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Transiti. Come si traduce in musica. Concerto di Cosimo Colazzo al Mills College, in California. Con musiche di Casella, Debussy, Colazzo, Lopes-Graça

14 Luglio 2019
20:00a21:00

Domenica 14 luglio, alle ore 20, alla Concert Hall del Mills College in California, concerto di Cosimo Colazzo, organizzato dalla Italian School del Middlebury College.

Il tema è quella del ripensamento di un originale nella forma della trascrizione, o della citazione di materiali e stili musicali, o anche della ripresa e attivazione di un originale popolare in contesti moderni. In programma musiche di Casella, Debussy, Colazzo, Lopes-Graça. Di seguito notizie più dettagliate sul concerto e sulle musiche in programma.


ITALIAN SCHOOL DEL MIDDLEBURY COLLEGE

TRANSITI. Come si traduce in musica

Concerto del pianista

COSIMO COLAZZO

Domenica 14 luglio 2019 – ore 20:00

Littlefield Concert Hall – Mills College – Oakland (California)

 

PROGRAMMA

Alfredo Casella (1883-1947)

À la manière de … op. 17 (1911)

I. Richard Wagner: Einleitung des  3. Aufzuges – II Gabriel Fauré: Romance sans paroles – III. Johannes Brahms: Intermezzo – IV. Claude Debussy: Entr’acte pour un drame en préparation – V. Richard Strauss: Sinfonia molestica – VI. Cesar Franck: Aria

Claude Debussy (1862-1918)

da Préludes, Premiere Livre (1909-11)

Voiles

La cathédrale engloutie 

da Préludes, Deuxième Livre (1911-13)

Ondine

Cosimo Colazzo (1964)

Voiles englouties par Ondine (1988)

Fernando Lopes-Graça (1906-1994)

Melodias Rústicas Portuguesas, Segundo caderno (1956-57)

  1. Ó maia, ó maia – 2. Os reis magos – 3. Não canteis a valsa – 4. Agora baixou o sol – 5. Nossa senhora da Póvoa – 6. Aí vem a sapateia – 7. Apagaste la candeia – 8. Canto de lavrar – 9. Boa noite, meus seniores – 10. Canção do Boeiro – 11. Deolinda, Deolinda – 12. Nossa senhora da Granja – 13. O meu menino é d’oiro – 14. O rei e a pastora – 15. Ricordai, fieis Cristãos

 NOTE AL PROGRAMMA

Transiti, passaggi. Da un originale si transita verso la trascrizione, che potrà essere prudente oppure ardita e trasgressiva. Una musica si può ritrovare in un altro contesto nella forma della citazione. E si possono citare anche stili, modi di pensare e fruire la musica. E forse, allargando lo sguardo, si può dire che tutta la musica è fatta di transiti, passaggi di scritture: catene di scritture. La traduzione, riflette Luciano Berio in quelle che sono le sue Lezioni americane, è una condizione molto propria della musica.

Il programma apre uno sguardo su questi concetti partendo da Alfredo Casella (1883-1947), autore di À la manière de … (1911), che rende le caratteristiche di diversi stili compositivi individuandone tratti essenziali e salienti. Realizza così un ciclo di brani che passa in rassegna gli stili di Wagner, Fauré, Brahms, Debussy, Richard Strauss, Franck: una parodia delle scritture altrui, a tratti ironica e divertita.

In programma c’è anche una mia composizione, Voiles englouties par Ondine (1988), che fa riferimento, come tradisce lo stesso titolo, a tre Préludes di Claude Debussy (1862-1918), e in particolare Voiles, La cathédrale engloutie, Ondine, accomunati peraltro dal riferimento all’elemento acquatico e all’immaginario marino.

Il programma propone dapprima gli originali, vale a dire i tre Préludes di Debussy, e poi il mio pezzo che li integra in un nuovo organismo fortemente strutturato. Nella mia composizione, infatti, il modello di Ondine conduce la costruzione del discorso e definisce l’impianto architettonico generale, mentre alcuni dati degli altri brani si innestano nel tronco e nel respiro di quella cornice individuando possibili luoghi e motivi dell’innesto. Si danno stratificazioni, oppure identità miste, il tutto attraverso operazioni molto formalizzate. È come un esperimento di ingegneria genetica: prende corpo e nervatura un nuovo organismo, ‘mostruoso’ per l’origine artificiale e insieme geneticamente motivato e determinato.

Un altro brano che propone il programma è Melodias rústicas portuguesas, secondo quaderno (1956-57), un’opera del compositore portoghese Fernando Lopes-Graça (1906-1994), che in molte sue opere fa riferimento al folclore portoghese. Il suo interesse è per il mondo contadino, in quanto marginale, deposito di una cultura che non è stata sopraffatta ancora dal mondo urbano e dalla volontà di omologazione del regime. Quel mondo va valorizzato, fatto emergere nella sua capacità di pensiero autonomo. Inoltre, Lopes-Graça lo mette in relazione con il linguaggio della modernità. Crea le condizioni di transiti, traduzioni, latenze, ricontestualizzazioni. Le melodie popolari sono riprese rispettandole nella loro prima fisionomia, ma dialogano con un contesto che è quello della modernità, diventando fattori capaci di intervenire e di  progettare il nuovo. In questo è l’operazione anche politica dell’arte di Lopes-Graça, resistente contro il fascismo, contro la sua propaganda della nazione e del folclore nazionale, e volto a coltivare percorsi alternativi della coscienza di sé. Antifascista indefesso, perseguitato dal regime di Salazar, Lopes-Graça è una delle coscienze più lucide della Resistenza portoghese e uno dei padri del nuovo Portogallo democratico emerso dalla Rivoluzione dei Garofani del 1974.

Cosimo Colazzo

 

NOTE BIOGRAFICHE

Cosimo Colazzo (1964) è diplomato in Pianoforte, Composizione, Direzione d’orchestra. Inoltre è laureato in Filosofia. Ha studiato la composizione con Salvatore Sciarrino. Ha seguito inoltre corsi con Luigi Nono, Pierre Boulez, Peter Eötvös, e altri importanti artisti.

Come pianista, sia solista che in formazioni da camera, tiene concerti in Italia e all’estero, in cui propone soprattutto la letteratura del ‘900 e opere nuove, spesso in prima esecuzione.

Le sue composizioni sono edite da Rai Com e sono eseguite in festival in Italia e all’estero.

Autore di volumi e saggi dedicati a tematiche inerenti la musica del ‘900 e contemporanea, ha recentemente pubblicato: Musica e impegno. L’antifascismo e l’opera di Fernando Lopes-Graça (LIM, Lucca, 2019, XVII-272 pp., con due CD allegati).

Fa parte dell’équipe di ricerca Caravelas, del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona.

Dal 2005 al 2011 ha diretto il Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento, dove attualmente è docente di Composizione. Dal 2012 è docente e artist in residence della Italian School del Middlebury College negli Stati Uniti.

Carlo Belli, intellettuale roveretano protagonista del discorso sulle arti nel ‘900 e teorico dell’arte astratta. Due giornate di studio e due concerti. A Rovereto dall’11 al 13 ottobre 2018. Per iniziativa dell’Associazione “Piazza del Mondo”

11 Ottobre 2018 10:00a13 Ottobre 2018 20:00

Giovedì 11 Ottobre, alle ore 10.00, nella “Sala Belli” del Palazzo Alberti Poja a Rovereto, si apre una manifestazione organizzata dall’Associazione culturale Piazza del Mondo dal titolo Mondi pluriversi: musica e cultura in Carlo Belli, roveretano in Magna Grecia. Giornate di studio e concerti. 11-12-13 ottobre 2018. L’iniziativa – volta a celebrare la mente rinascimentale del grande intellettuale roveretano del ‘900, la sua attività in riferimento a varie arti (musica, architettura, arti visive, archeologia) e la sua eredità culturale -, è stata resa possibile grazie a: la collaborazione con Comune di Rovereto, Mart (Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto), Fondazione Museo Civico Rovereto, Associazione Filarmonica Rovereto, Associazione culturale MotoContrario; il sostegno di Provincia autonoma di Trento, Regione autonoma Trentino Alto Adige, Comune di Rovereto, Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto; e  il patrocinio dell’ Università della Calabria, Dipartimento di Studi Umanistici. Aprono l’incontro i saluti di Maurizio Tomazzoni, assessore alla cultura, e di Alessandra Cattoi, direttrice del Museo Civico.  A seguire il benvenuto di Giuliana Adamo, Presidente di Piazza del Mondo. Le due giornate di studio, intitolate, rispettivamente,  Paesaggi dell’antichità (modera Sergio Poggianella) e  Il futuro delle arti (modera Ugo Morelli), prevedono gli interventi di esperti e cultori delle  arti amate e/o praticate dal Belli: studiosi, archeologi, architetti, mucisisti, numismatici, critici letterari archivisti, direttori di musei etc. si alterneranno in un dialogo plurivoco che evochi e possa rendere la complessità e l’attualità dell’universo belliano. Saranno presenti, nella prima sessione di giovedì 11 ottobre: Franco Nicolis (Soprintendenza per i Beni Culturali Provincia autonoma di Trento), Maria Costanza Lentini (Polo Regionale di Catania per i Siti Culturali Parchi Archeologici), Aldo Siciliano (Università del Salento), Giuliana Adamo (Trinity College Dublino), Eleonora Zen (Museo Civico Rovereto). Nella seconda sessione di venerdì 12 ottobre: Paola Pizzamano (Museo Civico di Rovereto), Mauro De Luca (Università di Camerino), Cosimo Colazzo (Conservatorio di musica di Trento), Nicoletta Boschiero (Mart) Paola Pettenella (Archivi storici, Mart).

Le giornate prevedono due concerti serali. Il primo – giovedì 11 ottobre, alle 20.45, alla Sala Filarmonica di Rovereto -, Il mondo musicale di Carlo Belli. Sax e pianoforte, con Emanuele Dalmaso (sassofono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), musiche di Carlo Belli, Alfredo Casella, Igor Stavinskij, Alexandre Tcherepnine, Ervin Schulhoff, Darius Milhaud. Il secondo, sabato 13 ottobre 2018 alle 17.30, alla Biblioteca Civica di Rovereto, Palazzo dell’Annona, Il mondo musicale di Carlo BelliVoce e pianoforte, con Roberto Abbondanza (baritono) e Cosimo Colazzo (pianoforte), musiche di Francis Poulenc, Maurice Ravel, Goffredo Petrassi, Cosimo Colazzo.

Si tratta di un’opportunità di grande arricchimento culturale e musicale in nome di un grande roveretano capace di far dialogare fra loro le arti e il mondo, il Nord e il Sud in nome della misura e della bellezza. Notizie anche sul sito dell’Associazione Culturale “Piazza del Mondo”: www.piazzadelmondo.it. In particolare alla pagina: http://www.piazzadelmondo.it/wp/mondi-pluriversi.

Ingresso libero a tutti gli eventi.

Ulteriori Materiali:

Locandina

Programma di sala generale

Programma di sala concerti

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Per informazioni:

Associazione culturale “Piazza del Mondo”, www.piazzadelmondo.it, tel. +39 3803207730

Fondazione Museo Civico di Rovereto, +39 0464 452800

Servizio Istruzione, Cultura e Sport, Comune di Rovereto, tel. +39 0464 452256

Concerto di Cosimo Colazzo a Oakland in California. Sul tema della notte: romantica, liberty e modernista. Esecuzione di Voiles englouties par Ondine che innesta insieme, uno dentro l’altro, tre Préludes di Debussy

8 Luglio 2018
20:00a21:00
Galielo Chini, Notte fonda sul mare

Domenica 8 luglio 2018 Cosimo Colazzo tiene un concerto per la Italian School del Middlebury College@Mills alla Littlefield Concert Hall del Mills College a Oakland in California. Tutto dedicato al tema della notte: dal respiro romantico dei Notturni di Martucci, alle preziosità allusive e sofisticate di Respighi e Pick-Mangiagalli, al modernismo di Casella, con le sue dissonanze (accordi per quarte, politonalità) che sprofondano sino a clusters gravissimi. Insieme brani dai Péchés de vieillesse di Rossini, e un’opera di Cosimo Colazzo del 1988, Voiles englouties par Ondine che innesta insieme, uno dentro l’altro, tre Préludes di Debussy.

PROGRAMMA

Scuola Italiana Middlebury College
Concerto
LA NOTTE: ROMANTICA, LIBERTY, MODERNISTA
pianista
COSIMO COLAZZO

Mills College – Oakland (California)
Littlefield Concert Hall
Domenica 8 luglio 2018 – ore 20.00

Littlefield Concert Hall, Mills College Oakland

 

 

 

 

 

Giuseppe Martucci (1856-1909)
Notturno op. 70 n. 1 in Solb maggiore (1891?)

Gioacchino Rossini (1792-1868)
da Péchés de vieillesse, Album pour les enfants adolescents (1857-1868), Ouf! Les petits pois

Giuseppe Martucci
Notturno op. 70 n. 2 in Fa# minore (1891?)

Gioacchino Rossini
da Péchés de vieillesse, Album pour les enfants dégourdis (1857-1868), Une caresse a ma femme

Ottorino Respighi (1879-1936)
da Sei pezzi (1903-1905), Notturno

Riccardo Pick-Mangiagalli (1882-1949)
da Deux lunaires (1916) op. 33, Colloque au clair de lune

Cosimo Colazzo (1964)
Voiles englouties par Ondine (1988)

Alfredo Casella (1883-1947)
A notte alta (1917)

Cosimo Colazzo a Cascais in Portogallo per un intervento analitico sull’opera di Lopes-Graça e per un concerto dedicato alle Melodias Rústicas Portuguesas del compositore portoghese

15 Dicembre 2017
16 Dicembre 2017

A Cascais, in Portogallo, un convegno dedicato a Fernando Lopes-Graça, importante compositore portoghese del Novecento, i prossimi venerdì 15 e sabato 16 dicembre. Cosimo Colazzo vi tiene una relazione dal titolo “Polymodal constructions in Fernando Lopes-Graça’s Melodias Rústicas Portuguesas”, e un recital con il primo quaderno delle Melodias Rústicas Portuguesas.

Info: https://simposio-flg-20174.webnode.pt/programa/

Giornata della Memoria. Come pietre d’inciampo. Concerti, letture, improvvisazioni musicali e poetiche

21 Gennaio 2018
15:00a21:00

Domenica 21 gennaio 2018
Trento, Sala Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto (V. Calepina 1)
PERCORSI DELLA MEMORIA: COME PIETRE D’INCIAMPO
per la Giornata della Memoria 2018

15:00 | La memoria, il domani | Andrea Mattevi (viola) | Musiche di Ligeti, Bach, Hindemith, Telemann
15:45 – 17:15 – 18:45 | Spazio giovani: il nostro futuro | Interpreti Studenti del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento – Scuole di Pianoforte, docenti Maria Rosa Corbolini, Laura Di Paolo, Fabio Consoli, Mario Coppola | Musiche di Beethoven, Bach, Mendelssohn, Chopin
16:00 – 17:30 – 19 – 20:15 | Antigiudaismo e razzismo. Le nostre voci contro | Letture scelte a cura di Giuliana Adamo | Brani da e su Vittore Bocchetta, e da: Primo Levi, David Nirenberg, Paul Celan, Antonella Anedda Angioy
16:15 – 17:45 – 19:15 – 20:30 | Improvvisazioni musicali e poetiche | a cura di Ettore Filippi e MotoContrario ensemble
16:30 | Resistenza contro il fascismo. La musica di Lopes-Graça | Duo pianistico, pianoforte a quattro mani Cosimo Colazzo, Mariarosa Corbolini con la collaborazione di Patrizia Zanardi (voce recitante) | Musiche di Lopes-Graça
18:00 | Poesia e musica: Performative Arts Today | Patrizia Zanardi (soprano), Cosimo Colazzo (pianoforte) | Musiche di Colazzo
19:30 | Dialoghi | Duo sassofoni Emanuele Dalmaso, Mattia Grott | Musiche di Hindemith, Koechlin, Carro, Zare, Grott


Musica e poesia, memoria e futuro, musiche nuove, musiche del passato, improvvisazioni musicali e poetiche: tutto questo scandirà, domenica 21 gennaio 2018, dalle ore 15 alle ore 21 – alla Sala Conferenze della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto di Trento,  sede di Trento via Calepina 1 – una giornata intensa, culturale e musicale, dedicata ad onorare la memoria delle vittime della Shoa.

Percorsi della memoria: come pietre d’inciampo è il titolo dell’iniziativa, che raccoglie una vasta serie di eventi. A organizzare la manifestazione è l’Associazione culturale Piazza del Mondo di Trento (in collaborazione con l’Associazione culturale MotoContrario) fortemente attiva sui temi dell’impegno civile e della divulgazione presso i giovani delle istanze del sapere e della conoscenza, insieme con l’apertura al nuovo. Prospettiva storica e proiezione al futuro sono due lati di una tensione necessaria affinché il senso di sé, della propria identità, maturi in senso positivo, verso dinamiche realizzative e progettuali. Prospettive dell’identità è il titolo – significativo in questo senso – di un più vasto progetto dell’Associazione Piazza del Mondo, in cui rientra anche quest’iniziativa, che vuole esprimere il senso della memoria e insieme essere denuncia contro razzismo, violenza e intolleranza.

Quattro concerti scandiranno la lunga giornata culturale (con interpreti di rilievo quali Andrea Mattevi alla viola, Emanuele Dalmaso e Mattia Grott ai sassofoni, Maria Rosa Corbolini e Cosimo Colazzo al pianoforte, e il soprano Patrizia Zanardi), alternati a momenti di lettura di brani letterari e poetici, di testimonianze e di ricostruzione storica (scelti a cura di Giuliana Adamo), a momenti di improvvisazioni musicali e poetiche (con Ettore Filippi e il MotoContrario ensemble), e a momenti musicali in cui saranno protagonisti giovani musicisti (studenti del Conservatorio “Bonporti” di Trento).

Il programma è dedicato alla memoria degli offesi per fare ricordare e riflettere gli ascoltatori attraverso la sollecitazione del suono e della parola.

Alle ore 15.00 apre la giornata Andrea Mattevi, che esegue alla viola brani di Ligeti, Bach, Hindemith e Telemann, in un concerto dal titolo La memoria, il domani.

Segue un intervento musicale di studenti del Conservatorio di musica di Trento, delle Scuole di Pianoforte dei docenti Maria Rosa Corbolini, Laura Di Paolo, Mario Coppola, Fabio Consoli: alle 15:45 il primo degli interventi, cui seguiranno nell’arco della giornata altre finestre alle 17:15 e alle 18:45. Si potranno così ascoltare (in questi interventi cui è stato dato titolo Spazio giovani: il nostro futuro) musiche di Bach, Beethoven, Mendelssohn, Chopin.

Anche le letture, a cura di Giuliana Adamo, scandiranno ad orari dedicati (16:00; 17:30; 19:00; 20:15) la giornata, con un loro spazio dedicato dal titolo Antigiudaismo e razzismo: le nostre voci contro. I pezzi musicali saranno così intervallati dalla lettura di brani provenienti da opere importanti sulla tragedia nazista, sul razzismo e sull’intolleranza. I testi scelti sono tratti da: Primo Levi, Se questo è un uomo (I ed. 1947); Giuliana Adamo, Vittore Bocchetta: una vita contro. Ribelle, antifascista, deportato, esule, artista (2012); David Nirenberg, Antigiudaismo. La tradizione occidentale (I ed. Inglese 2013; traduzione italiana di Giuliana Adamo e Paolo Cherchi  2016); Paul Celan da Poesie (Meridiano, Mondadori, 1998, a cura di Giuseppe Bevilaqua), Antonella Anedda Angioy dalla raccolta Notti di pace occidentale (2001).

Le improvvisazioni poetiche e musicali coinvolgeranno la voce di Ettore Filippi e il MotoContrario ensemble (che potrà allargarsi ad altri musicisti presenti) in varia formazione. Poesie di Edmond Jabes e di Paul Celan, come di altri autori legati alla cultura ebraica o che hanno vissuto le persecuzioni fasciste e naziste, saranno la base di un’interpretazione vocale che si spingerà verso la penetrazione sonora del testo insieme con una musica improvvisata che nasce aperta all’incrocio di comuni tensioni creative: alle 16:15, alle 17:45, alle 19:15, alle 20:30).

Il duo pianistico composto da Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini, sarà impegnato, nella formazione a quattro mani, alle ore 16:30 in un concerto (dal titolo: Resistenza contro il fascismo. La musica di Lopes-Graça), che ha in programma musiche di Fernando Lopes-Graça, autore perseguitato sotto il lungo regime fascista di Salazar in Portogallo. La sua musica si lega al folclore contadino portoghese, che viene messo in una relazione di tensione con le ricerche musicali più avanzate, costituendosi in questo modo come linguaggio personale e insieme come messaggio politico, che valorizza la ricchezza e l’autonomia della cultura contadina.

Alla 18:00 il soprano Patrizia Zanardi interpreterà brani musicali di Cosimo Colazzo, in duo con il compositore al pianoforte), su testi di vari autori (Luigi Reitani, Maria Attanasio, Antonella Anedda, Giovanni Pascoli, Emilio Villa), in un concerto dal titolo Poesia e musica: Performative Arts Today. (Ricordiamo per inciso che il concerto avrà una sua replica il 2 febbraio prossimo a Dublino, presso il Trinity College, nell’ambito di una giornata internazionale dedicata al tema Performative Arts Today, organizzata dal Trinity College di Dublino, in collaborazione con Ambasciata d’Italia, Istituto Italiano di Cultura a Dublino e la stessa Associazione Piazza del Mondo).

Concerto conclusivo sarà quello dal titolo Dialoghi, che coinvolge il duo di sassofoni composto da Emanuele Dalmaso e Mattia Grott, che eseguirà musiche di Hindemith, Koechlin, Carro, Zare, Grott.

Sarà una giornata lunga e intensa di riflessione, memoria, produzioni e lanci creativi, in cui le parole poetiche e letterarie che cercano, rispettivamente, di esprimere la verità del male e del dolore e di portare testimonianza sull’indicibile che uomini hanno perpetrato ai danni di tanti milioni di altri uomini, saranno arricchite dalle note della musica: unico linguaggio capace di andare oltre, aldilà di traduzioni, comparativismi, incomprensioni nella trasmissione del messaggio.

Si tratta di un’opportunità di arricchimento per la società civile, di grande portata culturale, letteraria e musicale. Da non perdere.


Info: www.piazzadelmondo.it – segreteria@piazzadelmondo.it

Un concerto pianistico di Cosimo Colazzo, con musiche proprie, di Rossini, Esposito, Casella e Rieti, alla Concert Hall del Mills College, a Oakland in California, per la Italian School del Middelbury College

16 Luglio 2017
20:00a21:30

Un concerto pianistico di Cosimo Colazzo  – alla Littfield Concert Hall del Mills College, a Oakland in California, per la Italian School del Middelbury College, domenica 16 luglio 2017 alle ore 20:00 – sul tema del dispatrio e delle doppie culture, con musiche di autori che hanno vissuto l’esperienza dell’esilio, o di un doppio radicamento culturale. Il caso di Rossini a Parigi, dopo essersi esiliato anche dal mondo dell’opera, autore di musiche da camera vocali e pianistiche con cui riempie quaderni d’autore, ironica presa di distanza dal gusto romantico prevalente; di Esposito, di formazione napoletana, ma fortemente attivo in Irlanda, in contatto, a cavallo tra Otto e Novecento, con le tensioni locali per una cultura musicale indipendente e specifica; di Casella già in origine basato su una doppia cultura, francese e italiana; di Rieti, ancor più polivoco, tra cultura araba che assorbe nella nativa Allessandria d’Egitto, cultura ebrea per appartenenza familiare, e poi italiana e francese per studi, infine statunitense, per la necessità di sfuggire alle persecuzioni razziali. Insieme nel concerto due composizioni recenti di Cosimo Colazzo: Le terre rosse e il mare obliquo, che nel titolo rinvia alle radici culturali dell’autore, terra rossa e tagli obliqui del mare, nel Salento delle origini; accanto a La tenzone, ispirata alla poesia di Emilio Villa, che innesta arcaismi e futurismi, mescola lingue o accende parole nuove.

PROGRAMMA DEL CONCERTO

Mills College – Oakland (California) – Littlefield Concert Hall –

Domenica 16 luglio 2017 – ore 20.00

Cosimo Colazzo (1964) – Le terre rosse e il mare obliquo (2014)

Gioacchino Rossini (1792-1868)  – da Péchés de vieillesse (1857-1868), Vol. V – Album des enfants adolescentes:                                                –L’innocence italienne, la candeur française

Michele Esposito (1855-1929)  – Three Pieces (1911) (Alba – Zenith – Tramonto)

Alfredo Casella (1883-1947) – A notte alta (1917)

Vittorio Rieti (1898-1994) – Contrasts (1967) (Preludio – Variazioni – Bagatella – Elegia – Girandola)

Cosimo Colazzo (1964) – La tenzone (2016)

NOTE BIOGRAFICHE

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, pianista, compositore, direttore d’orchestra, diplomato rispettivamente ai Conservatori di musica di Lecce, Roma, Milano, laureato in Filosofia all’Università di Lecce, è autore di una vasta produzione compositiva, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary.

Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee.

È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona.

Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, in Italia. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011.

È Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College.

Per altre informazioni: www.cosimocolazzo.it

NOTE AL PROGRAMMA

Dispatrio: significa l’esilio forzato o scelto, l’allontanamento dalle proprie radici per ritrovarsi altrove, dove si tenterà di creare le condizioni di un nuovo domicilio. Significa la cultura di appartenenza che prende una dimensione più interiore, non correlata ai luoghi e agli spazi del quotidiano. E il nuovo incontro: l’altro che prende a radicarsi dentro di noi.

Luigi Meneghello (1922-2007) ne ha trattato in un suo libro degli ultimi, dal titolo Il dispatrio (1994), raccontando la sua personale esperienza di incrocio delle culture italiana e inglese.

Il concerto naviga il tema del dispatrio e delle doppie culture attraverso autori e esperienze che coprono l’arco di due secoli. A partire da Gioacchino Rossini (1792-1868), che si autoesilia a Parigi quando ha smesso di scrivere per l’opera. Qui è autore di musiche da camera, brani vocali con pianoforte o per solo pianoforte, con cui ha riempito cospicui quaderni. Sono pagine eccentriche, sin dai titoli, che trasmettono il senso del distanziamento ironico con cui Rossini tiene a freno, a distanza, o media, la cultura romantica coeva che gli sembra troppo carica di enfasi e retorica, quindi da ridurre e spiazzare.

Michele Esposito (1855-1929), di cultura napoletana, formatosi al Conservatorio di Napoli alla scuola di Cesi e Serrao (collega, negli studi, del più noto Giuseppe Martucci) si ritrova in Irlanda, a capeggiare un movimento di ampliamento degli orizzonti culturali per la musica classica nella nuova patria: compositore e pianista di straordinario valore, fautore di iniziative culturali ancor oggi ritenute fondamentali per lo sviluppo della cultura musicale nel paese d’adozione. Ma soprattutto, al volgere del secolo, partecipe di un movimento d’impronta nazionalistica, propriamente irlandese (accade qui come in altre parti d’Europa, soprattutto quelle periferiche), per individuare un possibile linguaggio proprio, specifico, che si ritiene di poter attivare rapportandosi alle espressioni popolari. Esposito, italiano dispatriato, innervato della nuova cultura, sa coltivare questa istanza e la traduce nella propria opera compositiva.

Alfredo Casella (1883-1947) è francese di formazione, ma, rientrato in Italia, si pone a capo di un movimento che spinge affinché l’Italia si apra allo spirito delle avanguardie d’inizio secolo. La sua doppia cultura è all’origine del suo richiamo ad un’apertura verso l’Europa delle avanguardie. In contatto con musicisti come Debussy, Ravel, Stravinskij, Schönberg, è autore di una musica dal linguaggio fortemente post-tonale, soprattutto negli anni ’10 del secolo. Successivamente, in corrispondenza a una svolta neoclassica e in un contesto socio-politico mutato a causa del fascismo, sarà attivo nel richiamo all’italianità, a una tradizione che attraversa i secoli e definisce una specifica identità, italiana o più ampiamente mediterranea, che deve ritrovarsi anche nelle esperienze del moderno musicale.

Vittorio Rieti (1898-1994), che di Casella è stato allievo, stratifica in sé molte culture. Italiano nato ad Alessandria d’Egitto, dov’era presente una vasta comunità d’italiani, nel contempo di famiglia ebrea (anche se laica), si trasferisce poco più che adolescente in Italia per proseguire gli studi. Vive in seguito tra Parigi e l’Italia. Infine è transfuga dall’Italia, per sfuggire alle leggi razziali e alle persecuzioni (ad Auschwitz sarebbero finiti la madre e due zii). Esiliatosi negli Stati Uniti, qui trova la sua nuova patria. Ormai anziano riflette: «L’arabo lo ricordo poco, ma ancora oggi, per quanto mi risulti più facile parlare in inglese, se devo scrivere prediligo il francese, mentre la lingua dei pensieri e dei sogni è rimasta sempre l’italiano». Quale migliore quadro di un’identità che si compone di molti tasselli, che riesce a essere, in essenza e radicalmente, polivoca e plurale?

Nel concerto, poi sono presentate anche mie opere recenti. Le terre rosse, il mare obliquo (2014) è, nel titolo, immagine della terra d’origine, il Salento: il rosso delle zolle smosse e il mare obliquo in uno specifico luogo della costa. Anche in tempi di globalizzazione, le patrie dell’infanzia sono le più resistenti, quelle che di meno esalano al passaggio del tempo e al cambio delle latitudini. L’altro pezzo, La tenzone (2016), è idealmente dedicato alla poesia di Emilio Villa (1914-2003), poeta delle mescolanze linguistiche, funambolo della parola, che scava, analizza, sollecita a innesti e reinvenzioni, unendo arcaismi e futurismi. Nella musica analoghi giochi linguistici: qualcosa di arcaico è proposto in stratificazioni poliritmiche, quindi evolve in innesti di oggetti che agglutinano pattern ossessivamente ripetuti. Il tempo musicale è messo in gioco, provocato, sollecitato, inciso e disegnato, contornato da accenti asimmetrici;  a volte la ripetizione, estenuata al limite ed estrema, ne cambia il volto, scioglie gli angoli, lo fa elastico, quasi lo dissolve.

Cosimo Colazzo

Voci compositive dalla Grande Guerra. Un concerto di Cosimo Colazzo con un programma di autori che la vissero direttamente al fronte o dall’interno della vita civile. Per ‘Sapere e futuro’ alla Sala Filarmonica di Rovereto

18 Dicembre 2016
18:00a20:00

Dopo l’incontro culturale che l’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ organizza (venerdì 16 dicembre alle 10.45 al Liceo Rosmini di Rovereto) nell’ambito della manifestazione ‘Sapere e futuro’, sul tema della Grande Guerra, con il grande storico Mario Isnenghi, professore emerito dell’Università di Venezia e autore di saggi imprescindibili sull’argomento, è la volta di un concerto pianistico del massimo interesse, perché indaga, nella chiave musicale, il periodo storico e quell’evento – la guerra mondiale – che interrogò fortemente le identità intellettuali e artistiche di tutti, e anche di quanti lavoravano nell’ambito della cultura.

Il concerto, tenuto dal pianista e compositore Cosimo Colazzo, è in programma (sempre nell’ambito di ‘Sapere e futuro’) domenica 18 dicembre alle ore 18 alla Sala FIlarmonica di Rovereto (in Corso Rosmini 86). Presenta musiche di autori che hanno vissuto in diretta la guerra ai vari fronti: come Bliss, inglese, ufficiale di artiglieria, ferito e intossicato dai gas; Schulhoff ceco, che la combattè in Galizia contro il fronte russo, anche lui ferito nel corpo e provato psicologicamente; Miaskovskij, che la combattè, viceversa, dalla parte dei russi, e per il quale la guerra fu l’evento decisivo – come scrive – che richiese una nuova e diversa precisione del suo linguaggio. Ci sono poi coloro che, impegnati nella dimensione civile, scrivono apposite composizioni, per sostenere la propria parte, riflettendo insieme sulla realtà cruda della guerra: così Debussy e il nostro Mascagni (in opere diverse nello stile dei due autori, e comunque sobrie e antiretoriche). Oppure Casella, interventista, ma presto consapevole della catastrofe comunque irredimibile che è questa particolare guerra, vorace e quasi senza un orizzonte finale: le sue opere dure e dissonanti, che significano, all’epoca, proprio qesto stato di dura lacerazione della coscienza. Nel programma sono incluse alcune opere di Colazzo, che nella ritmica fredda e inesorabile, oppure nei silenzi estremi, testimoniano di un’attuale riflessione sulla guerra, e anche di una protesta contro.

Gli eventi di ‘Sapere e futuro’ sono organizzati dall’Associazione culturale ‘Piazza del Mondo’ in collaborazione con l’Associazione Filarmonica di Rovereto econ l’Associazione MotoContrario di Trento, con il contributo di Fondazione CARITRO e Regione Autonoma di Trento, con il patrocinio di Accademia Roveretana degli Agiati, Museo storico della Guerra, Comune di Rovereto, mentre media partner è il quotidiano ‘Corriere del Trentino’. Si sottolinea anche la collaborazione con vari istituti scolastici sul territorio.

L’ingresso al concerto è libero


DOMENICA 18 DICEMBRE 2016 


18:00 | Rovereto (TN) | Sala Filarmonica – Corso Rosmini 86


Concerto

UN SALTO NEL BUIO. MUSICA E GRANDE GUERRA

Pianista COSIMO COLAZZO


Ingresso libero


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PROGRAMMA

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950) – Eccentricities sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25

Andante semplice – Allegro tenebroso e fantastico – Largo e pesante – Quieto – Allegro vivace – Molto sostenuto ed espressivo

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923)

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

Claude Debussy (1862-1918) – Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914)

Pietro Mascagni (1863-1945) – Sunt lacrymae rerum! (1914)

Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28

Allegro con spirito – Minuetto – Finale

 …………………………

Cosimo Colazzo (1964) – I fragorosi silenzi, la fine (2015) 

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano-rag-music (1919) 

Ervin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

Cosimo Colazzo (1964) – Jeux de contrastes (2015)


NOTE BIOGRAFICHE DI COSIMO COLAZZO

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato, per sue opere, in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, con particolari apporti interpretativi e di ricerca artistica rispetto ad autori come Mjaskovskij, Schulhoff, Ustvolskaya, Lopes-Graça, Mompou, ecc. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.


NOTE AL PROGRAMMA DEL CONCERTO

Un concerto pianistico con, in programma, autori che hanno vissuto direttamente la guerra su fronti opposti, come il russo Miaskovski, l’inglese Bliss, il ceco Schulhoff. Vengono presentate opere di quel periodo o subito successivo. L’esperienza della guerra è formativa del loro linguaggio musicale, lo precisa spesso in termini di protesta e di rifiuto della tradizione europea (Schulhoff; Bliss), o di un timbrismo scuro (Miaskovskij). Altri autori, nello stesso periodo, vivono la guerra da una prospettiva di vita civile, dentro una società che nondimeno è segnata dalla guerra. Anche qui opere che si rivolgono alla guerra con una sensibilità malinconica e ripiegata (Debussy; Mascagni), oppure risentendola nei termini della dissonanza e della atonalità (Casella).

Nikolaj Jakovlevič Mjaskovskij (1881-1950), Eccentricities: sei pezzi per pianoforte (1917-1922) op. 25. (Andante semplice; Allegro tenebroso e fantastico; Largo e pesante; Quieto; Allegro vivace; Molto sostenuto ed espressivo). Mjaskovskij combattè nelle fila dell’esercito russo durante la prima guerra mondiale, sul fronte che, in Galizia, opponeva i russi agli austriaci. Ricorda l’esperienza come un avvenimento decisivo rispetto alla sua ricerca, all’evoluzione del suo linguaggio e del suo stile, nonché come fattore di profonda trasformazione spirituale della persona. Così scrive: «La guerra ha profondamente arricchito la mia riserva d’impressioni interiori ed esteriori, e allo stesso tempo ha schiarito le mie idee musicali. La maggior parte delle mie composizioni del fronte ha un carattere, se non più chiaro, almeno più obiettivo». Fu ferito e, mentre era convalescente, si dedicò alla composizione della Sinfonia n. 4. Sempre negli anni della guerra compose la fortunatissima Sinfonia n. 5. L’esperienza della guerra è presente quando compone le prime idee per Eccentricities, opera che porterà a termine negli anni Venti, impregnata di timbriche scure, di fantasie sonore tenebrose richiamate da significative didascalie.

Arthur Bliss (1891-1975), Two Piano Pieces (1923) (‘Bliss’ [A One-Step]; The Rout Trot). Arthur Bliss ha  partecipato alla prima guerra mondiale, già subito all’avvio, come volontario nella British Army, servendo con onore nel corpo delle Grenadier Guards. “Il mio temperamento – scrive – mi richiede di assumere delle scelte e un ruolo attivo, non passivo. Io vedo me stesso in azione”. La sua musica procede in parallelo con questo suo atteggiamento estroverso, pronto a intervenire, partecipare. La Guerra coincide con un passaggio di maturazione della sua personalità, sotto il profilo umano come artistico. Ed è in una tale condizione di cambiamenti, che egli sta vivendo intensamente, che incontro il jazz. La sua formazione colta si apre a un’altra cultura, che lo colpisce davvicino, complice l’esperienza militare. Dal 1917 le truppe americane sono in Europa e portano con sé una musica nuova. I giovani europei ne sono affascinati. Bliss risponde adottando, in sue composizioni, riprese di ritmi, motivi, armonie, che vengono dal jazz, da nuove, bizzarre, scatenate danze che arrivano anche attraverso la radio e i grammofoni sempre più diffusi.

Claude Debussy (1862-1918), Berceuse héroique, pour rendre hommage au roi Albert I de Belgique et à ses soldats (1914) per pianoforte. La partitura, idealmente rivolta alla nazione belga, dichiara il suo essere solidale con il destino di quel popolo che, nel 1914, ha subito l’invasione tedesca, nonostante il  paese fosse neutrale. Si parla significativamente di «stupro del Belgio», per intendere quanto subìto dalla sua popolazione, vittima di veri e propri crimini di guerra, nonostante la salvaguardia sancita da patti internazionali. Debussy espresse parole di disapprovazione per la guerra, in quanto essa è radicalmente altro dall’Arte che inibisce e opprime. Il suo nazionalismo lo porta a sottolineare con forza il senso dell’identità francese –  che ha a che fare con specifiche linee evolutive della storia e con il maturare di una continuità coerente con le proprie tradizioni culturali – ma mai avrebbe esaltato, con la propria arte, la necessità della guerra, in quanto profondamente convinto della radicale incompatibilità tra le due.

Pietro Mascagni (1863-1945) Sunt lacrymae rerum! (1914) per pianoforte. È il contributo di Pietro Mascagni all’iniziativa dello scrittore Hall Caine, che aveva chiesto l’intervento di vari artisti europei per una pubblicazione comune, volta a celebrare la resistenza del Belgio contro la Germania, che aveva invaso il Belgio nonostante fosse neutrale. La pubblicazione, voluta e sostenuta dal «The Daily Telegraph» che ne sarà l’editore, è il King Albert’s Book. A Tribute to the Belgian King and People from Representative Men and Women throughout the World. Mascagni scrive un pezzo breve – il cui titolo, Sunt lacrimae rerum!, è ripreso dal verso 462 del I libro dell’Eneide – rappresentativo di una volontà di approfondimento nella commemorazione. La scrittura è volutamente disadorna, fatta di una melodia spoglia e soprattutto di accordi, mentre l’armonia si rende complessa e tende a evitare percorsi lineari e risolti.

Alfredo Casella (1883-1947), Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte. Le opere che Alfredo Casella scrive nel periodo della Grande Guerra sono frutto di un’esperienza di ricerca radicale, che ribalta ogni stato convenzionale del suono. Sono partiture che ricercano l’urto, la dissonanza, che sentono l’armonia come esperienza timbrica, che estendono lo spettro della tastiera pianistica a cercare anche gli stati del rumore, della materia quasi informale. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. È musica complessa, fortemente interrogativa e problematica, come i tempi storici che Casella sta vivendo.

Cosimo Colazzo (1964), I fragorosi silenzi, la fine (2015) per pianoforte. La guerra ci raggiunge nella forma di video che rivelano immagini di luce, come esplosioni senza suono. La nostra percezione, mediata da uno schermo, le vive irreali. Ma hanno carico di morte e di fine. Il compositore richiama quel silenzio che è di morte lontana: atroce morte silente, rallentata, distillata in un silenzio evaporato e stupefatto.  Silenzio fragoroso. Silenzio sensibilizzato e teso: per non dimenticare.

Igor Stravinskij (1882-1971), Piano-rag-music (1919) per pianoforte. Stravinskij ha molto vivo il senso della composizione come qualcosa di oggettivo, forma e materiali che si esaltano nelle loro qualità concrete, di ritmo, timbrica presente. Riduce per questo ogni nebbia espressiva, che tradisca la retorica dell’io. Ciò accade molto nella fase in cui vive la guerra (la prima del secolo che infiammi tutta Europa e il mondo), le sue conseguenze, esule volontario in Svizzera. Qui sperimenta il senso di un linguaggio ridotto, di forme essenziali. Come se, di fronte ad un evento cruciale e distruttivo, la vita assumesse consapevolezza di se stessa negli aspetti più puri e basici. L’attenzione per il jazz, visibile in alcune opere, tra cui Piano rag music (1919), gli serve come ulteriore apertura, verso un mondo culturale altro, capace di relativizzare o contrastare ironicamente alcune tradizioni retoriche. Ma l’accostamento al jazz è nel segno anche qui, di una distanza. Nessun abbandono. Dissonanze acide, accostamenti netti e senza sfumature, oggetti musicali diversi e sovrapposizioni, stratificazioni in piena evidenza

Ervin Schulhoff (1894-1942), Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte (Foxtrott, Ragtime, In futurum, One-step, Maxixe). Lo scoppio della prima guerra mondiale fu evento decisivo per Schuloff, ciò che lo forgiò e spinse il suo linguaggio in direzioni radicali. Fu arruolato nell’esercito austriaco. Inizialmente fu di stanza a Praga, ma poi combatté in Ungheria. Nel 1916 fu ferito alla mano da una granata e subì un grande shock nervoso. Nel 1917 combatté sul fronte russo. Alla fine della guerra sentì il peso di un’esperienza devastante. Ne emerse disilluso, ma anche con una grande rabbia, che esprimeva in opere provocatorie e sperimentali, anche dada, contro ogni residuo neoromantico, mentre politicamente accoglieva le idee socialiste. Dà spazio all’alterità del jazz, con il suo nerbo giovane e ritmico. Ma il suo gioco non è solo leggero se, nella leggerezza ironica, dirige lo sguardo direttamente verso il nulla, il vuoto, la pagina bianca. In un brano delle Fünf Pittoresken, dal titolo In futurum, visionario e ironico, irrora la pagina di sole pause e qualche gioco grafico, dando così spazio al silenzio, all’alterità forse dispersa. Un gioco o una seria interrogazione che anticipa di molti anni quanto Cage avrebbe più tardi trovato e messo in scena. Qui probabilmente con un diverso tessuto di significati, perché vi è iscritto il senso stravolto della guerra e del tramonto dell’Europa, divenuta un enorme campo di battaglia.

Cosimo Colazzo (1964), Jeux de contrastes (2015) Oggi la guerra è confinata in una dimensione asettica, ridotta a mera questione tecnica, di controllo e delimitazione razionale, professionale, di un male relativo. Lo scacchiere mondiale tutto riduce a gioco, dove la morte e la vita perdono il senso dei corpi e dei destini individuali. Così, paradossalmente, questo brano, esprime il senso del ritmo composito e multiforme, del ‘gioco’ e dei ‘contrasti’, e simultaneamente organizza e rapprende la sonorità – diversamente da altre opere dell’autore, che ambiscono al flusso di rapporto tra suono e silenzio – in una dimensione solida, precisa e netta.


INFO: segreteria@piazzadelmondo.it


Invito Concerto Cosimo Colazzo – programma di sala

Migrazioni musicali: dall’America all’Europa. Un concerto di Cosimo Colazzo con musiche di Bliss, Casella, Milhaud, Stravinskij, Schulhoff e dello stesso Colazzo. Elementi del jazz, nei primi decenni del ‘900, concorrono alle poetiche nuove volte alla conquista di altri territori anche in direzione del ritmo. Per la Italian School del Middlebury College at Mills. alla Concert Hall del Mills College a Oakland, in California

17 Luglio 2016
19:45a21:30

Italian School Middlebury College @ Mills

Concert Hall Mills College – Oakland CA

Concerto

Domenica 17 luglio 2016 ore 19.45

Migrazioni musicali: dall’America all’Europa

Pianista Cosimo Colazzo

 

Arthur Bliss (1891-1975) – Two Piano Pieces (1923) per pianoforte

‘Bliss’ (A One-Step) – The Rout Trot

 Alfredo Casella (1883-1947) – Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte

Allegro con spirito – Minuetto – Finale 

Cosimo Colazzo (1964)  Jeux de contrastes (2015) per pianoforte

Darius Milhaud (1892-1974) –  Caramel mou (1920) op. 68 per pianoforte

Igor Stravinskij (1882-1971) – Piano rag music (1919) per pianoforte

Erwin Schulhoff (1894-1942) – Fünf Pittoresken (1919) op. 31 per pianoforte

Foxtrot – Ragtime – In futurum – One-step – Maxixe

 

NOTE AL PROGRAMMA

All’inizio del ‘900 alcuni dei ritmi che agitano gli Stati Uniti raggiungono l’Europa. Sono ritmi provenienti dal sottofondo della cultura afroamericana. Il transito avviene in forme edulcorate e normalizzate, in modo che quel linguaggio possa essere tradotto in scrittura e rappresentato nei teatri del vecchio mondo. L’incontro con questi nuovi linguaggi apre ai compositori europei di area classica nuove strade che vengono percorse. L’attenzione è tutta volta al ritmo. Il jazz è percepito come ritmo pulsante, scosso da sincopi e asimmetrie, legato al movimento del corpo ovvero al ballo. Il linguaggio del jazz, interpretato in tal modo, feconda poetiche musicali che attraverso il gioco, l’ironia e il gusto del leggero mettono volutamente in crisi la retorica tradizionale della musica classica legata al sentimentalismo romantico.

Il concerto offre un’idea di questo passaggio particolarmente rilevante nei primi decenni del Novecento in autori quali Schulhoff, Milhaud, Stravinskij, Bliss, Casella.

Il dialogo tra jazz e classica attraversa, in fasi e modi diversi, tutto il secolo fino ad oggi. Il concerto presenta una composizione nuova di Cosimo Colazzo.

Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Come pianista ha tenuto concerti in Italia, in vari paesi europei, negli Stati Uniti, impegnato sulle letterature del ‘900 e contemporanee, È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, in Italia. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.

In Mondi Sonori un concerto dedicato a Krenek, con Cutroneo al violino e Colazzo al pianoforte

28 Ottobre 2014
20:30a22:00

Ernst Krenek (1900-1991) è un autore complesso, che ha attraversato tutto il ‘900, disegnando un itinerario personale e originale. Dagli inizi che spingono un linguaggio tonale avanzato e fortemente cromatizzato verso accese atmosfere atonali, prosegue la sua ricerca in direzione della dodecafonia. Questa è vissuta personalmente. Con rigore, ma anche con riflussi da pronunce più riconoscibile, nelle figure, in certi oggetti ritmici. Un concerto del festival Mondi Sonori (organizzato dal Conservatorio di Trento, e in svolgimento dal 14 al 31 ottobre), è dedicato alle Sonate per violino di Krenek. Ne sono protagonisti, martedì 28 ottobre, alle ore 20.30 all’Auditorium 0/A del Conservatorio a Trento, il violinista Aldo Cutroneo e il pianista Cosimo Colazzo. Il programma del concerto – che parte dalla Sonata per violino e pianoforte op. 3 (1919), e prosegue con la Sonata per violino solo op. 115 (1948) e con la Sonata per violino e pianoforte op. 99 (1944-45) – permette  proprio di calarsi dentro una dimensione creativa che attraversa diverse fasi e passaggi, vivendo l’esplosione espressionista, ma anche la successiva ondata, resasi più asciutta e calcolata, del filtro strutturante della dodecafonia.. Emerge il ritratto musicale di un autore pervaso di talento ma anche del senso rigoroso della necessità della ricerca.

Qui per il programma del concerto

In California, organizzato dalla Italian School del Middlebury College, nella sede del Mills College, a Oakland, un recital pianistico di Cosimo Colazzo, con sue nuove composizioni

26 Luglio 2014
20:00a21:00

Mills Music Now __ Mills College __ Concert Hall-page-001 (1)A Mills College, in California, tra boschi di eucalipti e ulivi saraceni, un recital pianistico di Cosimo Colazzo, organizzato dalla Italian School del Middlebury College, con sue nuove composizioni, e opere di Rieti, Milhaud, Nin-Culmell. Un viaggio nel Mediterraneo culturale, vissuto e sognato dalla lontananza della diaspora europea, per guerre e persecuzioni, nel secolo scorso, verso gli Stati Uniti.

Un college immerso in boschi di eucalipti, e significative presenze di ulivi saraceni, dentro Oakland, la città antistante San Francisco, sulla stessa baia, nello stesso lato di Berkeley, poco distante. E’ Mills College, dove ha sede, da quest’anno, la Italian School del Middlebury College. E’ interessante rilevare che il Mills College presenta una lusinghiera storia, per la musica contemporane: ha ospitato, infatti, docenti, per la composizione, come Darius Milhaud, dagli anni dal 1940 al 1971, e, negli anni ‘60, Luciano Berio.

In un tale contesto, indubbiamente favorevole per la musica, tiene un concerto pianistico Cosimo Colazzo (che vive a Trento, dove, al Conservatorio di musica “Bonporti” insegna la composizione). Il concerto si tiene sabato 26 luglio, alle 20:00, ora della California, alla Concert Hall di Mills College, dedicato al tema del Mediterraneo, ma nello stesso tempo al tema della diaspora, che ha riguardato molti musicisti europei verso gli Stati Uniti, a causa di guerre e persecuzioni. Il concerto, che è organizzato dalla Italian School del Middlebury College a Mills College, dove Colazzo insegna (dal 2012, con corsi di storia della musica italiana), prevede anche due composizioni recenti, del 2014, di Cosimo Colazzo.

Nel concerto – dal titolo “Un mare di suoni e le diaspore” – vive il Mediterraneo, nelle espressioni di Colazzo, che ha le sue radici nel Salento lambito dal mare, e di autori provenienti da altre terre che su questo mare affacciano con radici e incroci comuni.

“Pochi segni e una luce che vive di sé, tutto sospeso, come in un’assenza di tempo”. Così sono letti da Colazzo i versi di Ernesto Livorni (poeta abruzzese negli Stati Uniti, docente alla University of Wisconsin-Madison). Sospeso nell’aria (2014), brano di Cosimo Colazzo per voce recitante e pianoforte, “apre – come commenta il compositore – il proprio solco a contenere alcuni luoghi-parola da versi del poeta, quasi isole rare, che si mescolano e ricombinano, liquidano i confini dati per nuove associazioni”. Il brano è dedicato ad Andrea Ciccarelli, studioso di letteratura della Indiana University. Interprete per la voce recitante sarà Isabella Carloni, nota autrice, regista, attrice italiana, marchigiana, docente, come Colazzo, alla Italian School del Middlebury College a Mills per quest’estate.

Nell’altra composizione di Colazzo in programma, Le terre rosse e il mare obliquo (2014) per pianoforte, dedicata a Antonio Nicaso (noto studioso della mafia e della ‘ndrangheta, autore, anche con Nicola Gratteri, di veri e propri bestseller sul tema),  è, ancora nelle parole dell’autore, “il ritmo della terra rossa nel mattino, al Sud dei conflitti e dell’orizzonte obliquo del mare. Delle terre vuote e aspre che abbagliano. Ritmo duro e accenti, dilagare e sbavature nel grembo del suono. Una forma senza indulgenze o mediazioni: predilitti i contrasti e sentimenti netti.”

Ma nel concerto c’è anche un discorso della diaspora: dei molti musicisti europei che nel secolo scorso hanno lasciato l’Europa – dell’oscurantismo fascista, dei regimi e delle dittature, delle persecuzioni razziali – verso gli Stati Uniti. Un transito di sensibilità e culture e nuovi innesti. Così con Vittorio Rieti (1898-1994) – di cui Colazzo esegue Contrasts (1967) – italiano che si trasferì negli Stati Uniti in conseguenza delle leggi razziali contro gli ebrei, insegnando a Baltimora, Chicago e al Queens College di New York. E così con Darius Milhaud (1992-1974), analogamente diretto dalla Francia verso gli Stati Uniti, il quale fu docente proprio a Mills College, sede del concerto, per lunghi anni; di Milhaud, figura di grande prestigio, in continuo movimento tra Europa, Stati Uniti, America latina, Colazzo esegue le splendide, inventive musiche di Saudades do Brasil (1920).  Ed è il caso di Joaquin Nin-Culmell (1908-2004), catalano per cultura, che in fuga dall’Europa con la madre e la sorella (la scrittrice Anaïs Nin), ebbe primo impiego al Middlebury College nel Vermont e poi in altre università, sino ad approdare a UC Berkeley, per cui venne a vivere stabilmente proprio a Oakland, la città del Mills College e del concerto. Che di Nin-Culmell propone le Tonadas, I volume, del 1957.

Diaspore e intrecci, numerosi, in questo concerto, insistite, sorprendenti coincidenze. Il flusso del mare, dei viaggi e degli incontri: mare accogliente, ospitale, e mare dell’”alto mare aperto”.

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Qui per il programma PDF del concerto.

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Cosimo Colazzo, nato a Melpignano (Lecce) nel 1964, compositore, pianista, direttore d’orchestra, è autore di una vasta produzione, premiato in concorsi nazionali e internazionali. La sua musica è stata eseguita in vari paesi europei, negli Stati Uniti, in America Latina, in Giappone, ed è pubblicata da Rai Trade – Contemporary. Ha tenuto concerti in Italia e all’estero. È membro dell’équipe di ricerca del CESEM, Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical, della Universidade Nova di Lisbona. Attualmente è docente di Composizione al Conservatorio di musica di Trento, in Italia. Dello stesso Conservatorio è stato direttore dal 2005 al 2011. Faculty Member e artist in residence, a partire dal 2012, presso la Italian School del Middlebury College, negli Stati Uniti.