Differenza sessuale e differenza di genere. Su questo si gioca un confronto che è anche di gerarchie e precedenze nel discorso politico. Stranamente il femminismo radicale resiste a considerare ovvio l’ingresso di altri generi (la galassia LGBTQ+) nell’alveo di una considerazione politica forte e sancita. Di queste tematiche, che sono giocate su un piano filosofico ma hanno evidente proiezione politica, tratta Cosimo Colazzo in un suo editoriale per l’Adige.

Il femminismo radicale si è nutrito del pensiero della differenza sessuale, richiamando la diversità biologica del femminile per mettere a fuoco e orientare un pensiero che si è formulato e deve formularsi come alternativo. In questo quadro il sopravvenire di altri generi (la galassia LGBTQ+) che reclamano voce secondo un’idea più ampia della pluralità del genere e delle identità minoritarie, evidentemente mettono sullo sfondo il biologico e chiedono presenza politica.

Cosimo Colazzo ne tratta in un editoriale pubblicato dal quotidiano L’Adige venerdì 30 aprile, discutendo sia il femminismo radicale, sia certo settorialismo “territoriale” dell’attivismo LGBTQ+ che fatica a separarsi dallo specifico identitario, mentre sarebbe utile il dialogo e il mescolamento dei discorsi.

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