I nuovi formati del suono e della performance. Per Mondi Sonori Dalmaso, Terrin, Longo e Mattevi, con prime assolute e musiche nuovissime

29 Ottobre 2014
20:30a22:00

Le nuove dimensioni della sperimentazione compositiva hanno comportato nuove visioni delle identità strumentali, delle correlazioni degli strumenti, come anche degli spazi per la musica e del rapporto con il pubblico.

Un concerto, compreso nel festival Mondi Sonori (che si sta svolgendo a Trento, organizzato dal Conservatorio, dal 14 al 31 ottobre) indaga questi aspetti, con diverse opere in prima assoluta e comunque recentissime.

Il concerto si tiene mercoledì 29 ottobre alle ore 20.30 all’Auditorium  del Conservatorio di Trento. Ne sono interpreti Emanuele Dalmaso ai sassofoni, Riccardo Terrin alla tromba, Marco Longo al pianoforte, Andrea Mattevi alla viola.

Sono giovani musicisti, di solida formazione, proiettati nella dimensione professionale con un interesse peculiare per le musiche del ‘900 e contemporanee.

Interpreteranno un’opera di Cosimo Colazzo, I gesti silenzio (2005) per tromba e pianoforte, che promuove un’idea di suono mobile, flessibile, risonante, da cui emergono talora pronunce jazz. Inoltre, due opere per viola e pianoforte:  di Marco Longo Studio sul buio (2012) che proietta i due strumenti verso inusuali territori timbrici e tecnici, fortemente sovversivi; di Andrea Mattevi, Sessanta lune: i petali di un haiku,  dove si evidenzia, in quadri aforistici, la predilezioni dell’autore alla ricerca timbrica che trasfonde le identità strumentali l’una nell’altra, e apre a dimensione temporale estatica.  In Pensiero (2014) di Valentina Massetti , per tromba e viola si evidenzia la caratteristica della compositore ad aprire alla poesia del suono e del tempo attraverso processi di forte riduzione del materiale. Combustione Zen (2014), di Raul Masu, prospetta il fronte di interesse del compositore, per gli oggetti ritmici ritagliati, anche nella forma di ostinati, che si producono in complesse proposizioni poliritmiche. Inoltre, di Roger Zare Kugelblitz (2013) per viola e sassofono, un pezzo di gestualità strumenali virtuosistiche e tuttavia formalmente controllato. E di Baljinder Sekhon , Gradient (2008) per sassofono e pianoforte, caratterizzato da un costante tentativo di emulazione reciproca da parte dei due strumenti coinvolti.

Qui per il programma del concerto