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Una conferenza, di Cosimo Colazzo, sulla musica di Galina Ustvolskaya

14 Dicembre 2012

Cosimo Colazzo, nell’ambito del ciclo “Incontri di analisi e composizione”, organizzati dal Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento, tiene una conferenza, alla sede di Riva del Garda del Conservatorio (Largo Marconi 5), venerdì 14 dicembre alle ore 16.00, dedicata all’opera di Galina Ustvolskaya, compositrice russa del ‘900, che è stata allieva di Dmitrij Šostakovič, e che, con un catalogo non ampio, realizza un percorso compositivo personalissimo.

Così Colazzo offre un quadro e un profilo, in sentesi, dell’esperienza artistico-creativa della Ustvolskaya.

“In Galina Ustvolskaya (1919-2006) si riscontra una ricerca compositiva molto originale che tende a una forte riduzione del materiale verso un ideale di drastica essenzialità. Gli scorrimenti di questo materiale si fanno in un campo aperto ma non in una dimensione di libera florescenza, di esuberanza generativa, bensì in disposizioni sorvegliate e marcatamente ripetitive.

Il discorso musicale non si organizza in ordini propositivi. C’è un ordinamento, ma è sempre precario, soggetto anche a intrusioni violente. E’ il senso stesso della composizione che viene in dubbio.

Le dinamiche sono dolci, sfiorate, in pianissimo, o molto spesso martellanti, in una dimensione interrogativa urlante, lancinante. Così anche l’uso di certe formule ricorrenti, i cluster sonori, durissime e violente macchie appese a profili.

La composizione timbrica si propone fuori da ogni ordine conosciuto e mette insieme strumenti lontani, nella loro nuda presenza non mediata.

Ciò che viene rifuggito è proprio il senso della mediazione. C’è bisogno di spogliare il linguaggio del suo carico storico ordinante e progettuale, per poter pervenire a una dimensione originaria, che è una dimensione spoglia, come delle prime prove, dei primi giorni. C’è la volontà di cantare la parte ignota o dimentica del linguaggio, quella che noi sentiamo ormai come altro da noi, un’alterità assoluta.

Qui c’è l’ansia spirituale del linguaggio della Ustvolskaya, la volontà, la necessità di incontrare  l’Altro assoluto, e il senso del silenzio, anche dell’impossibilità di un tale incontro.

Fare silenzio rispetto alla voce ordinaria è necessario. La sua musica attende a un ideale di assoluto pauperismo, di riduzione della figura, di riduzione assoluta e radicale del discorso. Ma rendersi vuoti sin quasi all’afasia, ridurre il senso della bellezza, stendere il senso di una materia grezza, di un’intelaiatura temporale che è precaria, fuori da qualsiasi prospettiva riconoscibile in cui l’ascolto possa disporsi con un’intenzione conciliata, non garantisce di addivenire al senso ultimo delle cose.

E’ un’ansia ascetica che si consuma come avendo smarrito il senso del percorso e del risultato. Un’ansia che si vive anche come angoscia e afasia.  Il centro che si vorrebbe raggiungere, revocando il linguaggio ordinante e la storia, a volte rimane esso stesso senza voce: un’ombra scura, una macchia irrelata, un vuoto.

Da qui la musica della Ustvolskaya, che è un’interrogazione assoluta, una martellante e petrosa interrogazione, il silenzio petroso, non risonante, non conciliante, non cullante della sua musica”.

Cosimo Colazzo

Qui la locandina relativa alla conferenza.

 

Cosimo Colazzo alla Université de Pau in Francia

24 Gennaio 2013a25 Gennaio 2013

Cosimo Colazzo interviene con una sua relazione, dedicata alla musica di Federico Mompou, in un convegno organizzato dalla Université de Pau et des Pays de l’Adour, nel Sud della Francia, tra Atlantico e Pirenei. Il Convegno è organizzato dal Centro di studi e ricerche “Arc Atlantique”, interno all’Università, che indaga tematiche di interesse letterario, filosofico, artistico, riguardanti le culture di area atlantica, e in particolare dell’area francese e ispano-lusitana, nelle aperture e proiezioni che riguardano le Americhe come i Paesi caraibici.

Il Convegno è dedicato al tema dell’esistenzialismo in Spagna, che si disegna in combinato, anche, con una cultura della dissidenza, dell’esilio, perché investe molti intellettuali, di varia formazione, espatriati. L’intellettualità dell’esilio nel periodo del franchismo raggiunge vari paesi in Europa e in America.

Il Convegno reca significativamente il titolo “EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO”, a richiamare la condizione di un pensiero, come quello esistenzialista, che trova in Spagna un innesto, e diverse formulazioni e declinazioni, tra cui anche quella di una divergenza resistente, che si propone in contrasto con i codici convenzionali, con il conformismo e l’ubbidienza passiva pretesi dal regime.

L’esilio scelto o imposto riguarda anche molti musicisti. Si pensi, ad esempio, a Rodolfo Halffter, che ripara in Messico, o Nin-Culmell, negli Stati Uniti, o ancora Pablo Casals che sceglie infine Puerto Rico.

Ma c’è anche una dimensione non così visibile, di una opzione per l’esilio interiore, di cui troviamo espressione esemplare in un autore come Federico Mompou. Durante la guerra civile è in Francia. Con l’arrivo della seconda guerra mondiale ritorna nella sua Barcellona, e qui rimarrà in seguito, durante tutta la vita. Non assume posizione di contrasto rispetto al regime. Neanche ne è cantore, intellettuale e musicista ufficiale.

Le sue scelte di vita sono state come di un evitamento del conflitto, di una sospensione della realtà, dell’assunzione del quotidiano in una dimensione sospesa e atemporale, fatta di frammenti, e questi come silenti e irrelati.

Una dimensione della sospensione, del differimento della scelta, che si riverbera nelle dimensioni, probabilmente, del politico come dell’arte. E’ qui, nella sua musica, così personale, che troviamo il senso di un esistenzialismo, che può dirsi cifra del sonoro ricercato e dell’organizzazione compositiva.

C’è il senso che l’intervento compositivo non può corrispondere a piani preordinati, a una presa forte e ordinante del soggetto che sceglie e organizza. Ma deve corrispondere a un itinerario che è di segno inverso, nel senso dell’abbandono di ogni volontà ordinante e imperativa sul materiale, di ascolto del possibile. C’è un’idea che il senso è ai margini del soggetto, in un’alterità che va ascoltata, captata e quindi integrata nella musica, che assume quindi il senso non di un discorso forte, ma di una risonanza, di un’apertura, di una sfrangiatura, di una dispersione dei contorni netti. Questo è la musica di Mompou. Che in questo senso dialoga con il sacro.

Egli è un musicista che sente la religione, ma non in termini codificati, regolati, precettistici. La sua è una religiosità nel senso della sottrazione di una fiducia forte nel soggetto, nella storia. E’ una religiosità che nasce direttamente correlata alla perdita di senso del centro, e insieme con l’attenzione prestata alle pieghe, ai bordi. E’ qui, in questa dimensione della parola decentrata, del suono che si mescola al silenzio, che prende figura il rapporto con l’alterità, verso cui si vorrebbe muovere, da cui si ricevono i segnali che poi possono depositare nel flusso musicale.

Di questi temi parla Cosimo Colazzo nel suo studio, dal titolo Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou. Lo studio che Colazzo espone al convegno è dedicato alla musica di Mompou e al suo particolare modo di sentire il suono e la composizione, come si rivela in un testo musicale che abbisogna di un’analisi così orientata, che sappia entrare dentro le pieghe del segno, oltre la definizione puntuale e notale del suono, nelle sue rifrazioni, nelle tensioni, nelle risonanze.

La relazione parlerà anche del dialogo di Mompou, in rapporto a queste scelte particolari di approccio compositivo, con la religione e il sacro, che assume, anche in questo caso, le declinazioni del discorso esistenzialista.

Di seguito riportiamo l’abstract dell’intervento di Colazzo al Convegno, che richiama questi contenuti, e che troverà argomenti nella relazione.

Cosimo Colazzo, Esilio del soggetto, sottrazione dell’atto compositivo, scritture musicali e sonore dell’esistenza e del sacro in Federico Mompou

Relazione a Convegno di studi interdisciplinari EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Pau (Francia) 24.25 gennaio 2013.

ABSTRACT

Esiste una dimensione dell’esilio interiore, che non è stata molto indagata, e che riguarda chi è rimasto in patria. Non incluso nelle dinamiche del potere, non ha avuto la forza del gesto risolutivo, dell’allontanamento, della diaspora, del dissenso plateale. Una dimensione silenziosa, di sottrazione del sé dalla dimensione del conflitto, della dialettica, è quella che riguarda Federico Mompou (1893-1987), compositore catalano, autore di un catalogo molto concentrato e ridotto, che riguarda per lo più opere pianistiche.
Egli è coinvolto intimamente, per una opzione che investe anche la sua personalità, dentro il pensiero e un modo di sentire esistenzialista. Di un esistenzialismo che mette in crisi la logica dell’argomentazione e delle connessioni, delle grandi narrazioni, della grande forma, per approdare a una diversa visione del soggetto, che non prende posizione, che sta in una soglia, in un’attesa.
E’ qui che si apre una connessione, molto sentita, in Mompou, tra un’arte che deve indagare le pieghe della realtà del suono, e un sentimento esistenzialista della vita, sentita come un mistero, cui ci si può approcciare con un originale sentimento religioso.
Federico Mompou ha scritto, nell’arco di circa dieci anni, un’opera, articolata in quattro quaderni, “Música callada” (1959-1967), che costituisce un percorso di meditazione sonora e di individuazione di alcuni elementi nodali del sacro.
La sua musica miratamente si tiene su una soglia, quasi non ha accesso alla dimensione compositiva. E’ fatta di pochi, minimi elementi, che il compositore organizza con una mano sensibile ma non impositiva. Deve così cogliere l’esistenza, nella sua condizione di temporalità. Noi siamo fatti di tempo, attraversati dal tempo, perciò cangianti, non realtà dura, ma risonanza.
Così le configurazioni armoniche, più che espresse in oggetti precisi, si determinano come nelle risonanze, quindi si presentano dentro situazioni come senza margini, dentro campi di probabilità.
Le sonorità e il tempo sono allargati, distesi. Si è dentro una musica del silenzio, che richiede un ascolto diverso. E’ una musica in cui il soggetto tende a non rendersi presente, a non orientare il risultato. In questo senso chiama a un rapporto, che possa darsi nella dimensione della risonanza, del silenzio, dell’ascolto, dell’attesa.
Significativamente, con il titolo, Música callada, richiama San Juan de la Cruz, e i suoi versi che ci parlano di “música callada”, “soledad sonora”.
Ma il richiamo, più coevo, è anche alla poesia e alla filosofia di Maria Zambrano, alla sua idea di passività e di divergenza.
L’intervento richiamerà questi temi in prospettiva interdisciplinare e addentrandosi dentro l’analisi dei testi musicali, al fine di evidenziare come il piano delle tecniche, improntate nel segno prevalente della sottrazione, della sensibile riduzione dell’atto compositivo, significhi un rapporto con la dimensione religiosa, che Mompou ha sempre sentito molto.

Praole chiave: Esistenzialismo – Esilio – Risonanza – Silenzio – Attesa – Sacro. Existencialismo – Exilio – Resonancia – Silencio – Espera – Sacro

Cosimo Colazzo terrà la sua relazione in lingua spagnola. Di seguito diamo il testo dell’abstract in spagnolo.

Cosimo Colazzo, Exilio del sujeto, sustracción  del acto compositivo, escrituras musicales y sonoras de la existencia y de lo sagrado en Federico Mompou

Jornadas de investigación interdisciplinaria EL EXISTENCIALISMO EN ESPAÑA Y EN LOS FILÓSOFOS DEL EXILIO, Université de Pau et des Pays de l’Adour, Pau (France) 24 y 25 de enero de 2013.

RESUMEN

Abstract

Hay una dimensión del exilio interior, que no se ha explorado mucho, y que se refiere a los que se quedaron en patria. No incluidos en las dinámicas del poder, no tenían la fuerza para actuar resoluciones: la diáspora, la disidencia flagrante. Una dimensión silenciosa, de sustracción del yo de la dimensión del conflicto, de la dialéctica, concierne  Federico Mompou (1893-1987), compositor catalán, autor de un catálogo muy concentrado y reducido, que se refiere sobre todo a obras para piano.

Él está íntimamente involucrado, por una opción que también es de su personalidad, en el pensamiento y en una forma de sentimiento existencialista. De un existencialismo que pone en crisis la lógica de la argumentación y de las conexiones, de las grandes narraciones, de la gran forma, para llegar a una visión diferente del sujeto, que no tiene lugar, que está en un limen, en un umbral, en una espera.

Aquí se abre una conexión en Mompou, entre un arte que tiene que investigar los pliegues de la realidad del sonido y un sentimiento existencialista de la vida, sentida como un misterio, que podemos acercarnos con un original sentimiento religioso.

Federico Mompou escribió, en un período de diez años, una obra en cuatro libros, “Música callada” (1959-1967) para piano, que es un camino de meditación sonora y de detección de unos elementos nodales de lo sagrado y de la existencia.

Su música está  intencionadamente en un umbral, casi no tiene acceso a la dimensión compositiva: hecha de pocos elementos mínimos, que el compositor organiza con una mano sensible, no imperativa. Así debe tomar la existencia en su condición de temporalidad. Estamos hechos de tiempo, tocados, atravesados por el tiempo, por lo cual cambiantes: no realidad dura, sino resonancia.

Las configuraciones armónicas, más que expresadas en objetos específicos, se determinan como resonancias, están en situaciones como sin fronteras, dentro de campos de probabilidad. Las sonoridades y el tiempo se alargan, se relajan. Estamos dentro una música del silencio, que requiere una escucha diferente. Es una música en la que el sujeto tiende a no estar presente, a no dirigir el resultado. En este sentido, pide una razón que pueda darse en la dimensión de la resonancia, del silencio, de la escucha, de la espera.

Significativamente, con el título, Música callada, se refiere a San Juan de la Cruz, y a su versos che nos hablan de “música callada”, “soledad sonora”.

Pero la referencia, más contemporánea, es también a la poesía y a la filosofía de María Zambrano, a su idea de pasividad y de divergencia.

El estudio tratará estos temas en una perspectiva interdisciplinaria y a través de los textos musicales, con el fin de mostrar cómo el plano de una música que se propone con el signo de la sustracción, de la reducción significativa del acto compositivo, abre una fuerte relación con la experiencia existencialista, vivida en una clave religiosa.

Palabras Clave: Existencialismo – Exilio – Resonancia – Silencio – Espera – Sacro

Qui il programma dettagliato definitivo delle Giornate di studio.

Pubblicati sul sito file di ascolto MP3 di interpretazioni di Cosimo Colazzo

Sono pubblicati sul sito www.cosimocolazzo.it, alla pagina dedicata “MP3 interprete” (https://www.cosimocolazzo.it/mp3-interprete), file scaricabili, in formato MP3, delle interpretazioni di Cosimo Colazzo

I corsi impartiti al Conservatorio di musica di Trento nell’a.a. 2012-13

Cosimo Colazzo è professore di ruolo nel settore artistico-disciplinare CODC/01 COMPOSIZIONE, al Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento.

Per l’a.a. 2012-13, presso il Conservatorio di musica di Trento,  impartisce vari insegnamenti, nel contesto dei corsi dell’ordinamento pre-vigente in Composizione, dei corsi di fascia pre-accademica in Composizione, del corso di diploma accademico di primo livello in Composizione, del corso di diploma accademico di secondo livello in Composizione, del corso di diploma accademico di secondo livello in Composizione – percorso Composizione Liturgica, del corso di diploma accademico di secondo livello in Direzione di coro, del corso di diploma accademico di secondo livello in Jazz, di altri corsi di diploma accademico di secondo livello.

In particolare tiene i seguenti insegnamenti, di cui si dà, nella maggior parte dei casi, il Syllabus.

Corso di fascia pre-accademica in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE – Periodo Primo, Periodo Secondo

Corso di diploma ordinamento previgente in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE – Periodo Medio, Periodo Superiore

Corso di diploma accademico di primo livello in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE III – 30 ore, 15 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corso di diploma accademico di secondo livello in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE II

Insegnamento TECNICHE DI STRUMENTAZIONE E ORCHESTRAZIONE II – 30 ore, 6 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Insegnamento Analisi delle forme Compositive: TECNICHE E PRASSI DEI LINGUAGGI MUSICALI DEL ‘900 II – 15 ore, 3 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corso di diploma accademico di secondo livello in COMPOSIZIONE – percorso COMPOSIZIONE LITURGICA

Insegnamento TECNICHE DI STRUMENTAZIONE E ORCHESTRAZIONE I – 30 ore, 6 crediti . Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corso di diploma accademico di secondo livello in DIREZIONE DI CORO

Insegnamento ORCHESTRAZIONE E ARRANGIAMENTO – 15 ore, 3 crediti . Di seguito il Syllabus in formato PDF.

 Corso di diploma accademico di secondo livello in JAZZ

Insegnamento STRUTTURE PREVALENTI NELLA MUSICA EUROPEA DEL NOVECENTO – 20 ore, 4 crediiti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corsi vari di diploma accademico di secondo livello

Insegnamento STORIA E ANALISI DEL REPERTORIO: NOVECENTO – 15 ore, 3 crediti . Di seguito il Syllabus in formato PDF.

I corsi impartiti al Conservatorio di musica di Trento nell’a.a. 2011-12

Cosimo Colazzo è professore di ruolo nel settore artistico-disciplinare CODC/01 COMPOSIZIONE, al Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento.

Nell’a.a. 2011-12 ha impartito, presso il Conservatorio di musica di Trento,  vari insegnamenti, nel contesto dei corsi dell’ordinamento pre-vigente in Composizione, dei corsi di fascia pre-accademica in Composizione, del corso di diploma accademico di primo livello in Composizione, del corso di diploma accademico di secondo livello in Composizione, del corso di diploma accademico di secondo livello in Strumentazione e direzione di banda, di altri corsi di diploma accademico di secondo livello.

In particolare ha tenuto i seguenti insegnamenti, di cui si dà, nella maggior parte dei casi, il Syllabus.

Corso di fascia pre-accademica in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE – Periodo Primo, Periodo Secondo

Corso di diploma ordinamento previgente in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE – Periodo Inferiore, Periodo Medio, Periodo Superiore

Corso di diploma accademico di primo livello in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE II – 30 ore, 15 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Insegnamento Tecniche Compositive: TECNICHE CONTRAPPUNTISTICHE I – 18 ore, 3 crediti.  Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Insegnamento Tecniche Compositive: TECNICHE CONTRAPPUNTISTICHE II – 18 ore, 3 crediti.  Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corso di diploma accademico di secondo livello in COMPOSIZIONE

Insegnamento COMPOSIZIONE I – 45 ore, 16 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Insegnamento Analisi delle forme Compositive: TECNICHE E PRASSI DEI LINGUAGGI MUSICALI DEL ‘900 I– 15 ore, 3 crediti. Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corso di diploma accademico di secondo livello in STRUMENTAZIONE E DIREZIONE DI BANDA

Insegnamento LABORATORIO DI COMPOSIZIONE – 20 ore, 3 crediti . Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Corsi vari di diploma accademico di secondo livello

Insegnamento STORIA E ANALISI DEL REPERTORIO: NOVECENTO – 15 ore, 3 crediti . Di seguito il Syllabus in formato PDF.

Cosimo Colazzo all’Universidade Nova de Lisboa. Per un convegno, con una relazione su Fernando Lopes-Graça, e, in parallelo, per un momento di concerto con i Cinco Nocturnos per pianoforte

19 Ottobre 2012a20 Ottobre 2012

All’Universidade Nova di Lisbona, Cosimo Colazzo presenta una relazione, sul linguaggio compositivo di Fernando Lopes-Graça, nell’ambito di un Convegno, che si svolge nei prossimi 19 e 20 ottobre. Accanto al Convegno, tiene, per l’Università, un concerto, con musiche di Lopes-Graça.

Cosimo Colazzo interviene, con una sua relazione, a un convegno organizzato dall’Unviersidade Nova di Lisbona, in particolare dalla Facoltà di Scienze Sociali e Umane, e dal CESEM, un centro studi, interno all’Università, che si occupa di sociologia ed estetica musicale. Il Convegno è dedicato a un’importante figura di intellettuale portoghese, che è stato molto attivo in campo culturale e musicale. Si tratta di João de Freitas Branco, musicologo e matematico, figlio, peraltro, del compositore Luís Freitas Branco, una figura storica, fondativa della nuova musica nel ‘900 in Portogallo.  João de Freitas Branco ha tenuto importanti, storiche trasmissioni radiofoniche (importante quella dal titolo ‘O gosto pela musica’, che si è sviluppata addirittura nell’arco di trent’anni, diventando un riferimento di apertura e dibattito culturale per il mondo musicale portoghese), ed è stato direttore artistico e sovrintendente dei più importanti teatri (come il Teatro Nacional de São Carlos a Lisbona).

Nel quadro degli approfondimenti che il Convegno porta sulla figura di João de Freitas Branco, si propone un intervento di Cosimo Colazzo sulla figura di Fernando Lopes-Graça, figura importante di musicista e compositore nel ‘900, probabilmente la figura di maggiore spessore nel secolo, autore di una vasta opera, dove l’innovazione si tiene unita a una sempre presente sensibilità musicale. Lopes-Graça ebbe rapporti con João de Freitas Branco, in quanto entrambi partecipavano di un comune sentire, che li portava a richiedere un movimento culturale di emancipazione dall’autarchia imposta, anche nello spazio delle politiche culturali, dal regime dell’Estado Novo.

Lopes-Graça, infatti, fu oppositore del regime fascista di Salazar. E’ stato per questo perseguitato dal regime, che gli ha impedito di ricoprire qualsiasi incarico pubblico e di insegnamento. Questo per svariati decenni. Lopes-Graça non si è mai piegato. Ha perseguito la sua dimensione artistica di compositore impegnato, che ha prodotto infine un catalogo molto vasto, reso pregnante da un’altissima qualità estetico-musicale, e poi da un percorso di massima coerenza nello sviluppo dei linguaggi.

Lopes-Graça è un compositore in linea con le ricerche più avanzate che nel ‘900 vanno formulandosi in Europa. Conosce approfonditamente l’opera dei compositori che vanno sperimentando e ricercando i nuovi linguaggi musicali: l’amatissimo Bartók, ma anche Hindemith, Stravinskij, i francesi, e così via.

Definisce un suo personale linguaggio, all’incrocio tra le ricerche etnomusicologiche che va conducendo sul canto popolare contadino portoghese, e gli sviluppi di una musica d’impronta fortemente post-tonale. Le risorse post-tonali convengono nella sua musica, adottate con un senso di massimo rigore, di predilezione per la struttura sorvegliata, essenziale. Diciamo della tonalità allargata e sospesa, dell’impiego che ritroviamo consistente, delle scale ottotoniche, della poliarmonia, della politonalità, della polimodalità. Sono possibilità che ritroviamo impiegate sempre con massimo senso del risultato, come delle coerenze interne delle strutture in campo. Anche laddove sistemi sonori diversi vengano a coesistere in uno stesso pezzo, c’è il senso del percorso di transito, passaggio e modulazione, dall’uno all’altro, da sorvegliare. E poi c’è il senso dell’esito sonoro di quanto la forma concorre a costruire. C’è una sensibilità vivissima per il risultato sonoro, che genera un’estrema duttilità musicale di quanto il compositore viene plasmando.

La relazione di Colazzo tratterà di questi aspetti. Di come viene a condursi l’innesto, nelle opere in cui ciò avvenga, di riprese da musiche popolari contadine, dentro contesti di ricerca post-tonale. Di come si realizzi un transito organico e un dialogo creativo tra i due mondi, con germinazioni e sviluppi. E’ anche in questo senso che una dimensione artistica ricca e organica, pienamente autonoma, dal punto di vista estetico, si veicola in messaggio politico: per la rivoluzione sociale e politica, che è aspirazione presente in Lopes-Graça.

Accanto al Convegno, Colazzo tiene un momento di concerto, per l’Universidade Nova di Lisbona (sabato 20 ottobre alle ore 18.30, all’Auditorium dell’Università), con l’esecuzione dei Cinco Nocturnos, un’opera profonda e visionaria di Lopes-Graça, dove il suono, anche fortemente dissonante, ma essenziale nelle sue strutture (che sono sempre sorvegliate, puntate verso il senso dello spoglio, della liberazione dalle ridondanze), si apre a dimensione timbrica, liberata, e con un alto senso poetico.

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Qui il manifesto del Convegno e il programma dettagliato.

Qui il comunicato stampa, sugli interventi di Colazzo.

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Info Evento:

Colóquio ‘O Gosto pela Música’, homenagem a João de Freitas Branco, no 90º aniversário do seu nascimento

Universidade Nova de Lisboa

19 -20 ottobre 2012

Organizzato da CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa Faculdade de Ciências Sociais e humanas, FCT Fundação para a Ciência e la Tecnologia.

Relazione Cosimo Colazzo (20 ottobre 2012, ore 10.30) – La investigación creativa de Fernando Lopes-Graça. Investigaciones sonoras, lenguajes y técnicas compositivas. Una manera de pensar la relación, el sujeto, la transferencia cultural

Concerto, con Cinco Nocturnos per pianoforte di Fernando Lopes-Graça, sabato 20 ottobre 2012, ore 18.30, Auditorium Universidade Nova de Lisboa, pianista Cosimo Colazzo.

La ricerca di Cosimo Colazzo su Fernando Lopes-Graça a due importanti convegni internazionali

14 Settembre 2012a16 Settembre 2012
19 Ottobre 2012a20 Ottobre 2012

Cosimo Colazzo, nell’ambito di una ricerca che conduce, sull’opera di Fernando Lopes-Graça, compositore portoghese del ‘900, interviene nel contesto di due importanti convegni internazionali, uno a Rimini, presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi”, in svolgimento nei prossimi 14-15-16 settembre, e uno a Lisbona, presso la Universidade Nova, in ottobre, nei giorni 19 e 20. Emerge una figura militante di artista, rivolta decisamente verso la sperimentazione dei linguaggi post-tonali, che è anche figura militante dal punto di vista politico, contro un regime, come quello dell’Estado Novo, che esprime una politica fascista, che crea e conserva blocchi di potere e blocchi sociali, che realizza politiche culturali restrittive, prescrivendo ciò che può circolare e reprimendo ogni voce di dissidenza. Come quella di Lopes-Graça, costantemente isolato dal regime, che gli ha impedito di ricoprire incarichi pubblici, di svolgere attività di insegnamento, che ne ha censurato l’opera, e lo ha anche tenuto in carcere.

Cosimo Colazzo sta conducendo una ricerca, a carattere musicologico e artistico, attraverso interventi di concerto, interventi in convegni, conferenze, pubblicazioni, intorno a un compositore del ‘900, Fernando Lopes-Graça, portoghese, che è autore di un’opera considerevole. Di là dai numeri, pure notevoli, delle opere in catalogo, è la qualità musicale dell’opera, che viene in risalto.

Nei prossimi giorni 14-15-16 settembre partecipa con una relazione su Lopes-Graça al IX Convegno internazionale di Analisi e Teoria Musicale, che si tiene a Rimini, presso l’Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi”, promosso dal GATM (Gruppo di analisi e teoria musicale), da Analitica, rivista online di studi musicali, e da altri soggetti, tra cui la Sagra Musicale Malatestiana.

La relazione su Lopes-Graça analizza i legami che la sua opera intrattiene con il folclore contadino, secondo un pensiero che subito ci rinvia a Béla Bartók. Lopes-Graça ha interessi etnomusicologici, si reca sul campo per registrare e trascrivere i canti contadini. E’ autore di adattamenti corali a cappella, sulle melodie raccolte. In questo caso le melodie sono riprese con scrupoloso rispetto. Inoltre gli adattamenti sono scritti per un coro amatoriale, il coro dell’Academia dos Amoderes de Musica, che egli dirige, che non è un coro professionale. Per questo devono essere relativamente prudenti, sorvegliati, circa le difficoltà esecutive e di linguaggio. Nondimeno Lopes-Graça tende ad agire su uno spettro ampio di possibilità, dal diatonico a un linguaggio anche decisamente cromatizzato. Ci sono poi le opere che non sono legate a una così stretta funzionalità, per cui può esprimere più liberamente il suo ideale estetico. Le melodie sono riprese, presentate abbastanza integre, con pochi interventi, ma il contesto disegnato è ricco di possibilità, e si va dal modalismo (di più inerente l’originale) al polimodalismo, dalla tonalità allargata a interventi più spinti, nel segno del cromatismo e della ricerca della dissonanza anche in funzione timbrico-materica.  La particolarità di una tale scrittura è la capacità di trovare una continuità di relazioni anche verso territori molto sviluppati dal punto di vista del linguaggio e del pensiero compositivo. L’originale arcaico e pre-tonale delle melodie rurali si lega agli ideali post-tonali, secondo percorsi di coerenza formale, che tessono il senso di un’integrazione molto organizzata e naturale.

Sono questi i temi che tocca la ricerca di Cosimo Colazzo, presentata al Convegno, insieme con rilievi che vengono a connettere una ricerca estetica così improntata, nell’attenzione verso il mondo musicale rurale e verso le ricerche compositive avanzate di segno post-tonale, con un percorso di impegno politico, che Lopes-Graça conduce con scelte di massima coerenza, contro il regime dell’Estado Novo.

Sempre intorno a Lopes-Graça, Colazzo sviluppa una relazione, che tiene a un convegno organizzato dall’Universidade Nova di Lisbona e dal CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical. Il convegno, dal titolo “O gosto pe la musica”  si terrà nei giorni 19-20 ottobre 2012 a Lisbona, presso la Universidade Nova. La relazione toccherà i temi del rapporto tra creatività e dato etnico-popolare in Lopes-Graça, come anche la dimensione del suo impegno politico, che lega fortemente il percorso artistico, volto verso l’innovazione, con un’opposizione, che egli ha costantemente attivato, in varie forme, contro la dittatura di Salazar. Indagherà i rapporti di musica e politica in Lopes-Graça, che si tessono in termini complessi, disegnando un itinerario personale, dove sono in rilievo le questioni della creatività, del dato popolare, dell’innovazione di linguaggio, della critica razionale, del proposito costruttivo.

Quest’anno la ricerca di Colazzo ha richiamato l’attenzione dell’Università di Nancy in Francia, che, nel maggio scorso, l’ha chiamato per portare un contributo di studio, nel contesto di un Convegno dedicato proprio alle questioni dell’interazione culturale, del confronto e del trasferimento culturale, nell’ampio e articolato universo delle culture ispano-lusitane. Quella del trasferimento culturale è una questione centrale in Lopes-Graça, che, infatti, realizza un’interfaccia particolare di rapporto tra culture, i cui contesti sono diversi, come succede per il mondo contadino e il mondo dell’elaborazione artistica. Essi possono trovare modi di rispecchiamento e di comune proiezione creativa e critica. Possono realizzare un interessante esperimento, che è insieme artistico, di confronto culturale e sociale, e politico.

La ricerca che Colazzo sta conducendo, con una tale proiezione di confronti internazionali, è legata anche a un progetto di ricerca promosso dal Conservatorio di musica di Trento, di durata biennale, che mira alla produzione di un volume di scritti critici su Lopes-Graça e alla produzione di un CD con musiche di Lopes-Graça. In questo contesto collabora con il Museu da Musica Portuguesa dove si ritrova l’archivio di tutti i materiali di Lopes-Graça, e con altri soggetti di rilievo internazionale.

A partire da questo link: Comunicato stampa

Pieghevole informativo Convegno di Rimini

INFO:
IX Convegno di analisi e teoria musicale

Istituto musicale pareggiato “Lettieri” Rimini

14-15-16 settembre 2012

Organizzato da GATM Gruppo di Analisi e Teoria Musicale, Analitica rivista online di studi musicali, Istituto Superiore di Studi Musicali “Lettimi” Rimini, Sagra Musicale Malatestiana.

Relazione Cosimo Colazzo, sabato 15 settembre:

Innesti e transiti, stratificazioni, processi di ripresa e trasformazione, dal dato etnomusicale alla costruzione artistica. Il linguaggio compositivo di Fernando Lopes-Graça

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Colóquio ‘O Gosto pela Música’, homenagem a João de Freitas Branco, no 90º aniversário do seu nascimento

Universidade Nova de Lisboa

19 -20 ottobre 2012

Organizzato da CESEM Centro de estudos de Sociologia e Estética Musical, Universidade Nova de Lisboa Faculdade de Ciências Sociais e humanas, FCT Fundação para a Ciência e la Tecnologia.

Relazione Cosimo Colazzo

La investigación creativa de Fernando Lopes-Graça. Investigaciones sonoras, lenguajes y técnicas compositivas. Una manera de pensar la relación, el sujeto, la transferencia cultural

Concerto in duo, violino e pianoforte, alla Concert Hall del Middlebury College, con una prima esecuzione

11 Agosto 2012
21:00a22:00

Nel corso di un soggiorno negli Stati Uniti, dove sta tenendo concerti e lezioni in varie Università, Cosimo Colazzo è al Middlebury College, dove, dopo un concerto per pianoforte solo, anche con musiche proprie, tiene ora un concerto in duo, con il violinista Franco Sciannameo, noto musicista e musicologo, docente alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. In programma anche una composizione, in prima americana, di Cosimo Colazzo, per violino e pianoforte, dal titolo “La lenta discesa”.

Cosimo Colazzo è impegnato in questo periodo, da un mese ormai, negli Stati Uniti, per tenere una serie di lezioni e di concerti. Attualmente insegna al Middlebury College, nel Vermont, dove tiene un corso insieme con Franco Sciannameo, sulle culture musicali del Mediterraneo. Sempre al Middlebury College, Cosimo Colazzo, che è docente di Composizione al Conservatorio di musica Bonporti (di cui è stato direttore dal 2005 al 2011), ha già tenuto un importante concerto pianistico, mercoledì 1 agosto, con musiche proprie e di Federico Mompou. Anche in questo caso un orizzonte su una sensibilità estetica che può dirsi, nel senso del tempo, del suono, e per una propensione molto contemplativa, risalente a una visione mediterranea sulle cose. Così in “Musica callada” del catalano Mompou, che agisce nelle pieghe tra suono e silenzio; e nell’opera di Colazzo “Disteso a Oriente”, dove il tessuto musicale è curvo, flessibile, aperto, molto acqueo. Il concerto ha raccolto un vero successo, per la suggestione del programma, per la rarità di un’esecuzione integrale di “Musica callada”, con il suo impegno rispetto a particolari qualità sonore, e al tema particolare e difficile del suono che tenta le soglie del poco, del sottratto, quasi metafora costante del silenzio e di un oltre che assume caratteri mistici.

Nel secondo concerto, che tiene sempre al Middlebury College, nella splendida cornice della Concert Hall, in programma sabato 11 agosto alle ore 21.00, Colazzo suona in duo con Franco Sciannameo. Quest’ultimo è musicista e musicologo di valore internazionale, docente alla prestigiosa Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Come violinista ha suonato in orchestre di prestigio internazionale, come l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, e in formazioni da camera, quartetti e ensemble (Solisti di Roma; Quartetto di Nuova Musica), con cui ha inciso vari dischi, spesso rivolti ai repertori contemporanei.

Attualmente suona in duo con Cosimo Colazzo, concentrandosi sui repertori, soprattutto, del ‘900. Nel concerto al Middlebury College il duo esegue musiche di Bach-Schumann, dello stesso Colazzo, di Nino Rota e di Joaquin Turina. Di Bach viene eseguita la “Sonata IV”, in una versione per violino e pianoforte, per cui Robert Schumann ha scritto la realizzazione pianistica. Una versione molto particolare, poco frequentata, in cui ritroviamo un intervento, da parte di Schumann, sempre molto discreto e rispettoso dell’originale bachiano.

Di Cosimo Colazzo, in prima statunitense, verrà eseguito “La lenta discesa II” per violino e pianoforte. Un brano, come spesso nella musica di Colazzo, che è spaziato, respira secondo archi trasognati, in atmosfere sospese, come verso lontani punti di fuga.  Il pezzo apre spazi e territori al silenzio. E’ come se volesse aprire il tempo a una dimensione più ampia, a un respiro lento, che si compie nei territori prossimi, del vuoto, del silenzio.

Di Nino Rota, Colazzo e Sciannameo eseguono la Sonata per violino e pianoforte, del 1936. Un brano in cui Rota esprime i caratteri della sua musica: un controllo calligrafico dell’espressività e della forma, e certe emergenze cantabili, che si danno nella forma dell’incanto, del sogno lontano, forse anche remoto, infantile.

Di Joaquin Turina, il duo esegue “El poema de una Sanluqueña”, un’opera dove il colore mediterraneo, della Spagna, anzi della luce andalusa, è espresso da Turina con toni raffinati, con un timbrismo fatto di trasparenze, o di densità sospese e porose. Un brano ispirato e ricco di impressioni timbriche, che impegnano equilibri ricercati tra i due strumenti.

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Comunicato stampa

Programma del Concerto

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Info Concerto:

Sabato 11 agosto, ore 21.00, Concert Hall Middlebury College, Middlebury, Stati Uniti, Vermont

Franco Sciannameo – violino

Cosimo Colazzo – pianoforte

Musiche di Bach-Schumann, Colazzo, Rota, Turina.

 

www.cosimocolazzo.it

www.middlebury.edu

info@cosimocolazzo.it

ccolazzo@middlebury.edu

 

Concerto a Middlebury, con musiche di Mompou e Colazzo

1 Agosto 2012
21:00a23:00

Cosimo Colazzo sta tenendo un corso, insieme con Franco Sciannameo (docente alla Carnegie Mellon di Pittsburgh), al Middlebury College, negli Stati Uniti, nel Vermont, dedicato alle culture musicali mediterranee, nel riferimento particolare all’etnocultura del Salento, che è ricca di una storia molto complessa e stratificata, dove radici molto arcaiche, risalenti al mondo greco-pagano, si intrecciano con successive plasmazioni, proprie del cristianesimo e del cattolicesimo. Il mondo contadino si fa sede di una tale modalità evolutiva, strutturando una cultura che trova proprie definizioni rituali, proprie codificazioni, un pensiero e una socialità, rispetto a cui si propone anche il ruolo della musica e della danza. Diventa esemplare quanto ha riguardato il tarantismo, come istituto socialmente convenuto di gestione di situazioni critiche e di conflitto, che vede nella musica e nella danza, come anche in altri aspetti di una situazione che si fa rituale, il veicolo di una soluzione. La musica è guarigione. Produce la transe e orienta verso un livello risolutivo della crisi.

Il Middlebury College riveste molto prestigio, per gli studi che vi si conducono e per lo straordinario livello delle strutture, che è stupefacente. Al suo interno c’è una facoltà interamente dedicata agli studi di italianistica. Vi convergono studenti dagli Stati Uniti e dall’estero, per condurre i propri studi, sino al livello ultimo del dottorato.

Presso il Middlebury College Cosimo Colazzo è anche artist in residence, e in questa veste terrà due concerti. Il primo, in programma per mercoledì 1 agosto, sarà tenuto alla Concert Hall del Middlebury College, alle ore 21.00, con musiche di Mompou e Colazzo. Il secondo, in duo (violino e pianoforte) con Franco Sciannameo, nella stessa sede, sabato 11 agosto, con musiche di Bach, Colazzo, Rota, Turina.

Opportunamente il concerto di Colazzo dell’1 agosto, per pianoforte solo, è intitolato “Musica nel silenzio”. Federico Mompou è un autore molto originale, che ha scritto soprattutto per il pianoforte, creando dei brani che propongono una nuova e diversa visione dell’ascolto, del suono, del silenzio. Quest’ultimo non è un’alterità inerte, ma qualcosa che si rende presente insieme con il suono. I brani sono organizzati in cicli di pezzi brevi. Respirano, nel contempo, il senso di un tempo allargatosi, che non impone mai gesti imperiosi, ed è invece duttile, flessibile. Non è solido, si fa poroso del silenzio. In questo senso avverte il silenzio come partecipe intimamente della musica. Il linguaggio di Mompou è sempre molto depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura.

Tra le sue opere risalta Musica callada, che Colazzo esegue integralmente nel concerto dell’1 agosto, con i suoi quattro quaderni, scritti nell’arco di oltre un decennio.  costituisce un disegno ampio, che copre più di un decennio. Quest’opera richiede all’interprete un’indagine sensibile sul suono e sul silenzio. Anche l’ascoltatore si fa partecipe di un progetto visionario e introflesso insieme, che vuole introdursi come in una piega della realtà, dove traluce una dimensione ulteriore. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

La musica di Mompou indica il bisogno di fare vuoto intorno, di rallentare il tempo sin quasi a sospenderlo, di prolungare l’attimo nella forma di una risonanza, come l’ombra di un’azione. In questa forma il soggetto rende lassi i propri confini e si apre a una dimensione ampia e flessibile, vagante, uno spazio di risonanza e silente, che è un di là, rispetto a cui possiamo approcciarci non con la logica, non con l’intensificazione della presa ragionante sulle cose, ma con l’abbandono di ogni volontà di potenza e controllo, disarmando il segno attivo, muovendo sensibili nell’attesa.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, il concerto presenta un’opera di Cosimo Colazzo, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce nel brano un senso flessibile del tempo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, ma anche  con un senso del suono sospeso, sfumato, galleggiante. Il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno.

Comunicato stampa

Programma del concerto

Info Concerto: Mercoledì 1 agosto, ore 21.00, Concert Hall Middlebury College – Pianista Cosimo Colazzo – Musiche di Mompou, Colazzo – www.cosimocolazzo.it

www.middlebury.edu – info@cosimocolazzo.it – ccolazzo@middlebury.edu

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Il concerto è stato registrato. Qui di seguito i FILE AUDIO del Concerto. Registrazione “live”, Concerto, Middlebury College, Middlebury Language Schools, Italian School, MCA Concert Hall, Middlebury College, 1 agosto 2012, ore 21.00, Pianista Cosimo Colazzo, Musiche di Mompou e Colazzo.  

Federico MOMPOU (1893-1987)   – MUSICA CALLADA (1959-1974)

Quaderno I [File MP3] [17:47]

I. (Angelico) – II. (Lent) – III. (Placide) – IV – (Afflitto e penoso) – V.  – VI.  (Lento) – VII. (Lento) – VIII. (Semplice)

         Quaderno II [File MP3] [12:30]

IX. (Lento) – X. (Lento – cantabile) – XI. (Allegretto) – XII. (Lento) – XIII. (Tranquilo – très càlme) – XIV. (Severo – sérieux) – XV. (Lento – plaintif) – XVI (Calme)

Quaderno III [File MP3] [11:05]

XVII. (Lento) – XVIII. (Luminoso) – XIX. (Tranquillo) – XX. (Calme) – XXI. (Lento)

Quaderno IV [File MP3] [19:04]

XXII. (Molto lento e tranquilo) – XXIII. (Calme, avec clarté) – XXIV. (Moderato) – XXV. – XXVI. (Lento) – XXVII (Lento molto) – XXVIII (Lento)

 Cosimo COLAZZO (1964) – DISTESO A ORIENTE (1997) per pianoforte [File MP3] [18:04]

 Pianista Cosimo COLAZZO

 

 

 

Cosimo Colazzo tiene un concerto alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh, con musiche proprie e di Mompou

20 Luglio 2012
19:30a21:30

Cosimo Colazzo, docente al Conservatorio di musica “Bonporti”, di cui è stato direttore dal 2005 al 2011, tiene una serie di concerti, lezioni e corsi negli Stati Uniti, nei mesi di luglio e di agosto. Venerdì 20 luglio alle ore 19.30, suona alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh (una delle università americane più prestigiose, sede di corsi avanzatissimi, con docenti di grande reputazione internazionale), per un concerto pianistico, con musiche di Federico Mompou e proprie.

Successivamente sarà al Middlebury College, in Vermont, sempre negli U.S.A., dove terrà un corso, come visiting professor e sarà anche artist in residence. In quest’ultima veste terrà vari concerti, pianistici e di musica da camera. Sempre anche con musiche proprie.

Colazzo è compositore, pianista, direttore d’orchestra. In quanto pianista è stato vincitore di diversi concorsi, e tiene concerti dedicati soprattutto ai repertori del ‘900 e a musiche nuove. Rispetto al ‘900, inoltre, propone certe linee particolari di ricerca: riconducibili a poetiche che sollevano le questioni del rapporto tra suono e silenzio, di una forma aperta e flessibile, come per le opere di Mompou, Feldman, Ustvolskaya; oppure il senso dell’innesto tra repertori popolari di area marginale, rurale-contadina, e innovazioni di linguaggio, in campo armonico e ritmico, come nel caso di un autore, che in particolare Colazzo tratta, e su cui sta contribuendo molto a un’attenzione di livello internazionale, e cioè il portoghese Fernando Lopes-Graça.

Per il concerto di Pittsburgh propone il fascinoso Musica callada, di Mompou, un’opera vasta, per quanto composta di pezzi per lo più brevi e quasi aforistici, articolata in quattro libri, e realizzata dall’autore nell’arco di oltre un decennio. Accanto a Mompou un’opera dello stesso Colazzo, Disteso a Oriente, del 1997.

Federico Mompou è un autore originale nel panorama creativo e musicale del ‘900. Sorprende quel suo linguaggio, semplificato e depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura. Musica callada tenta, attraverso l’indagine sensibile sul suono, sul timbro, sull’ascolto e sul silenzio, di introdursi come in una piega della realtà, dove traluce un oltre, una dimensione ulteriore. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, Colazzo presenta, nel concerto, una sua opera, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce, nel brano, un medesimo senso flessibile del tempo. Gli oggetti sonori ricercano una vita duttile e sensibile, nel rapporto, anche con ciò che abitualmente si penserebbe come diverso, alternativo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, e anche  sempre con questo aspetto, del suono sospeso, sfumato, galleggiante. Scrive Colazzo, intorno al suo pezzo: “… il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno”.

Qui il Comunicato stampa.

Qui il programma del concerto.

Info Concerto: Venerdì 20 luglio 2012 ore 19.30. Carnegie Mellon University Pittsburgh (U.S.A.). Pianista Cosimo Colazzo. Musiche di Federico Mompou e Cosimo Colazzo