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Carlo Belli e la musica. Un concerto di Cosimo Colazzo, con musiche proprie, di Belli e degli autori che l’artista roveretano ebbe come riferimento ideale.

17 Aprile 2015 18:30a18 Aprile 2015 13:30

I-mondi-di-Carlo-Belli_imagefullwideBelli teorico dell’arte astratta e la musica. Se ne parla nell’ambito di un convegno che si tiene a Rovereto i prossimi 17 e 18 aprile, e tramite un concerto, che Cosimo Colazzo, con la collaborazione di Maria Rosa Corbolini e Giovanni Todaro, tiene alla Sala Mozart di Rovereto (v. della Terra 48) venerdì 17 alle ore 18.30, con musiche di Belli e degli autori che teneva come riferimento ideale, in alcuni casi, suoi sodali nella battaglia per l’arte moderna e per un’Italia culturale diversa.

Con baldanza futurista, in fondo, il giovane Carlo Belli (1903-1991) si prospettava alla cultura italiana, negli anni ’30, come il teorico, il riferimento, quale agitatore di idee, per un gruppo di artisti di talento, come Melotti, Fontana, Licini, che si proponevano l’idea di abbandonare totalmente la figura, per realizzare la loro creatività in riferimento a forme astratte, alla composizione di elementi basici del visuale, linee, incroci di linee, volumi.

Carlo Belli fu teorico dell’arte astratta, un’arte che, per lui, deve svolgersi su un nuovo piano dove valgono i rapporti tra elementi compositivi, fuori da ogni riferimento di realtà. Come fa la musica da sempre, che è linguaggio autosufficiente e non significa nulla fuori di sé. Questa la metafora spesso utilizzata da Belli.

Che era un appassionato conoscitore di musica, anche in diretta, perché nell’arco della sua vita ha composto diversi brani musicali, realizzando un proprio catalogo, di una certa consistenza.

Di quest’aspetto di Belli, del suo rapporto con la musica, che attraversa l’intera sua opera e costituisce traccia rilevante nella sua vita, parlerà Cosimo Colazzo sabato 18 aprile al Convegno che si tiene a Rovereto nei giorni 17 e 18 aprile, organizzato dal MART Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto e dalla Soprintendenza per i Beni Culturali, Ufficio dei Beni Archeologici di Rovereto, dal titolo “I mondi di Carlo Belli. Da Rovereto alla Magna Grecia.”

Nel pomeriggio di venerdì 17 aprile, alle ore 18.30, alla Sala Mozart a Rovereto (V. della Terra 48) Colazzo, in collaborazione con Maria Rosa Corbolini (pianoforte a quattro mani) e con Giovanni Todaro (baritono) tiene un concerto, dal titolo “Musica astratta musa. Omaggio a Carlo Belli”, che ruota intorno alla figura dell’intellettuale roveretano, disegnando alcuni percorsi musicali e culturali che sono nell’orbita dei suoi orientamenti critici e creativi.

Ecco allora Satie, con Parade per pianoforte a quattro mani, che Belli esalta, perché ha saputo esprimere con un linguaggio volutamente ridotto all’essenziale e scheletrico, di un biancore che non lascia spazio a ombre o prospettive, un netto superamento dell’Ottocento, contro il gusto del ripiegamento individualistico.

E’ quanto tende a operare egli stesso, come compositore. Il concerto presenta, di Belli, i Preludi melensi e Sonatina liberty per pianoforte, dove troviamo impegnata questa linea, della riduzione di ogni enfasi e di ogni morbidezza. C’è invece il gusto del gesto ironico e la disponibilità a integrare gesti che provengono dai repertori leggeri.

Un riferimento di notevole importanza, per Belli, è la musica di Casella.  Soprattutto quella degli anni ’10, tra cui ritroviamo Pupazzetti (1915) op. 27 per pianoforte a quattro mani e Sonatina (1916) op. 28 per pianoforte, entrambe nel programma del concerto. Sono partiture molto avanzate, che tendono a ribaltare ogni stato convenzionale del suono. Pupazzetti sarebbe poi confluito, nella versione per orchestra, nel progetto ampio, coordinato per la parte musicale da Casella con altri compositori, dei Balli plastici, per i Balletti Russi di Djaghilev, protagoniste le scene di Depero e le sue figure di “automi” in dimensione umana. Un ulteriore motivo di relazione con Belli, che amò Depero e ne sostenne la causa futurista, nella comune battaglia per un rinnovamento radicale dell’arte e delle visioni di essa. Le partiture di Casella ricercano l’urto, la dissonanza, e sentono l’armonia come esperienza timbrica. La ritmica a volte è ossessiva, primitiva. Il sogno della forma precisa e oggettiva, polemicamente anti-romantica, cui rinviano alcuni sottotitoli con il loro richiamo a formule storiche (si veda, ad esempio, nella Sonatina, il movimento interno, Minuetto), si mescola a questa ricerca che appare invece sostanzialmente aperta, dai confini non dati. E’ musica complessa, fortemente interrogativa.

Anche Gianfrancesco Malipiero fu tra gli autori richiamati da Belli, come esempio di una nuova arte. Nella sua ansia, anche ideologica, di un nuovo che fosse fortemente astratto, vedeva con circospezione certa tendenza all’impressionismo, che è propria dell’arte di Malipiero. Tuttavia ne ammirava la cultura e l’indubbia qualità compositiva. Malipiero possiede una sensibilità spiccata per il suono e il timbro. La sua ricerca, il suo stile si sostanziano, come si coglie nei Preludi asolani (1916) per pianoforte, che si potranno ascoltare nel concerto roveretano, della capacità di cogliere gli sfumati del colore sonoro e di valorizzare la risonanza.

Carlo Belli fu sodale di Fausto Melotti. Della stessa generazione, cresciuti insieme da ragazzi, perseguono l’idea di un’arte nuova, che sappia esprimere equilibri diversi da quelli consueti, e una nuova condizione dei rapporti di senso. Melotti predilige strutture sospese capaci di dialogare con il vuoto. Negli anni ’30 è accanto a Belli nella sua idea di sostenere una nuova arte, di segno astratto. Melotti sarà anche autore di alcune prove poetiche: come la sua arte, essenziali nella cura di una radice silenziosa della parola. Il concerto propone un’opera di Cosimo Colazzo composta nel 1998, Tre liriche su versi di Melotti (dal volume Il triste minotauro) per baritono e pianoforte. La musica di Colazzo, in quest’opera, si lega all’atmosfera evocativa e sospesa che traspare dai versi, con un lirismo che prende movenze dolci, nondimeno sorvegliate nelle curve realizzate, affinché esso si dia in rapporti sempre piuttosto essenziali, raccolti, misurati. Il pianoforte effonde sonorità rarefatte, sospese; oppure accompagna con figure ricche di valori timbrici, preziose nel dettaglio sonoro trovato.