corre addirittura lungo alcuni secoli. Le radici prime si ritrovano nella Società Filarmonica, che attiva anche un settore di impegno di tipo formativo, a partire dai primi anni dell’Ottocento. Successivamente la scuola assume veste pubblica, nel riferimento al Comune di Trento. E’ quanto avviene nel secolo scorso. Negli anni ’40 e ’50 si determina questo transito di responsabilità verso il Comune. Mentre più recente è stato il riconoscimento di livello statale, con corsi musicali riconosciuti a livello ministeriale. Questa fase trova un esito coerente, infine, nella riconduzione dell’Istituzione, diventata un Conservatorio, al Ministero competente, a partire dal 1980.

La trasmissione, inoltre, ha dato conto delle ultime evoluzioni legata alla Riforma delle Istituzioni dell’Alta Formazione Artistica e Musicale in Italia, che si determinano con la svolta del nuovo secolo, e che vengono a riguardare il Conservatorio di Trento con alcune specificità, in rapporto allo Statuto di Autonomia.

Nella seconda puntata, che è andata in onda martedì 9 settembre, la trasmissione ha evidenziato il ruolo di alcune figure chiave nella storia del Conservatorio: Vincenzo Gianferrari, protagonista di una lunga attività di direzione, nella prima parte del secolo scorso; Andrea Mascagni, musicista e intellettuale illuminato, che ha saldato il senso di un’identità rivolta verso l’innovazione e l’ampio respiro culturale; Bruno Mezzena, pianista e didatta di grande consapevolezza tecnica e culturale; Armando Franceschini, che ha condotto l’istituzione infondendo il senso dei valori di qualità artistica e musicale, che sempre ha tenuto a primo orientamento.

La terza puntata andrà in onda martedì 16 settembre, su Rai Radio Due, a partire dalle ore 15,45. In essa si disegnano i tratti identitari fondamentali del Conservatorio, che la lunga storia dell’istituzione ha contribuito a definire. Essi risaltano nelle attività che il Conservatorio promuove, nella storia recente determinatasi nell’impulso della riforma profonda che sta riguardando i Conservatori, per gli assetti istituzionali, come per quelli della didattica, senza dimenticare le aperture notevoli alle dimensioni della produzione musicale e della ricerca. Questi tratti hanno a che fare con gli assi fondamentali di sviluppo dei progetti del Conservatorio “Bonporti”, che possono essere ricondotti ad alcuni importanti fronti culturali.

Un tratto importante è andato sempre più evidenziandosi, come proprio del Conservatorio, quello dell’innovazione, se si pensa a quanto prodotto, anche in termini avanzati, nel campo della riforma delle istituzioni AFAM, all’interesse per i nuovi linguaggi musicali, per la musica contemporanea (con il festival Mondi Sonori, e con altre iniziative, che hanno investito proprio la ricerca sulla musica del ‘900 e contemporanea), per la musica jazz, per la popular music, e così via.

Inoltre si evidenzia un interesse per le ricerche sul patrimonio musicale storico che il territorio ha espresso. Si tratta di un interesse musicale e di ricerca che si rivolge alle letterature storiche, nel  particolare riferimento alla storia che riguarda il territorio, con l’approfondimento rivolto ad autori ed opere che hanno rivestito importanza storica, e inoltre presentano interesse per quanto artisticamente realizzato. Il Conservatorio contribuisce allo studio musicologico, ma anche a creare l’opportunità di una circolazione concreta, vasta, di una tale letteratura. C’è il lato della ricerca, ma anche quello della produzione musicale, che attiva la conoscenza in termini articolati, e propone per il pubblico una conoscenza più articolata dei repertori, come della storia del territorio. Si pensi ai progetti, in questo caso, che sono stati realizzati, dedicati ad autori come Ferrari, Anzoletti, Colò, con produzioni di grande respiro, anche nei termini dell’opera in musica. Altri fronti tematici importanti e rilevanti delle attività del Conservatorio saranno affrontati nelle puntate successivi.

Ogni puntata propone ascolti legati a produzioni del Conservatorio, riprese dai festival che l’istituzione ha organizzato, come da altre manifestazioni e eventi, oppure musiche che tessono un rapporto significativo con i temi evidenziati e trattati.

Nelle prime due puntate sono stati trasmessi ascolti da opere di Bonporti, Benevoli, Zandonai, Franceschini, Mascagni, Castiglioni, con interpreti come Roberto Gianotti, Alberto Martini, Giancarlo Guarino, Luigi Azzolini, Maurizio Dini Ciacci, Donna Magendanz, Bruno Mezzena, Franco Mezzena e molti altri.

Nella terza puntata, ascolti con opere di Poulenc, Messiaen, Casella, Longo, e interpreti legati alle attività del Conservatorio di Trento come Giancarlo Guarino, Laura Di Paolo, Lorenzo Corbolini e Maria Rosa Corbolini, Alter Ego Ensemble, e vari altri.

A partire da questo collegamento il file con il sommario delle tredici puntate della trasmissione.

Una conferenza, di Cosimo Colazzo, al Conservatorio di Vigo, in Spagna, sulla musica ispano-lusitana, nelle figure rappresentative di Fernando Lopes-Graça e Federico Mompou. Nella settimana, tiene, al Conservatorio di Vigo, un concerto, e inoltre una masterclass di composizione.

9 Aprile 2013
19:00a21:00

Cosimo Colazzo al Conservatorio di Vigo, per una serie di eventi. Un concerto lunedì 8 aprile, con musiche proprie, di Casella e Lopes-Graça, in duo pianistico con Maria Rosa Corbolini. Quindi, martedì 9 aprile una conferenza, dedicata alla musica ispano-lusitana e alle figure, molto rappresentative nel ‘900, di Fernando Lopes-Graça e Federico Mompou. Inoltre una masterclass di composizione.

Cosimo Colazzo tiene una conferenza, al Conservatorio Superior de Musica di Vigo, in Spagna, dedicata alla musica ispano-lusitana del ‘900, con un particolare riferimento a due figure esemplari, di cui analizza il linguaggio compositivo e le idealità poetiche. Si tratta, in particolare, del portoghese Fernando Lopes-Graça e del catalano Federico Mompou. La conferenza sarà tenuta martedì 9 aprile, alle ore 19.00, presso la Sala de Orquesta del Conservatorio di Vigo.

Cosimo Colazzo in questa settimana sviluppa alcuni impegni di tipo artistico, formativi, di divulgazione culturale al Conservatorio di Vigo. Lunedì 8 aprile, all’Auditorium del Conservatorio di Vigo, tiene un concerto, per duo pianistico (insieme con la collega del Conservatorio di Trento, Maria Rosa Corbolini), con musiche proprie, di Alfredo Casella e di Fernando Lopes-Graça. Quindi, il giorno successivo, la conferenza, e nei giorni a venire della settimana una masterclass di composizione.

La conferenza è dedicata a due figure di capitale importanza, nel ‘900, nella penisola iberica, che hanno espresso due profili dell’esperienza creativo-compositiva. E’ di questi che tratterà la conferenza, indagando il linguaggio e il metodo compositivo nell’opera di Fernando Lopes-Graça e Federico Mompou.

Fernando Lopes-Graça (1906-1994) rappresenta una figura di grande spessore artistico-musicale e culturale. Apre ai linguaggi musicali post-tonali, in un dialogo di livello europeo, che si realizza attraverso una forma estremamente controllata, lucidamente organizzata, e nel contempo con una sensibilità rinnovata per il dato timbrico, per il trattamento ritmico, per l’utilizzo liberato della dissonanza. Si tessono correlazioni con autori come Bartók, Stravinskij, Hindemith. Inoltre si segnala un interesse per la radice dell’espressione popolare contadina. Qui si evidenzia un rapporto con l’esperienza culturale di Bartók. Egli studia il repertorio etnico-musicale del Portogallo, soprattutto delle zone rurali e contadine. Lo immette, in alcuni casi, nella sua opera, attraverso una sensibilità che tende a rispettarlo nella sua integrità di un preciso soggetto culturale, ma anche ad aprirlo a rapporti, innesti e risonanze, con una sensibilità allargata, nuova, che è oltre la tonalità.

Lopes-Graça fu intellettuale militante, contro la dittatura salazariana, che ha tenuto oppresso il Portogallo per lunghi decenni, dagli anni ’30 sino agli anni ’70 del secolo scorso. Soffrì il carcere, come l’isolamento e l’emarginazione imposti dal potere.  Nonostante questo ha continuato la sua militanza artistica, componendo nel tempo un catalogo molto vasto, che si segnala per la portata di una coerenza di sviluppo di una creatività potente e ricca di implicazioni.

L’altro autore che Colazzo tratta nella conferenza è Federico Mompou (1893-1987). Diversa la pronunzia della sua posizione estetica. Vive come uno stato di introversione dell’esperienza musicale. E’ alla ricerca di un linguaggio massimamente distillato, che deve essere, per lui, ridotto, verso la linea semplice, verso un contatto fluido con il silenzio. E’ questo che risalta nella sua produzione musicale. Il senso del messaggio ridotto, della forma concisa, il rifiuto dello sviluppo, della grande forma. Bisogna radicalizzare la ricerca sul suono, entrare dentro le pieghe del suono, che è soprattutto risonanza. Anche qui un’esperienza molto radicale e originale. Il discorso si fa estremamente affinato, nella ricerca di un suono che non ha una confezione fissa, ma va individuato costantemente, come evento sonoro.

Qui il programma della conferenza sulla musica ispano-lusitana.

Concerto a Vigo in Spagna. Colazzo e Corbolini in duo pianistico

8 Aprile 2013
20:00a22:00

Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini tengono un concerto in duo pianistico al Conservatorio Superior de Música di Vigo, in Spagna.

Il concerto, che si tiene all’Auditorium del Conservatorio di Vigo,  alle ore 20.00, riguarda un programma con musiche di Casella, Colazzo, Lopes-Graça, e prospetta il duo pianistico sia nella versione a quattro mani che in quella a due pianoforti.

Di Alfredo Casella  (1883-1947), autore italiano della Generazione dell’Ottanta, che ha espresso la sua opera nella prima metà del ‘900, saranno interpretate due opere di notevole ispirazione e risultato estetico: Pupazzetti (1915) e Pagine di guerra (1915), per pianoforte a quattro mani. Nella prima si unisce uno spirito futurista per il ritmo e la velocità, con liquefatte sonorità, mentre la seconda, scritta negli anni della prima guerra mondiale, disegna musicalmente ritratti da quell’Europa, che, stravolta dal conflitto, diventava scenario di morte e orrori.

Di Cosimo Colazzo (1964) saranno interpretate due opere,  tra cui una in prima esecuzione assoluta. Quest’ultima è Stanze (1997/2013), brano di cui esiste una originaria versione per pianoforte, qui riscritta per pianoforte a quattro mani. In programma c’è anche Preludes (19188/2011) per due pianoforti, che costituisce un dialogo immaginifico e trasformativo, tessuto con i Preludes di Debussy. Due opere che indicano il senso di Colazzo per un tempo fluttuante, liberato e risonante.

Di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), compositore portoghese di grande spessore artistico-musicale, vissuto nel ‘900 (impegnato sui versanti della ricerca musicale, come anche della lotta politica contro la dittatura nel suo paese), viene offerto un ritratto composito, con tutta la sua opera per duo pianistico. Troviamo le bellissime pagine del Terzo Quaderno delle Melodias rústicas portuguesas (1979): una serie di brani, di grandissimo gusto e raffinatezza, dove le melodie popolari sono circondate di un linguaggio articolato, mobile, di ispirazione post-tonale, che offre un ambiente vivo e complesso, di risonanze e significati, rispetto al nucleo popolare. Il concerto poi propone due opere per due pianoforti. Una è Preludio Cena e Danza (1929/1973), dove troviamo un linguaggio estremamente controllato, angolare, proprio di Lopes-Graça, che già giovane si orienta verso il gusto della dissonanza e della figura geometrica, unito a un propensione estremamente duttile per il suono e l’utilizzo della risorsa timbrica. Tutte caratteristiche che ritroviamo anche in Paris 1937 (1937/1968) , un’opera che presenta il piacere del timbro, della dissonanza, come anche dell’estroversa proiezione verso i linguaggi del mondo urbano, trattati e scavati, anche per deformazioni e stratificazioni ironiche.

Qui il dettaglio del programma del concerto