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Cosimo Colazzo faculty member e artist in residence al Middlebury College

26 Luglio 2012a17 Agosto 2012

Cosimo Colazzo terrà un corso per il Middlebury College, nel Vermont in Usa, dal 26 luglio al 17 agosto,  in collaborazione con Franco Sciannameo, docente della Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dedicano il loro corso ai temi della musica popolare di area mediterranea, e soprattutto alla etnocultura del Salento, fortemente improntata da un istituto particolare, specifico di essa, che è il tarantismo.

Cosimo Colazzo così presenta il lavoro che sarà svolto nell’ambito del corso.

“Nel tarantismo ha avuto un ruolo importante la musica. Il tarantismo è un istituto culturale che tende a gestire una situazione di crisi del soggetto, che si esprime nella forma della dispersione del sè,  rispetto a cui si attiva un processo di cura attraverso la musica e la danza. La crisi trova nella musica un elemento di liberazione in flusso e di scatenamento, ma anche di messa in ritmo, di definizione in rituali convenuti, in figure riconosciute, e infine di risoluzione. Ha a che fare con l’etnocultura del Salento, con il mondo rurale e contadino, che ancora resisteva, e tuttavia andava fortemente trasformandosi, alla fine degli anni ’50, quando il fenomento è stato studiato da Ernesto De Martino.

“Osservato in quanto fenomeno antropologico, nella sua lunga corrente storica, mostra origini che sono nella cultura greca dei riti dionisiaci, così diffusi e radicati nell’area della Magna Grecia. E’ un fenomeno che incontra un’evoluzione storica, in cui si realizza un incrocio articolato e denso di tensioni, tra la antica cultura greca e la successiva cristiana. Ciò si avverte dall’epoca medioevale, e poi lungo molti secoli. Importante quanto si determina in rapporto alla cultura illuministica, che inaugura un’idea del tarantismo come malattia, rendendo marginali gli aspetti di costruzione culturale. Senonché questi aspetti, che hanno a che fare con la costruzione del rito, sono importanti, il cuore di senso del fenomeno. Si tratta di un istituto culturale, che ha posseduto sue strutture, suoi motivi costruttivi, sue proprie declinazioni. In esso musica e danza sono elementi portanti. Tuttavia, lo scontro determinato dalla religione, che voleva ridurre il portato eversivo del fenomeno, e dalla cultura scientista, che ne elideva tutto ciò che non poteva rientrare nel criterio della malattia da trattare, hanno determinato la fine progressiva del fenomeno, ridotto a mero ultimo rottame quando De Martino lo ha potuto osservare, con il suo gruppo di studiosi e ricercatori. Alla fine degli anni ’50 il fenomeno è estenuato, mostra gli ultimi spasmi. Il mondo contadino, che è il suo proprio ambiente, sta trasformandosi con l’avanzare della modernità e dell’urbanismo.

“Oggi c’è una ripresa del senso identitario salentito in relazione, molto, a quest’istituto culturale. Disperso totalmente nella realtà rituale originaria, il fenomeno rivive nella musica, che viene ripresa, sottoposta a molte continuazioni, e inviata a significati di festa collettiva. In questo senso, le estati salentine che si animano di musica, balli, con migliaia di persone che convergono a seguire i concerti, e innanzitutto il concertone della Notte della Taranta, che si svolge ogni anno a Melpignano., sono uno strano e bizzarro rimbalzo di un fenomeno storicamente, per molti versi, conclusosi.

“Rispetto al tarantismo, alla musica popolare salentina, alla pizzica-tarantata salentina, converge oggi un’idea di rinascita culturale e economica, che riguarda il Salento, in quanto terra di grandi bellezze naturali e dotata di una storia millenaria. Questa storia si dà spesso nella versione di nodo critico, che si genera all’incrocio tra mondi diversi e in conflitto. Questa cultura, pregna del senso della soglia e del margine critico, ha raggiunto, per vie complesse, i nostri giorni. Qualcosa si traduce dell’antico mondo. Qualcosa si eredita dei suoi istituti culturali, delle sue musiche.

“Il Salento vicino, di oggi, reclamizzato dalla pubblicità, possiede qualcosa di magico e esotico, che richiama il turismo. E’ luogo dell’estate, della festa, della musica e del ballo. Il Salento è luogo magico di creatività, una sorta di Giamaica dentro l’Europa. E’ porta verso l’Oriente. La musica del tarantismo, rivissuta, rimixata, messa in rapporto con altre musiche del mondo, o rappata, come fanno i Sud Sound System, libera l’ascolto verso altre dimensioni. I nuovi tarantati sono giovani che amano concedersi totalmente alla musica e allo sballo determinato dai suoni e dal ritmo.

“Questi sono i dati di un neotarantismo, che sorge per vie abbastanza paradossali, e su cui è andato innestandosi un progetto di marketing culturale e del territorio, che mostra di funzionare. Il Salento oggi è di moda.

“Il tarantismo continua ad essere, in questo senso, un fenomeno da studiare, in tutti i nuovi aspetti in cui è andato esprimendosi, in un tramonto che ha preso il colore di questa strana rinascita”.

In quanto artist in residence, Cosimo Colazzo tiene due concerti al Middlebury College. Uno, per pianoforte solo, con musiche di Mompou e dello stesso Colazzo (Disteso a Oriente). L’altro, in duo, violino e pianoforte, con Franco Sciannameo al violino, per un programma che propone musiche di Rota, Turina e Colazzo (La lenta discesa II),  oltre a Bach e Paganini per violino solo.

Concerto a Pittsburgh, di Cosimo Colazzo, con musiche di Mompou e proprie

20 Luglio 2012
19:30a21:30

All’Auditorium della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, negli Stati Uniti, Cosimo Colazzo tiene un concerto pianistico, con musiche di Mompou e proprie, venerdì 20 luglio alle ore 19.30.

In particolare, di Mompou esegue l’intero ciclo, in quattro quaderni, di Musica Callada. Mentre, dal proprio catalogo, Colazzo interpreta Disteso a Oriente. Un programma di specifico interesse, rispetto ai temi dell’ascolto, del silenzio, della forma che tende ad aprirsi verso deviazioni, o punti altri e lontani di suggestione e interesse. Se Mompou predilige la forma breve, l’opera di Colazzo è invece larga, ampia, estesa, spinta anche verso un pianismo, in alcuni momenti, molto esposto, articolato, di rilievo virtuosistico. Ma comune è il senso di un tempo che deve seguire altre vie, oltre quelle continuo-lineari: più curvate, disponibili a creare anse, pieghe, e dentro di queste, quelle fessure che guardano come a un oltre. Che Mompou ha sentito anche religiosamente, con un certo senso quasi-mistico. “Musica callada” è espressione che riprende da San Juan de la Cruz. Per Colazzo è come lo stare sospesi, aperti a un possibile, che si dà sempre come interrogazione, vibratile e non concettuale, ma anche non risolta, se non in uno stato di attesa, anche di contemplazione, ma di qualcosa che si dà in quanto sfuggente, sottrazione fors’anche vuoto.

Di seguito le note al programma di sala:

Federico Mompou è un autore originale nel panorama creativo e musicale del ‘900. Sorprende quel suo linguaggio, semplificato e depurato, misurato sulle forme brevi, e volto come al silenzio, alla risonanza senza misura.

Soprattutto dedicata al pianoforte, la sua produzione s’è presto organizzata come in cicli: pezzi brevi, ma un racconto più ampio, un percorso, un arco di esperienza.

Tra questi Musica callada costituisce un disegno ampio, che copre più di un decennio. Articolata in quattro quaderni, quest’opera si presenta quasi come un diario intimo, di ciò che l’autore ricerca, rispetto al suono, alle armonie che presto si sollevano a timbro. Dialoghi con l’intorno culturale, anche alcune ramificazioni di evoluzioni, prove, esperimenti. Ma soprattutto dialoghi con se stesso. E una ricerca che travalica la musica, che tenta attraverso l’indagine sensibile sul suono, attraverso l’ascolto e il silenzio, di introdursi come in una piega della realtà, dove traluce un oltre, una dimensione ulteriore, dove l’anima si comprende anche religiosamente. Non a caso il titolo di “Musica callada” viene da un mistico, San Juan de la Cruz, che rappresenta una tale ricerca di contemplazione dell’oltre.

Mompou è autore tutto interiore, come fuori dalla linearità di sviluppo e progresso, che tanto ha inciso sulle ricerche musicali del ‘900. E’ in dialogo con un sé profondo, sottratto al tempo, nucleo fissato in un’esperienza originaria, che si dice attraverso il suono e la risonanza. Perciò bisogna fare vuoto intorno, rallentare il tempo sin quasi a sospenderlo, prolungare l’attimo nella forma di una risonanza, come l’ombra di un’azione. In questa forma il soggetto rende lassi i propri confini e si apre a una dimensione ampia e flessibile, vagante, uno spazio di risonanza e silente, che è un di là, rispetto a cui possiamo approcciarci non con la logica, non con l’intensificazione della presa ragionante sulle cose, ma con l’abbandono di ogni volontà di potenza e controllo, disarmando il segno attivo, muovendo sensibili nell’attesa.

Accanto al vasto ciclo di Mompou, presento, nel concerto, una mia opera, Disteso a Oriente,  del 1997. Traluce, forse, nel brano un tale senso flessibile del tempo. Gli oggetti sonori ricercano una vita duttile e sensibile, nel rapporto, anche con ciò che abitualmente si penserebbe come diverso, alternativo. E’ un’opera  ampia, con un pianismo esteso, pieno di risorse, e anche  sempre con questo aspetto, del suono sospeso, sfumato, galleggiante.

Disteso a Oriente contempla uno schema sonoro metamorfico, secondo strofici respiri, che sanciscono alcune trasformazioni, a volte molto sottili nell’articolazione intervallare e nelle costituzioni dei campi sonori di base. Queste trasformazioni, che sono come dei cedimenti nell’impianto fondamentale, anche impercettibili scosse di assestamento, ribaltate  nella concreta azione sonora, risultano amplificate, inducendo nuovi contesti e aprendo prospettive inaspettate.  S’ha come l’effetto di un’irradiazione stilistico-sonora a partire da un centro fisso: ogni arco strofico introduce a nuovi spazi, sfonda l’ultimo limite dato; e il decorso del pezzo assume l’aspetto di un procedere per linee curve o ramificate, quasi si trattasse di un procedere lasso per obiettivi possibili, probabili, multiformi, non lineari, non univocamente segnati. C’è appunto questa vocazione al possibile, al momento, alla risonanza che avvolge, al tempo che si placa e si rende spazio di risonanza intorno.

Siamo traversati dal tempo, che non prendiamo, che ci prende, che tentiamo di tenere organizzato, che ci sfugge dalle mani, inappreso e incompreso. Dialogare con il tempo non può darsi nell’atto che comprime e rimuove, ma nell’atto che presta spazi all’ombra. Strategie di elusione del sé, ma non la dispersione del sé. Così emerge la scelta, sperando che ci visiti, che da noi parta, come un profumo.

[Cosimo Colazzo]

Programma di sala (formato PDF)

Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini alla Escola Superior de Música di Lisbona

24 Maggio 2012
16:00a18:00

Un concerto con due letterature a confronto, attraverso opere scelte di autori italiani e portoghesi. Questo il senso di un concerto che Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini tengono, il prossimo 24 maggio, alle ore 16.00, alla Escola Superior de Música di Lisbona (ESML), l’istituzione accademica di maggior prestigio in Portogallo. Qui convergono studenti, anche dall’estero, per condurre i propri studi specialistici ad alti livelli di perfezionamento.

Attentamente organizzato il programma. Da una parte, alcune musiche per pianoforte a quattro mani, di Alfredo Casella (1883-1947) e Ottorino Respighi (1879-1936), attraverso opere di grande ispirazione, quali Pupazzetti (1915) di Casella, e i Sei piccoli pezzi (1926) di Respighi. Dall’altra, alcune musiche per pianoforte solo, interpretate da Cosimo Colazzo: di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), il secondo quaderno delle Melodias Rústicas Portuguesas (1967), accanto a un’opera pianistica dello stesso Colazzo, Disteso a Oriente (1997), per pianoforte solo.

Il concerto articola, quindi, diversi spazi di linguaggio e due organici. Casella è proposto con un’opera visionarie, potente nella fantasia timbrica che allarga il senso del suono verso la dissonanza fortemente esposta e la ritmica materiale, ma anche pregna di poesia, in pieghe sensibili e meditative. In Respighi c’è il senso di un tessuto armonico e sonoro sempre affinatissimo e pregiato. Di Colazzo viene proposta, nell’interpretazione dello stesso autore, un’opera estesa, con molte risorse pianistiche, presa nel senso di un tempo flessibile e duttile, di una timbrica larga di possibilità, transiti, trasformazioni. Di Lopes-Graça, Colazzo interpreta le Melodias Rústicas Portuguesas, il secondo libro  per pianoforte solo, un’opera di grande maturità, dove la ripresa dal folclore si lega a un acuto senso della ricerca timbrica, che riunisce in risultato originale, un’attenta dosatura delle scelte armoniche, dei tessuti realizzati.

Qui il programma del concerto, con il dettaglio dei brani in programma.

Qui di seguito i FILE AUDIO del Concerto. PIANISTA Cosimo COLAZZO e DUO PIANISTICO Maria Rosa CORBOLINI – Cosimo COLAZZO. Giovedì 24 maggio 2012, ore 16.00, Pequeno Auditório Escola Superior de Música de Lisboa (ESML). [Registrazione effettuata con Zoom H4]

Cosimo Colazzo al Museu da Música Portuguesa per un concerto solistico, musiche di Lopes-Graça e proprie

25 Maggio 2012
18:30a20:30

Fernando Lopes-Graça (1906-1994) è al centro di un concerto per pianoforte solo, che Cosimo Colazzo tiene al Museu da Música Portuguesa, a Estoril, in Portogallo, venerdì 25 maggio. Di Lopes-Graça esegue i due quaderni delle Melodias Rústicas Portuguesas, per pianoforte, che il compositore portoghese scrisse tra gli anni ’50 e ’60 (il primo libro data 1957, il secondo 1967). Negli anni ’70 avrebbe poi scritto un terzo libro (1979), per pianoforte a quattro mani (che peraltro Colazzo suona negli stessi giorni, il 23 maggio, sempre al Museu, in duo con Maria Rosa Corbolini, per un concerto che viene ripreso dalla RTP, la radio-televizione nazionale portoghese). Lopes-Graça è autore su cui Colazzo conduce una ricerca, per approfondirne l’opera, che risulta di estremo interesse artistico, disegnando un vasto itinerario, estremamente coerente, incentrato su due poli fondamentali di interesse, uno costituito dal patrimonio popolare folclorico portoghese, l’altro dalla ricerca sui linguaggi post-tonali, che Lopes-Graça conduce con pronunce assai personali. E’ quanto si ricava anche nei vari libri delle Melodias Rústicas, che riprendono melodie dalle province rurali portoghesi, innestandole nei contesti di una lingua che usa larghe risorse sonore, tessuti politonali e polimodali, un dosatissimo senso delle dissonanze timbriche, un’idea di temporalità che si rende lassa e aperta in alcuni casi, e inoltre il piacere del ritmo, della materialità sonora diretta. Tutte qualità che ben si coordinano, per Lopes-Graça, con un folclore che non vuole edulcorato e ridotto a intrattenimento, ma voce del popolo e della terra, del senso contadino di vivere la natura e la socialità. Per Lopes-Graça la musica è impegno e lavoro, ricerca e innovazione, cambiamento. E’ arte che si propone in voce comune con quel popolo che, tenuto ai margini, ha bisogno di riscatto, di trovare una propria voce.

Lopes-Graça, nell’epoca della dittatura salazariana e dello Estado Novo, è oppositore politico di grande e estremo rigore. Si dedica integralmente alla composizione, con una costanza assoluta. Produce un’opera vasta, che si dirige verso varie forme e generi. Raccoglie con scrupolosa e scientifica attenzione il folclore della sua terra. E’ organizzatore musicale, di concerti rivolti alle nuove letterature musicali, che così possono raggiungere anche il chiuso e isolato Portogallo. Consuona con l’esperienza di Bartók, che sente particolarmente vicino. Una grande figura e un’opera esemplare e di grande livello artistico.

Di Lopes-Graça Colazzo esegue anche Cinco Nocturnos (1959), una raccolta di cinque brani che esprimono un paesaggio sonoro ricco di fascinosi transiti timbrici, dove la dissonanza si risolve in puri timbri, mentre si è immessi in una dimensione di bellezza naturale che respira di vita, nel silenzio sospeso della notte. E’ un brano di straordinario timbrismo, dove la dissonanza apre a una dimensione del sonoro stupefatto nell’incanto notturno. Siamo di fronte a una musica che, come accade in certe bartokiane lagune sonore, chiama all’abbandono di sè, consegnati allo smarginamento del confine.

Infine Colazzo propone il suo Disteso a Oriente (1997), un’opera dal pianismo esteso, che possiede un senso dell’evoluzione temporale flessibile, aperta. Il suono si dà in una larga condizione, come qualità timbrica ricca di risorse, mobile verso molti possibili transiti, e analogamente la forma, pur orientata, realizza e disegna anse, o si tende in momenti densi. Ogni opera una vita e un organismo. L’orizzonte si fa largo, i confini sono soglie, regioni probabili. Il possibile si delinea in figure che hanno la qualità della trasformazione, del variabile. Il suono, la forma muovono, realizzano e disegnano curve, secondo percorsi non continui, non lineari: rallentano il tempo, diventano timbri preziosi o tentano il vuoto e il silenzio; in altri momenti, agglutinano l’elaborato in qualcosa di denso e nero, che si espande in gesti esplosivi.

Qui il programma del concerto, con il dettaglio dei brani in programma e altre notizie (PDF).

La notizia sul portale del Comune di Cascais.

Qui di seguito i FILE AUDIO del Concerto. PIANISTA Cosimo COLAZZO. Venerdì 25 maggio 2012, ore 18.30, Museu da Música Portuguesa, Estoril. [Registrazione effettuata con Zoom H4].

Concerto al Museu da Música Portuguesa, registrato da RTP, la radio-televisione nazionale portoghese

23 Maggio 2012
18:30a20:30

Cosimo Colazzo, in duo pianistico con Maria Rosa Corbolini, tiene un concerto al Museu da Música Portuguesa, a Estoril, in Portogallo, il 23 maggio, alle ore 18.30. L’evento è molto atteso, per il programma proposto e per la presenza di un’opera di rilievo del compositore portoghese Fernando Lopes-Graça.

Il concerto sarà registrato da RTP (Rádio e Televisão de Portugal), che è la radio-televisione nazionale portoghese. Il concerto ha infatti raccolto l’interesse del secondo canale della radio nazionale, Antena 2, e viene registratrato e diffuso dalla trasmissione radiofonica “Concerto Aberto” (condotta dalla musicologa e regista Andrea Lupi), che trasmette lungo l’anno gli appuntamenti musicali più importanti che si tengono in Portogallo, con artisti prestigiosi e di livello internazionale.

Il concerto del duo pianistico Cosimo Colazzo-Maria Rosa Corbolini propone musiche del ‘900, a disegnare un percorso di particolare interesse nel campo delle letterature per duo pianistico a quattro mani. Dalle preziose e delicate Berceuses (1905) di Reynaldo Hahn (1874-1947), si passa al sorprendente Parade (1917) di Erik Satie (1866-1925), con il biancore dei suoi suoni, privi di indulgenze sentimentali, che raccontano molto la loro propria forma, le ripetizioni, i gesti, i movimenti cui sono sottoposti, con un gusto tipico,  per l’ironia e lo spiazzamento che sorprende. Quindi Alfredo Casella (1883-1947), con due opere del 1915 – Pagine di guerra e Pupazzetti -, che sono di un suo periodo creativo dove si evidenzia il piacere del trattamento ritmico e dissonante, dello sforzo timbrico, come anche delle suadenti mescolanze sonore. Al centro del programma, troviamo le Melodias Rústicas Portuguesas (1979) di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), autore portoghese, che ha espresso un’opera consistente, densa, pregna di valori artistici, articolando un certo interesse per il patrimonio folclorico portoghese con ricerche linguistiche che attingono a tutte le risorse post-tonali. Egli tesse un dialogo tra quel mondo, che per lui è esempio di impegno, esaltazione dei valori del lavoro e della terra, e una ricerca che spinge nel senso dell’apertura della conoscenza e dell’esperienza, dell’innovazione, delle conquiste di consapevolezza e socialità. Ottorino Respighi (1879-1936) è presente con Sei piccoli pezzi (1926), un’opera raffinata per le ricercate armonie, come anche per soluzioni timbriche evocate dalla tastiera. Infine Gyorgy Ligeti (1923-2006), con Cinque pezzi (1942-50),  il suo piacere per la materialità del suono, anche certe sue riprese di sapore folclorico ungarico, il tutto inquadrato in pagine perfettamente scolpite e incise.

Qui il programma del concerto, con il dettaglio dei brani in programma e altre notizie.

La notizia sul portale del Comune di Cascais.

Qui di seguito i FILE AUDIO del Concerto. DUO PIANISTICO Maria Rosa CORBOLINI – Cosimo COLAZZO. Mercoledì 23 maggio 2012, ore 18.30, Museu da Música Portuguesa, Estoril. [Registrazione effettuata con Zoom H4]

Un’Europa ricca di bellezza e senso critico. Un concerto del duo pianistico Colazzo-Corbolini

11 Maggio 2012
20:30a22:30

Per Mondi Sonori, festival del Conservatorio di musica “F.A. Bonporti” di Trento, giunto alla XV edizione con il 2012, un concerto dedicato a presenze di autori fortemente impegnati, nella ricerca artistica e nel movimento di animazione sociale, giovedì 11 maggio, alle ore 20.30, all’Auditorium del Conservatorio a Palazzo Consolati a Trento. In apertura Erik Satie (1866-1925), con Parade (1917), versione dell’autore per pianoforte a quattro mani, con le sue luci attiche precise, il suo senso del gioco e dell’ironia massimamente concettuale. Poi Alfredo Casella (1883-1947), autore italiano sperimentatore instancabile, con due opere dove troviamo forte il senso dell’emancipazione verso la atonalità (Pagine di guerra e Pupazzetti, opere, entrambe, del 1915, per pianoforte a quattro mani).  Troviamo il portoghese Fernando Lopes-Graça (1904-1996), che innesta la sua conoscenza precisa del patrimonio popolare d’origine contadina delle varie province del Portogallo con una musica che è ricca di idee timbrico-armoniche fortemente innovative: un’immagine del popolo contadino per nulla edulcorata, segnata dal lavoro e dalla terra, dalle dissonanze e dal senso della materia. Così in Melodias rústicas portouguesas, terzo libro (1979). E anche in Paris 1937 (1937/1968) per due pianoforti, dove c’è l’energia del ritmo e della dissonanza, il piacere dello scivolamento nel leggero deformato, del charleston, del jazz band. Ottorino Respighi (1879-1936), invece,cerca le morbidezze del colore massimamente affinato e elaborato, in Sei piccoli pezzi (1926) per pianoforte a quattro mani. Infine Gyorgy Ligeti (1923-2006), che da Bartók estrae un’idea di rapporto con il folclore e il senso delle geometrice precise e nette, degli angoli vivi della musica anche dissonante, e pure del gioco combinatorio e ripetitivo, come ritroviamo nei Cinque pezzi (1942/50) per pianfoorte a quattro mani.

Il programma del concerto

Il programma generale del Festival

Il sito di Mondi Sonori

 

Concerto a Rivalta sul Mincio, pianoforte a quattro mani

1 Aprile 2012
18:30a20:30

Il duo pianistico Cosimo Colazzo e Maria Rosa Corbolini ha tenuto un concerto per pianoforte a quattro mani a Rivalta sul Mincio, in provincia di Mantova, domenica 1 aprile alle ore 18.30, Auditorium Settefrati, con un programma ricco di contenuti: dal prezioso Schumann della maturità, dei 12 pezzi per piccoli e grandi, alle musiche del ‘900 di Ligeti, Casella, Respighi, con un sipario di Hahn, il compositore venezuelano, di formazione francese, apprezzato da Proust.

Il programma del concerto.

I sogni ispano-lusitani: un ‘900 tra contemplazione e militanza, per il pianoforte di Cosimo Colazzo

16 Maggio 2012
20:30a22:30

Cosimo Colazzo al festival Mondi Sonori porta, nell’edizione di quest’anno, che è la quindicesima, un concerto particolare, mercoledì 16 maggio (alle ore 20.30, all’Auditorium del Conservatorio di musica di Trento), incentrato, soprattutto, sulla musica pianistica del ‘900 di area ispanica e lusitana. Di grande rilievo la presenza di Fernando Lopes-Graça (1906-1994), compositore portoghese, che ha espresso una militanza estetica e culturale, volta a integrare l’interesse per i patrimoni popolari, soprattutto rurali, con le ricerche sui nuovi linguaggi musicali, in un percorso che è anche di resistenza rispetto alla dittatura salazariana. Di Lopes Graça saranno presentate le Melodias rústicas portoguesas, il primo libro del 1957, e il secondo libro, di dieci anni successivo, del 1967. Quindi, in programma, Tonadas (vol. I, del 1956) del compositore Joaquin Nin-Culmell (1908-2004), spagnolo per cultura e esperienze, ma poi statunitense d’adozione, opera anch’essa tessuta di richiami al popolare d’area ispanica, anche se con toni diversi che in Lopes-Graça. E quindi il brasiliano Claudio Santoro (1919-1989), del quale sarà possibile ascoltare Preludios (II serie, I libro, 1957-1963). Nello stesso concerto, a chiuderlo, Disteso a Oriente (1997) di Cosimo Colazzzo: un’opera dal pianismo esteso, ma ispirata nel senso di un tempo flessibile, morbido, aperto.

Il programma del concerto

Il programma generale del Festival

Il sito di Mondi Sonori

Duo pianistico due pianoforti, Colazzo e Corbolini, a Molfetta, per un programma tutto ‘900

26 Gennaio 2012
20:00a22:00

Cosimo Colazzo, in duo pianistico con Mariarosa Corbolini, tiene un concerto per due pianoforti, a Molfetta, nell’ambito della Stagione di concerti organizzata dall’Associazione Auditorium in collaborazione con la Fondazione Valente. Il concerto è in programma per il 26 gennaio 2012, giovedì, a Palazzo de Luca, alle ore 20.00. In programma opere del ‘900, alcune poco frequentate, nell’idea di un filo comune, che si ritrova nel concerto, e che riguarda il gusto francese, per la precisione, le sonorità preziose, il colore ricercato, e inoltre per il gioco, il ritmo, un atteggiamento estroverso. Tra gli altri un autore poco noto, portoghese, Lopes Graça, la cui intera opera risalta per forza di ricerca, coerenza, qualità musicale.

In programma musiche di: Reynaldo Hahn, Henri Dutilleux, Francis Poulenc, Jean Françaix, Cosimo Colazzo, Fernando Lopes-Graça

Il programma del concerto (PDF)

Il comunicato stampa (PDF)