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Il Trentino storico e la musica. Da Giancarlo Colò ad Andrea Maffei. Se ne parla nell’ambito dell’undicesima puntata del ciclo di trasmissioni dedicate alla storia e all’attività del Conservatorio di musica di Trento a cura di Cosimo Colazzo e Daniele Torresan per la sede regionale del Trentino della RAI.

11 Giugno 2013
15:45a16:15

Nell’undicesima puntata della trasmissione condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, dedicata alla storia e alle attività del Conservatorio, in onda su Rai Radio Due martedì 11 giugno alle ore 15.45, si tratta della cultura musicale del territorio in prospettiva storica. Vengono alla luce tracce e percorsi di definizione storica della cultura e dell’identità del territorio, attraverso le vicende di alcuni autori significativi e delle loro opere.

Il Conservatorio di musica di Trento esprime un interesse evidente verso i nuovi linguaggi musicali, verso ricerche e produzioni che riguardano le musiche contemporanee intese in una declinazione flessibile e aperta, dalle musiche d’avanguardia alla musica jazz al rock di ricerca sino alle musiche applicate.

Accanto a questo, non manca tuttavia di un interesse che si rivolge ai repertori storici.

E’ il senso di alcuni progetti di ricerca, promossi dal Conservatorio di musica “Bonporti”, che hanno evidenziato alcune articolazioni della storia del Trentino, attraverso la chiave dell’indagine su alcune esperienze artistiche e intellettuali significative. Da Giacomo Gotifredo Ferrari a Giancarlo Colò ad Andrea Maffei a Marco Anzoletti: approfondendo l’opera di questi autori, l’esperienza che li ha riguardati, si individuano le linee di una storia che ha attraversato e formato la cultura, l’identità del territorio.

La trasmissione “Il cammino e l’evoluzione del Conservatorio di musica di Trento”, condotta da Cosimo Colazzo e Daniele Torresan, tratta anche di questi aspetti, e cioè di certe individuate esperienze storiche che, in ambito musicale, costituiscono un incrocio significativo dell’esperienza, un punto denso rappresentativo di una tendenza della cultura del territorio. La trasmissione, con la sua undicesima puntata, in programma martedì 11 giugno alle ore 15.45, su Rai Radio Due (per Trento frequenze MF2 93,7),  tratta dell’opera di Giancarlo Colò e della figura intellettuale di Andrea Maffei.

La puntata illustra un progetto di ricerca promosso dal Conservatorio “Bonporti”, che ha analizzato la figura e l’opera di Giancarlo Colò, compositore nativo di Riva del Garda, vissuto a cavallo tra Sette e Ottocento. La sua formazione avviene in direzione di Vienna, che costituiva il centro prevalente di formazione per la classe dirigente del Trentino. Veniva da una famiglia della piccola nobiltà. Studia la filosofia e la matematica, ma approfondisce anche lo studio della musica verso cui lo indirizza un sicuro talento. Studia alla scuola prestigiosa di Abrechtsberger. E’ in questi anni che produce una serie di opere strumentali che sono di molto interesse. Vi si respira il senso dell’attenzione della forma, della gestione elaborativa, analitica dei materiali tematici, secondo una linea di pensiero che è propria del mondo tedesco, che egli ha assimilato. Accanto a questa robusta strutturazione formale, specie nei tempi più lenti, s’insinuano seduttive cantabilità che sono d’impronta pre-romantica.

A quest’autore, e soprattutto alla sua produzione strumentale, è stato dedicato un progetto di ricerca, coordinato da Corrado Ruzza, che studia il repertorio delle produzioni musicali storiche nell’area rivana e del Garda trentino. Questo progetto ha avuto esito nella produzione di un CD monografico dedicato alla musica da camera di Giancarlo Colò.

Un altro progetto di cui si tratterà nella puntata, anche in questo caso coordinato da Corrado Ruzza, è quello dedicato a un altro momento storico importante in Trentino, che ha visto una fervida presenza di attività in area rivana. Siamo nell’Ottocento, e un luogo importante di incontro culturale è la villa De’ Lutti a Riva del Garda, sede di un salotto tra i più ambiti. Vi si ritrovavano le menti più brillanti dell’epoca, e la possibilità di un contatto con gli ambienti più avanzati dell’espressione intellettuale, non solo in Trentino, giacché vi convergevano artisti e studiosi anche da altre regioni.

Nel salotto, una figura di riferimento, di assoluto prestigio, è Andrea Maffei, trentino di origini, ma intellettuale molto in vista nella Milano intellettuale e culturale dell’epoca, e con una influenza e una presenza che possiamo dire di respiro europeo. Si è formato alla scuola classicista di Vincenzo Monti. E’ poeta di sorvegliata ispirazione, ma di ampie visioni, supportata da una cultura vastissima, che si alimenta delle espressioni più affinate e avvertite delle letterature straniere, di cui è stato traduttore.

Un intellettuale, quindi, militante. Per sviluppare l’arte italiana in direzione di un contatto, di un intreccio con le dinamiche culturali europee. Per muovere lo sguardo, allargandolo dalla prestigiosa storia della cultura italiana, anche orizzontalmente, in dimensione contemporanea, verso quanto sommuoveva l’Europa, introducendo fortemente l’arte, la letteratura dentro lo spazio del confronto politico.

Nel salotto si rende attiva, anche attraverso la figura carismatica di Maffei, un’istanza rivolta agli ideali risorgimentali, di riunione dell’Italia in nazione, di riscatto dalla presenza straniera, che si faceva sentire anche in Trentino.

La musica riveste importanza sia per Maffei che nel salotto De’ Lutti. Maffei è stato consulente di Verdi per Machbet. Nel salotto la musica è presente. Si fa musica. Direttamente, molti degli invitati animano momenti musicali. Come spesso accade si eseguono romanze da camera. Maffei riunisce una serie di compositori proprio per un esperimento in questo senso. Intende animare il genere di maggiori qualità artistiche e culturali, fuori dal semplice intrattenimento. Egli avrebbe fornito testi adeguati, ricercati nei valori poetici e culturali. Una serie di compositori appositamente invitati avrebbe scritto la musica per le romanze, ponendo attenzione ai testi, ricercando i valori di un’integrazione artistica organica, per un genere che andava rinforzato proprio di intenzione artistica. L’operazione procede, ha anche un esito editoriale presso Ricordi.

Di tutto ciò si dà conto nel CD che è stato pubblicato dal Conservatorio di musica “Bonporti” in rapporto al progetto promosso. La trasmissione illustra quanto realizzato, i temi sollevati attraverso le ricerche promosse dal Conservatorio sulla storia musicale del territorio, che ha un centro molto attivo e fecondo – come abbiamo visto – in area rivana, anche attraverso alcuni ascolti ripresi sia dal CD con le musiche strumentali di Colò, sia dal CD con le arie da camera su testi di Andrea Maffei.

A partire da qui il collegamento al sommario delle tredici puntate della trasmissione.

Uno studio di Cosimo Colazzo, sulla musica di Federico Mompou, presentato nell’ambito di Performa 2013, annuale convegno che tratta delle ricerche artistiche che, a livello internazionale, si sviluppano sull’interpretazione e la performance musicale. Quest’anno il Convegno si tiene a Porto Alegre, in Brasile, presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul.

30 Maggio 2013a30 Giugno 2013

Uno studio di Cosimo Colazzo, sul linguaggio compositivo di Federico Mompou e sulle considerazioni che il compositore catalano ha lasciato circa l’interpretazione pianistica della sua musica, viene presentato nel contesto di Performa 2013, importante incontro di ricerche artistiche sull’interpretazione musicale e la performance, che quest’anno si tiene in Brasile presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul di Porto Alegre. Il convegno di studi si svolge dal 30 maggio all’1 giugno 2013.

La musica di Federico Mompou (1893-1987) presenta alcune caratteristiche peculiari. La sua scrittura è molto ridotta, introversa. Tende a essere concisa, e i materiali sono molto semplificati. Il compositore rappresentava l’idea della necessità di un nuovo inizio, che per lui deve svolgersi nei termini di una riduzione della composizione verso elementi basici. Condivide, in questo, alcuni tratti di linguaggio che ritrova, e apprezza, in Satie. Oppure in un autore successivo, che, ricambiato, stimava molto. E cioè Francis Poulenc. Mompou rifiuta il senso dell’elaborazione che dà corpo e sviluppo all’opera. Questa, invece, deve rifuggire dall’idea che la produzione di senso si dia nell’evoluzione del racconto musicale. Il senso, la poesia, sono nell’evento, che ha valore per se stesso, con la sua risonanza.

Cosimo Colazzo, docente di Composizione al Conservatorio di musica Bonporti di Trento e membro della équipe di ricerca del CESEM (Centro de Estudos de Sociologia e Estética Musical) della Universidade Nova di Lisbona, da tempo ha portato un’attenzione di studio e di ricerca sulla musica di Mompou. Un suo studio è ora presentato nel contesto di Performa 2013 – incontri di ricerca musicale sull’interpretazione musicale e la performance, che quest’anno si tiene a Porto Alegre, in Brasile, presso la Universidade Federal do Rio Grande do Sul. Il convegno si tiene dal 30 maggio all’1 giugno.

Lo studio di Cosimo Colazzo, dal titolo “Transformar el tiempo musical. Interpretación y composición en Federico Mompou” sarà presentato venerdì 31 maggio. Tratta del linguaggio compositivo di Mompou, che viene individuato in alcuni caratteri ricorrenti. La forma, in Mompou, è concisa. I materiali sono molto semplici, ed oggetto soprattutto di ripetizione o di trasposizioni. Mompou evita la forma ampia, che si determina per sviluppi ed elaborazioni. Adotta strategie, che ritrova, peraltro, in una linea di ricerca compositiva che si apre con Debussy, per cui la ripetizione costituisce una modalità di espressione del tempo musicale, e consente di liberare l’ascolto verso la dimensione del suono e della sua risonanza.

Il tempo della composizione, della musica, del suono non ha a che vedere con l’espansione della forma, ma con la risonanza sonora. Questo concetto lo conduce a pensare diversamente anche l’interpretazione. Mompou ha lasciato alcuni scritti su questo tema, oggetto di indagine, insieme con la sua scrittura compositiva, nello studio di Colazzo. Il tempo dell’interpretazione, secondo Mompou, è fuori dalla rigida scansione metronomica, è relativamente aperto, segnato da alcuni punti di inflessione sensibili. Per Mompou vale l’immagine di un tempo che tende ad allargarsi, quasi costitutivamente.  Bisogna entrare dentro la dimensione fraseologica, per liberare ad evidenza il respiro di eventi minimi, che la logica fraseologica tende a ridurre e contenere. Bisogna che l’interprete si renda sempre più sensibile nella gestione del tempo come del suono e della risonanza.

Un’altra caratteristica della musica di Mompou è quella del tempo lento e dilatato. Come anche delle dinamiche, spesso rivolte al piano. Questo dà la dimensione di una musica introversa, che non si espande all’esterno, ma è ripiegata in se stessa. Bisogna trovare la misura di un rapporto con questa musica e lo si può ottenere se ci si rende sensibili a un tale materiale, minimo, ridotto, ma ricco di piegature interne, che vanno seguite, attraverso un senso particolare della risonanza e della gestione del tempo.

Tra i prossimi impegni internazionali di Colazzo, la presentazione di un suo studio, su musica e censura, e sul linguaggio compositivo di Galina Ustvolskaya, letto anche come paradossale confluenza e innesco tra la censura e una creatività che si produce proprio nella costante attivazione di limiti e riduzioni del linguaggio, sin quasi a uno svuotamento del soggetto. Lo studio sarà presentato il prossimo 7 giugno nell’ambito del Convegno “Researching Music Censorship”, che si tiene dal 6 all’8 giugno 2013 presso l’Università di Copenaghen.

A partire da questo collegamento il programma di Performa 2013.